Infrastrutture di ricarica: crescita record dei punti ad alta potenza

Motus-E: necessario puntare ad una maggiore capillarità delle stazioni

[10 Ottobre 2022]

Secondo la rilevazione trimestrale di Motus-E, l’associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica, «Al 30 settembre 2022 in Italia risultano installati 32.776 punti di ricarica in 16.700 infrastrutture di ricarica (o stazioni, o colonnine) e 13.225 location accessibili al pubblico».

La rilevazione evidenzia che «Negli ultimi tre mesi si osserva un aumento di 2.072 punti di ricarica, 1.026 Infrastrutture e 815 nuove location. Rispetto a settembre 2021, invece, i punti di ricarica hanno registrato una crescita di 7.982 unità». Ma fa anche notare che «Nonostante i numeri positivi, il 12% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative».

Il 45% degli oltre 2.000 punti di ricarica installati in questo trimestre sono punti di ricarica ad alta potenza. Attualmente “il 90% dei punti di ricarica installati è in corrente alternata (AC), mentre il 10% in corrente continua (DC)”, spiega l’Associazione.

Guardando alla distribuzione geografica, Motus-E sottolinea che «Il 57% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro e solo il 20% nel Sud e nelle Isole». E in Europa, il nostro Paese è tra i più virtuosi: «Come mostrano i dati di Giugno 2022, l’Italia mette a disposizione di 100 automobilisti di auto completamente elettriche circa 21 punti di ricarica, al di sopra della media europea (13) e molti di più di quelli offerti da Germania (10), Francia (12) e Spagna (19). Fanno meglio di noi, tra le grandi, solo Belgio (24) e Paesi Bassi (33)».

Motus-E  conclude: «I numeri mostrano un trend positivo che auguriamo prosegua nei prossimi mesi, grazie anche ai fondi del PNRR. L’Italia deve comunque colmare alcune lacune geografiche per raggiungere una capillarità maggiore e deve sanare il ritardo di installazioni in autostrada. Siamo sulla buona strada, ma dobbiamo accelerare in vista del 2035».