«Occorre una politica energetica e climatica centrata sui bambini».

La doppia minaccia dei combustibili fossili per i bambini

La salute dei più piccoli in pericolo per inquinamento e cambiamento climatico

[22 Giugno 2016]

Frederica P. Perera della Columbia University Mailman School of Public Health, ha pubblicato su Environmental Health Perspectives la ricerca “Multiple Threats to Child Health from Fossil Fuel Combustion: Impacts of Air Pollution and Climate Change” che lancia un rinnovato e preoccupato allarme sugli effetti dei combustibili fossili sulla salute dei bambini. Ecco il parere che accompagna lo studio pubblicato su Environmental Health News  con il titolo Opinion: The case for a child-centered energy and climate policy”:

I bambini soffrono di più per la combustione di combustibili fossili.

la combustione di combustibili fossili e l’inquinamento atmosferico associato e l’anidride carbonica (CO2)  sono la causa principale di gran parte delle malattie dei nostri figli e degli odierni problemi di salute dei bambini, così come del loro futuro incerto. Ci sono forti argomentazioni scientifiche, oltre a quelle economiche convincenti, per ridurre la dipendenza del mondo riguardo all’energia prodotta dalla combustione di combustibili fossili come il carbone, il petrolio, il gasolio e la benzina.

Queste  comprendono i 7 milioni di adulti morti ogni anno attribuiti all’inquinamento atmosferico, la maggior parte di loro per la combustione di combustibili fossili. E’ meno  riconosciuto e passa in gran parte sotto silenzio, il peso enorme per la salute e lo sviluppo dei bambini delle sostanze tossiche nell’aria e dei cambiamenti climatici.

I bambini, i cui corpi e cervelli sono particolarmente vulnerabili ai danneggiamenti mentre si sviluppano nell’utero e nei primi anni di vita, sopportano un onere sproporzionato sia delle malattie da inquinamento atmosferico che dal cambiamento climatico. L’esposizione a sostanze inquinanti tossiche rilasciate durante la combustione di combustibili fossili contribuisce al basso peso alla nascita, a disturbi cognitivi e comportamentali, all’asma e ad altre malattie respiratorie. Il cambiamento climatico è legato agli aumenti di malattie legate al caldo, alla malnutrizione, malattie infettive, traumi fisici, problemi di salute mentale e malattie respiratorie.

Mentre l’inquinamento dell’aria e gli effetti negativi sulla salute dei cambiamenti climatici riguardano tutti noi, sono più dannosi per i bambini, in particolare per lo sviluppo del feto e dei bambini e in particolare quelli a  basso status socio-economico, che hanno spesso le maggiori esposizioni e la minor quantità di protezione.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un terzo dell’ammontare globale delle malattie è causato da fattori ambientali e oltre il 40% di tale onere è a carico bambini al di sotto dei 5 anni. Allo stesso modo, quasi il 90% dell’ammontare globale delle malattie causate dai cambiamenti climatici è a carico dei piccoli abitanti del nostro pianeta, con la maggior parte di quel fardello che ricade sulle persone che vivono in Paesi in via di sviluppo.

I bambini nelle comunità a basso reddito negli Stati Uniti, così come a livello globale, soffrono di più a causa di esposizioni sproporzionatamente elevate a fonti inquinanti, che hanno maggiori probabilità di venire costruite nella zona di quartieri in cui vivono. I poveri hanno anche maggiori probabilità di vivere in aree vulnerabili alla siccità e alle  inondazioni, aggravate dai cambiamenti climatici.

Il danno da tali esposizioni è amplificato da altri fattori legati alla povertà, come la cattiva alimentazione, il sostegno sociale inadeguato e gli stress psico-sociali associati alla povertà e al razzismo. Anche negli Stati Uniti, il Paese più prospero del mondo, il tasso di povertà infantile è di un sorprendente 22%.

Ogni giorno ci rifiutiamo di agire per  risolvere questi problemi. L’inazione perpetua danneggia la salute con gli inquinanti atmosferici tossici e ritarda e riduce la nostra capacità di contrastare le sempre più gravi conseguenze del cambiamento climatico. E porta conseguenze a lungo termine per ogni nuovo bambino che viene concepito.

L’esposizione in utero e nella prima infanzia alle emissioni tossiche, a carestie, inondazioni e altri disastri, non solo aumenta il rischio dei problemi per lo sviluppo neurologico e la salute mentale, l’arresto della crescita, le malattie respiratorie e altri problemi di salute che si manifestano durante l’infanzia e la fanciullezza, ma anche per le malattie cardiache, le malattie polmonari ostruttive croniche e il cancro in età adulta.

Infine, un crescente corpo di evidenze suggerisce che le esposizioni precoci agli  inquinanti atmosferici, la deprivazione nutrizionale e lo stress possono influire sulla salute delle generazioni future, alterando eventualmente la regolazione dei geni coinvolti nei percorsi della malattia.

Le stime dei costi economici sono limitate, ma indicano l’entità dei benefici potenziali dell’azione. Nel 2010, il costo economico delle nascite pretermine attribuibile al particolato nell’aria negli USA è stato stimato in oltre 4 miliardi di dollatri/anno. Il costo monetario stimato degli impatti sulla salute imputabili all’inquinamento atmosferico dalle centrali a carbone esistenti negli USA, nel 2010 ha superato 100 miliardi di dollari all’ anno. L’OMS ha stimato che entro il 2030, il costo globale del cambiamento climatico da decessi e malattie (solo di diarrea, malnutrizione, malaria e stress termico) sarà di 2- 4 miliardi di dollari all’anno.

Non c’è dubbio che ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili potrebbe avere benefici per la salute ed economici molto significativi per i bambini in tutto il mondo, sia immediatamente che nel futuro, migliorando notevolmente la salute e il benessere delle generazioni a venire. Sapendo questo, abbiamo l’imperativo morale di attuare politiche energetiche e climatiche centrate sui bambini, che affrontino l’intera gamma dei fattori di stress fisici e psicosociali a cui i bambini sono sottoposti a causa della combustione dei combustibili fossili.

Non fare tutto il possibile, per proteggerli da pericoli prevenibili è a dir poco abbandonarli. Come loro guardiani e protettori, dobbiamo agire in modo responsabile.


Frederica Perera

Columbia University Mailman School of Public Health e Columbia Center for Children’s Environmental Health