India: gli Adivasi protestano contro le miniere di carbone concesse «illegalmente» da Modi

Raduno gandhiano e marcia di 10 giorni degli Adivasi per rivendicare il diritto a vivere in pace con la natura nelle loro terre ancestrali

[8 Ottobre 2021]

Il 2 ottobre con un “raduno di gram sabhas” nel villaggio di Fattepur e il  4 ottobre con la partenza di una marcia di 10 giorni da Fattepur a Raipur, centinaia di abitanti dei villaggi indigeni della foresta indiana di Hasdeo hanno dato inizio a una grande protesta contro i piani del governo per una massiccia espansione delle miniere di carbone sulle loro terre e per «Salare il fiume Hasdeo, la foresta e l’ambiente, per salvare il nostro stile di vita, la nostra cultura e la nostra esistenza».

Survival International, che appoggia la protesta, spiega che «Indigeni provenienti dalle comunità adivasi che vivono nella foresta di Hasdeo – che coi suoi 170.000 ettari è una delle aree forestali intatte più grandi nel Paese – si sono riuniti nel giorno del compleanno di Ghandi (2 ottobre), per poi marciare per 300 km verso la capitale dello stato di Chhattisgarh, dal 4 al 13 ottobre. La foresta Hasdeo è la casa ancestrale di circa 10.000 Adivasi appartenenti, tra gli altri, ai popoli Gond, Oraon, Lohar e Kunwar. È anche una delle regioni dell’India più ricche e biodiverse».

Il primo ministro del governo di destra induista dell’India, Narendra Damodardas Modi, sta promuovendo un piano per l’apertura di nuove miniere di carbone nell’area che, se venisse realizzato, spazzerebbe via la foresta e i suoi popoli autoctoni che gli estremisti indiani considerano subumani.

Survival denuncia che «Modi intende dare il via a 55 nuove miniere di carbone in varie parti dell’India, ed espandere le 193 già esistenti per portare la produzione di carbone a un miliardo di tonnellate annue. I lotti sono già stati assegnati all’asta ad alcune delle più grandi società minerarie dell’India, tra cui Adani, Vedanta e Aditya Birla. Gran parte del piano governativo esistente è illegale perché l’attività estrattiva nelle terre adivasi non dovrebbe procedere senza il loro consenso. In tutta l’India, gli Adivasi si sono opposti fermamente alle miniere avendo costatato in prima persona come quelle già esistenti abbiano distrutto le foreste e le comunità che vi vivevano. I popoli Adivasi si oppongono alle miniere in tutto il paese da decine di anni, bloccando anche le scavatrici e protestando pacificamente. In risposta, molti di loro sono stati arrestati picchiati e anche assassinati».

In una lettera aperta per invitare i «Compagni Johar» alla mobilitazione, l’Hasdeo Aranya Bachao Sangharsh Samiti  (Comitato di resistenza per salvare la foresta Hasdeo), scrive; «Come tutti sapete, la nostra regione rientra nell’Allegato V della Costituzione. Nonostante ciò, il governo federale e quello statale, invece di proteggere i diritti di noi tribali e di altri abitanti tradizionali delle foreste, si sono uniti alle compagnie minerarie e hanno lavorato per devastare la nostra foresta e la nostra terra. La minaccia del cambiamento climatico minaccia, in un modo o nell’altro, l’esistenza di ogni creatura su questo pianeta, nonostante questo, i governi e le compagnie minerarie vogliono distruggere la bellissima ed enorme foresta di Hasdeo. Come tutti sappiamo, la foresta di Hasdeo, situata ai confini dei distretti settentrionali di Korba e meridionali di Surajpur e Sarguja, è una vasta distesa di foreste contigue ricca di biodiversità. E’ anche il bacino idrografico del fiume Hasdeo e della diga Minimata Bango che disseta la gente e i campi a Janjgir-Champa, Korba e Bilaspur. Questo è un habitat per animali importanti come gli elefanti ed è anche un corridoio per gli elefanti.  Nel 2010, lo stesso ministero federale dell’ambiente, delle foreste e dei cambiamenti climatici aveva limitato l’attività mineraria e aveva annunciato che l’intera foresta di Hasdeo era una “zona vietata”. Tuttavia, sotto la pressione delle imprese, lo stesso ministero si è opposto alla decisione del comitato consultivo forestale di non consentire alcuna attività mineraria nella foresta di Hasdeo e ha autorizzato la miniera di carbone di Parsa East Kete Basen. L’onorevole National Green Tribunal (NGT) aveva annullato questa autorizzazione nel 2014. Ora, l’estrazione del carbone nei 750 ettari di terreno forestale continua solo sulla base di un’ordinanza di sospensione della Corte Suprema e al momento questa miniera non ha nessun disboscamento forestale legale».

Nel 2015, 20 gram sabha (le amministrazioni elettive) della regione di Hasdeo Aranya avevano presentato delle mozioni al governo federale indiano per chiedere che non venisse assegnata nessuna licenza per estrarre carbone all’interno della regione doveva essere assegnato o messo all’asta. E l’Hasdeo Aranya Bachao Sangharsh Samit ricorda che aveva avveritito che «Se queste assegnazioni o aste avessero avuto luogo, ci saremmo opposti con forza e in nessun caso avremmo permesso che la nostra foresta e la nostra terra fossero distrutte. Abbiamo i diritti costituzionali per proteggere la nostra acqua, foresta, terra, mezzi di sussistenza e cultura che ci sono concessi tramite l’Allegato V. Questi diritti ci sono concessi attraverso l’estensione del Panchayat nelle aree pianificate (PESA) del 1996 e ai sensi dell’articolo 5 del Programmato Tribes and Other Traditional Forest Dwellers (Recognition of Forest Rights) Act (FRA) del 2006 afferma che siamo in grado di avere questa responsabilità». Nonostante questo, il governo Modi ha assegnato concessioni per 7 miniere di carbone nella regione a società del governo statale del Chhattisgarh.  Gli Adivasi  rivelano che «I governi statali hanno a loro volta incaricato Adani di sviluppare ed estrarre in questi blocchi come Mine Developer and Operator (MDO)». Insieme a questo, i governi statali hanno anche accettato di acquistare carbone da Adani a prezzi superiori al tasso di mercato, danneggiando non solo la salute ma anche le tasche già magre dei loro cittadini.  Per l’organizzazine tribale «Si tratta dell’ennesima truffa sul carbone nel Paese (la prima è stata la Coal Gate Scam su cui la Corte Suprema si era pronunciata nel 2014)».

Dopo la resistenza e la campagna contro queste licenze carbonifere da parte dei gram sabhas, nel 2015 il presidente nazionale del Partito del Congresso nazionale indiano, Rahul Gandhi, aveva rassicurato gli Adivasi che il suo partito era al loro fianco nella nostra lotta contro le miniere e che non avrebbe permesso che le loro terre e le loro foreste fossero distrutte. «Ma oggi – denuncia l’appello degli attivisti – dopo aver formato il governo nel Chhattisgarh, il Congresso si è allontanato da questa promessa e sostiene il governo Modi mentre ci strappa via le nostre foreste e terre per darle a corporations come Adani e Birla».

Dopo la massiccia opposizione degli abitanti dei villaggi e dei  gram sabha contro l’estrazione del carbone, il ministero del carbone sotto il governo Modi sta acquistando terreni dell’Hasdeo Aranya utilizzando il Coal Bearing Areas Act 1957, che consente di aggirare il consenso dei gram sabhas. l’Hasdeo Aranya Bachao Sangharsh Samiti  accusa: «Il disboscamento della foresta per il blocco di carbone di Parsa è stato ottenuto anche falsificando risoluzioni del gram sabha esercitando pressioni sulle nostre autorità. Sono stati portati in una guest house a Udaipur (la città più vicina ad almeno 20 km di distanza dai nostri villaggi) e costretti a firmare il documento contraffatto. Nel 2019, nel villaggio di Fattepur, facemmo tutti un sit-in di protesta di 75 giorni con queste richieste: 1) annullare il documento contraffatto e condurre indagini contro i colpevoli e 2) annullare il processo di acquisizione della terra che era stato fatto senza il consenso del gram sabhas. Tuttavia, il governo statale non se ne è accorto. Non ci sono state indagini nonostante la presentazione di un memorandum direttamente al Primo Ministro. Al contrario, il governo ha aiutato Adani a iniziare a lavorare nelle miniere a scopo di lucro».

Sono queste le circostanze e le violazioni che hanno portato gli Adivasi resistere e indire un satyagrah (letteralmente, insistenza sulla verità un termine coniato da Gandhi durante la lotta per la libertà dell’India) «Per salvaguardare la nostra acqua, foresta, terra e i nostri mezzi di sussistenza e cultura che dipendono da loro» fanno appello «A  tutti i cittadini che amano la Costituzione e la Democrazia, tutti coloro che sono impegnati a salvaguardare le acque, le foreste, la terra e l’ambiente e tutti i cittadini senzienti di unirsi a noi».

Le richieste dell’Hasdeo Aranya Bachao Sangharsh Samiti sono molto precise: Annullare tutti i progetti di estrazione del carbone nell’Hadeo Aranya: Annullare immediatamente tutte le acquisizioni di terreni effettuate senza il consenso del gram sabha ai sensi del Coal Bearing Areas Act 1957; Implementare la fornitura del consenso obbligatorio richiesto dal gram sabha prima di qualsiasi processo di acquisizione di terreni nelle aree dell’Allegato V; Annullare immediatamente l’autorizzazione forestale concessa alla miniera di carbone di Parsa sulla base di una falsa mozione del gram sabha e registrare i FIR (First Information Reports o denunce di polizia) contro le autorità servite a orchestrare tutto questo; Ripristinare Ghatbarra con il diritto forestale comunitario e riconoscere le risorse forestali comunitarie ei diritti forestali individuali in ogni villaggio; Conformità al PESA 1996.

La direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce, conclude: «L’estensione dell’estrazione di carbone pianificata oggi, non solo distruggerà le case, le terre e i mezzi di sostentamento degli indigeni, ma si farà anche beffe della pretesa di Modi di essere in prima fila nell’affrontare la crisi climatica. Sostenere la resistenza degli Adivasi all’estrazione del carbone dovrebbe essere una priorità internazionale».