Riceviamo e pubblichiamo

La battaglia di Cesenatico, dove il Comune chiede che le piattaforme offshore paghino Ici e Imu

È il primo caso in Italia di questo genere: in ballo 9,5 milioni di euro, 6 gli impianti di estrazione Eni coinvolti

[16 Agosto 2016]

Il Comune di Cesenatico ha iniziato a valutare già da fine 2013 la possibilità di assoggettare ad Ici/Imu le piattaforme in concessione ad Eni per ricerca ed estrazione di gas naturale di fronte al territorio comunale.

Nel corso del 2014 si è richiesto alla Capitaneria di porto di Rimini una delimitazione geografica e cartografica dello spazio di mate antistante il territorio di Cesenatico che ha permesso di localizzare entro le 12 miglia sei piattaforme di cui una a 3,5 miglia (piattaforma Morena) e cinque a 10 miglia (piattaforme Cervia A, B, C, Cluster e Arianna). Successivamente si è richiesto ad Eni di fornire il valore contabile di dette strutture al fine di valutarne il possibile assoggettamento ad Ici/Imu con i criteri previsti per fabbricati ascrivibili alla categoria D, ma privi di rendita catastale. La direzione di Eni ha fornito una serie completa dei valori contabili per singolo impianto, oltre ai progetti e allo stato di fatto, pur dichiarandosi contraria all’assoggettamento di dette strutture ad imposte comunali.

A seguito della sentenza della Commissione tributaria dell’Abruzzo (Comune Torino di Sangro)  e, soprattutto a quella nota della Corte di cassazione del febbraio 2016 (Comune di Pineto), il Comune di Cesenatico si è ritenuto legittimato ad emettere nel mese di aprile i primi atti di accertamento Ici per le annualità 2010 e 2011 e notificarli ad Eni.

Il valore preso a base imponibile è quello contabile comunicato da Eni per i sei impianti (complessivamente circa 90 milioni di euro per valori degli anni ‘80), soggetto a rivalutazione mediante le corrispondenti tabelle ministeriali. Probabilmente il Comune di Cesenatico è il primo Comune ad emettere atti di accertamento Ici delle piattaforme basati su valori contabili dei cespiti, come rimarcato dalle Commissioni tributarie regionali e dalla Corte di cassazione, e non su proprie perizie di  stima.

L’imposta corrispondente per l’intero periodo (2010 – 2015), dopo la rivalutazione,  corrisponde a circa 9,5 milioni di euro. I primi atti emessi dal Comune di Cesenatico prevedono la disapplicazione delle sanzioni per omessa dichiarazione e versamento (Ici), riconoscendo ad Eni l’incertezza normativa precedente alle citate sentenze. L’Eni ha presentato ricorso alla competente Commissione tributaria di Forlì – Cesena, adducendo essenzialmente le motivazioni contenute nella Risoluzione ministeriale del 1 giugno.

Oltre all’avvio dell’iter procedurale del processo tributario, si attende ora con interesse lo sviluppo delle proposte di legge recentemente presentate da gruppi parlamentari al fine di definire per via legislativa l’intera vicenda, anche per il 2016 e anni successivi.  Si attende inoltre con estremo interesse la pubblicazione di una seconda sentenza della Corte di cassazione, riunitasi il 5 luglio scorso, quale terzo grado di giudizio dell’azione avviata dal Comune di Termoli, in condizione quindi di esprimere una decisione considerando la citata risoluzione ministeriale del 1 giugno.

di Riccardo Spadarelli, dirigente Servizi finanziari – Comune di Cesenatico, per greenreport.it