La lotta alla povertà è compatibile con la lotta al cambiamento climatico

Molto dell'attuale consumo di energia non contribuisce realmente al benessere umano

[21 Settembre 2021]

Per molti, un aumento del tenore di vita richiederebbe un aumento della fornitura di energia e la straniante discussione (tutta italica) di questi giorni sugli aumenti dei costi del gas e del petrolio che sarebbero però colpa delle energie rinnovabili e dell’uscita dell’Italia dal nucleare, la dice lunga su come gran parte dell’informazione italiana non abbia ben digerito il concetto che il raggiungimento degli attuali obiettivi climatici nell’ambito dell’Accordo di Parigi trarrebbe vantaggio da un minor consumo di energia.

Lo studio “Decent living gaps and energy needs around the world”, pubblicato recentemente su Environmental Research Letters da un team di ricercatori dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) la giustizia anche di un’altra convinzione: che la rivoluzione energetica penalizzerà i più poveri. Ha infatti valutato quanta energia è necessaria per permettere ai poveri del mondo una vita dignitosa e hanno scoperto che questo può avvenire rispettando gli obiettivi climatici.

All’IIASA ricordano che «Nella lotta per eradicare la povertà in tutto il mondo e raggiungere standard di vita dignitosi (DLS), disporre di energia sufficiente è un requisito fondamentale».  Ma, nonostante gli impegni internazionali come gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Onu, in molte aree i progressi nel raggiungimento dei DLS sono stati lenti. Inoltre, si teme che il miglioramento dell’accesso all’energia possa portare a maggiori emissioni di CO2, compromettendo gli obiettivi per alleviare il cambiamento climatico.

Insomma, per qualcuno sarebbe bene che i poveri restassero energeticamente poveri per permetterci di non fare sacrifici energetici.

Il nuovo studio ha utilizzato un approccio multidimensionale alla povertà per condurre un’indagine globale completa sul DLS e i ricercatori hanno identificato i gap nei DLS per ogni regione e hanno stimato quanta energia è necessaria per colmarli. Hanno anche valutato se fornire a tutti una vita dignitosa sia compatibile con gli obiettivi climatici.

All’IIASA spiegano che  «Gli studi sulla povertà utilizzano spesso una definizione basata sul reddito per definire le soglie di povertà (1,90 dollar/giorno o $ 5,50/giorno), che nascondono che ci sono altri fattori che contribuiscono più direttamente al benessere umano. Al contrario, i DLS rappresentano un insieme di prerequisiti materiali per fornire i servizi necessari per il benessere, come avere un alloggio adeguato, nutrizione, acqua pulita, servizi igienico-sanitari, fornelli e refrigerazione, ed essere in grado di connettersi fisicamente e socialmente attraverso i trasporti e le tecnologie di comunicazione. Fondamentalmente, questo consente di calcolare le risorse necessarie per fornire questi servizi di base».

I maggiori gap nei DLS sono state riscontrati nell’Africa subsahariana, dove oltre il 60% della popolazione è carente in almeno la metà degli indicatori DLS. I ricercatori hanno anche identificato un’elevata carenza di DLS in indicatori come servizi igienico-sanitari e accesso all’acqua, accesso a cucine pulite e comfort termico nell’Asia meridionale e del Pacifico e gap più moderati in altre regioni. «Uno dei risultati più sorprendenti dello studio  – dicono i ricercatori – è stato che il numero di persone prive dei bisogni di base secondo il DLS generalmente supera di gran lunga il numero di persone in estrema povertà, il che significa che le attuali soglie di povertà sono spesso incoerenti con una vita dignitosa».

Quando hanno preso in esame quali componenti di DLS richiedono il maggior investimento in energia, i ricercatori hanno identificato l’alloggio e i trasporti come quelli con la quota maggiore.

Il principale autore dello studio, Jarmo Kikstra, ha evidenziato che «La maggior parte della popolazione mondiale non ha attualmente livelli dignitosi di trasporto motorizzato. Un’importante lezione politica per i governi nazionali è il grande impatto degli investimenti nel trasporto pubblico per ridurre l’uso dei veicoli passeggeri, che generalmente hanno un consumo di energia molto più elevato per persona. Tali politiche potrebbero portare a un uso più equo dell’energia in tutte le società perché il trasporto pubblico e gli spostamenti attivi sono molto più efficienti dal punto di vista energetico rispetto al trasporto privato, pur non influenzando chiaramente i bisogni umani».

Il rapporto spiega che «L’energia iniziale richiesta a livello globale per costruire nuove case, strade e altri materiali per consentire la fornitura di DLS per tutti dal 2015 al 2040 è di circa 12 exajoule all’anno. Questa è solo una frazione dell’attuale consumo totale di energia finale, che supera i 400 exajoule all’anno. Più consistente è l’incremento di energia annua per il funzionamento di questo aumento di servizi, inclusi i costi di manutenzione, che alla fine aumenta di circa 68 exajoule. Per alcuni paesi, raggiungere questo obiettivo richiederebbe forti cambiamenti nello sviluppo, che saranno impegnativi, soprattutto nel Sud del mondo».

Kikstra aggiunge: «Per la maggior parte dei paesi, in particolare molti Paesi poveri in Africa, una crescita senza precedenti nel consumo di energia e una crescita più equamente distribuita sono essenziali per raggiungere il DLS prima della metà del secolo. Pertanto, la sfida più grande per i responsabili politici sarà quella di raggiungere un’equa distribuzione dell’accesso all’energia in tutto il mondo, che attualmente è ancora fuori portata».

Però, secondo lo studio, «La quantità di energia necessaria per una vita dignitosa in tutto il mondo è inferiore alla metà della domanda energetica finale totale prevista nella maggior parte dei percorsi futuri che mantengono l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5° C. Questo indica che il raggiungimento del DLS per tutti non deve interferire con gli obiettivi climatici».

Sebbene questo rapporto cambi a seconda dei diversi scenari di mitigazione climatica e per regione, il fabbisogno energetico per DLS rimane sempre ben al di sotto del fabbisogno energetico previsto a livello di regioni globali più grandi. La quantità di energia necessaria per fornire standard di vita dignitosi per l’intera popolazione mondiale è una frazione del budget energetico annuale compatibile con il mantenimento del cambiamento climatico entro 1,5 °C dal riscaldamento, suggerisce un nuovo studio. In questi scenari ci vorrebbe solo il 28%–39% del budget energetico globale annuale per soddisfare i bisogni primari delle persone.

Un altro autore dello studio, Alessio Mastrucci,  fa notare che «Per raggiungere condizioni di vita dignitose in tutto il mondo, sembra che non dobbiamo limitare l’accesso all’energia ai servizi di base poiché c’è un surplus di energia totale. Quel che forse è inaspettato è che anche in scenari molto ambiziosi di eradicamento della povertà e mitigazione climatica, c’è ancora molta energia disponibile per il benessere».

Un coautore dello studio, Jihoon Min, conclude: «I nostri risultati supportano l’idea che, su scala globale, l’energia per eradicare la povertà non rappresenti una minaccia per mitigare il cambiamento climatico. Tuttavia, per fornire a tutti una vita dignitosa, è necessaria una ridistribuzione dell’energia in tutto il mondo e una crescita energetica finale senza precedenti in molti Paesi poveri»