La Corea del nord finanzia i suoi missili nucleari rubando criptovalute

Le sanzioni non fermano i lanci del missili nordcoreani ma affamano la popolzione

[7 Febbraio 2022]

Secondo un estratto di un rapporto riservato per il Consiglio di sicurezza dell’Onu del quale è entrato in possesso la Reuters. «La Corea del Nord ha continuato a sviluppare i suoi programmi di missili nucleari e balistici durante l’ultimo anno e gli attacchi informatici agli scambi di criptovalute sono stati un’importante fonte di entrate per Pyongyang».

Il 4 febbraio, rapporto annuale dell’independent sanctions monitors è stato sottoposto all’attenzione del  Security Council North Korea sanctions committee dell’Onu e gli esperti indipendenti sottolineano che «Sebbene non siano stati segnalati test nucleari o lanci di missili balistici intercontinentali (missili balistici intercontinentali), la RPDC ha continuato a sviluppare la sua capacità di produzione di materiali fissili nucleari».

Il rapporto è stato evidentemente redatto prima dei recentissimi lanci di missili da parte della Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC) alla quale i Consiglio di sicurezza dell’Onu avrebbe già da tempo vietato di svolgere attività di questo tipo. Infatti, l’agenzia ufficiale nordcoreana KNCA a Corea del Nord il 30 gennaio aveva confermato che la RPDC  aveva lanciato un missile balistico Hwasong-12,  a raggio intermedio, verso il Mar del Giappone, realizzando il suo test missilistico più potente in oltre 4 anni e il settimo dall’inizio del anno e ha pubblicato diverse foto scattate dallo spazio per dimostrare il successo del lancio. Il missile ha percorso 800 km prima di cadere nel Mar del Giappone ed essere subito condannato da Seoul , Tokyo e Washington, che hanno espresso la preoccupazione per il fatto che il test possa essere una preparazione per il ritorno della Corea del Nord ai test missilistici e nucleari a lungo raggio. Si ritiene che l’Hwasong-12 sia in grado di trasportare una testata nucleare e abbia una portata massima stimata di 4.500 km, in grado di colpire il territorio statunitense di Guam nell’Oceano Pacifico settentrionale.

All’inizio di gennaio il goveno nazional-stalinista nordcoreano aveva annunciato la possibilità di «riavviare tutte le attività temporaneamente sospese in risposta alla politica ostile degli Stati Uniti».

Secondo il rapporto riservato di cui è entrata in possesso la Reuters, «La manutenzione e lo sviluppo dell’infrastruttura nucleare e dei missili balistici della RPDC sono continuati e la RPDC ha continuato a cercare materiale, tecnologia e know-how per questi programmi all’estero, anche attraverso mezzi informatici e ricerca scientifica congiunta». L’independent sanctions monitors avverte che newl 2021 c’era stata una marcata accelerazione dei test missilistici da parte di Pyongyang e che «La RPDC ha dimostrato maggiori capacità di dispiegamento rapido, ampia mobilità (anche in mare) e una migliore resilienza delle sue forze missilistiche». Poi i nordcoreani hanno effettuato 9 lanci di missili balistici a gennaio, il numero più alto in un solo mese nella storia delle armi di distruzione di massa e dei programmi missilistici della P RPDC.

Ma dove prende i fondi necessari per fare questi costosissimi test balistico/nucleari un Paese poverissimo come la Corea del nord che dal  2006 è soggetta al sanzioni Onu via via rafforzate dal Consiglio di sicurezza?. La spiegazione data dall’independent sanctions monitors è sorprendente: «Gli attacchi informatici, in particolare sugli asset di criptovaluta, rimangono un’importante fonte di entrate per la Corea del Nord» e gli esperti indipendenti dicono di ave aver ricevuto informazioni sul fatto che «Gli hacker nordcoreani hanno continuato a prendere di mira istituzioni finanziarie, società di criptovaluta e scambi. Secondo uno Stato membro, tra il 2020 e la metà del 2021, i cyberactors della RPDC hanno rubato più di 50 milioni di dollari da almeno tre scambi di criptovalute in Nord America, Europa e Asia»

Gli independent sanctions monitors hanno anche citato un rapporto di gennaio di Chainalysis secondo il quale «La Corea del Nord ha lanciato almeno 7 attacchi a piattaforme di criptovaluta che hanno estratto quasi 400 milioni di dollari di risorse digitali l’anno scorso».

Nel 2019, gli osservatori delle sanzioni delle Nazioni Unite avevano riferito che la Corea del Nord aveva rubato circa 2 miliardi di dollari per i suoi programmi di armi di distruzione di massa utilizzando attacchi informatici diffusi e sempre più sofisticati. L’ultimo rapporto affermava che il rigoroso blocco imposto in Corea del Nord in risposta alla pandemia di Covid-19 significava che  «Il commercio illecito, compresi i beni di lusso, è in gran parte cessato», compresi tutti i beni sotto embargo Onu come carbone, ferro, piombo, tessuti e frutti di mare nordcoreani, un embargo che limita anche le importazioni di petrolio greggio e prodotti petroliferi raffinati. E il rapporto riservato rivela invece che «Sebbene le esportazioni marittime di carbone dalla RPDC siano aumentate nella seconda metà del 2021, erano ancora a livelli relativamente bassi. La quantità di importazioni illecite di petrolio raffinato è aumentata notevolmente nello stesso periodo, ma a un livello molto inferiore rispetto agli anni precedenti. La consegna diretta alla RPDC da parte di navi cisterna non della RPDC è cessata, probabilmente in risposta alle misure Covid-19: invece, solo le petroliere della RPDC hanno consegnato petrolio».

Mentre il regime continua a sparare nello spazio costosissimi miz ssili che precipitano nel Mar del Giappone, in Corea del Nord la situazione umanitaria continua a peggiorare. Gli osservatori Onu dicono che «Questo è probabilmente dovuto al blocco del Covid-19, ma che la mancanza di informazioni dalla Corea del Nord significa che è difficile determinare quanto le sanzioni delle Nazioni Unite stiano danneggiando  involontariamente la popolazione civile».

Senza evidentemente fermare i missili nordcoreani pagati in criptovaluta rubata.