Incidente nucleare in Russia: è esploso il motore atomico sperimentale di un missille

Rosatom conferma i 5 morti ma minimizza. Greenpeace: picco radioattivo 20 volte il normale livello di fondo

[12 Agosto 2019]

L’agenzia nucleare statale russa Rosatom ha cominciato a rivelare alcuni dettagli sull’incidente, avvenuto la settimana scorsa su una piattaforma offshore, che ha scosso la regione di Arkhangelsk, alimentato i timori di un nuovo disastro nucleare simile a quello di Chernobyl e che alla fine è risultata essere l’esplosione di un motore missilistico segreto alimentato a isotopi. Rosatom e l’agenzia internazionale russa RT dicono che la deflagrazione «E’ stata così potente che ha fatto a pezzi il dispositivo e ha gettato in mare i lavoratori che lavoravano su una piattaforma marittima. Le ricerche per i dispersi sono andate avanti tutto il giorno».

La compagnia statale atomica russa ha rivelato che «L’esplosione, che ha ucciso cinque dipendenti e ha ferito gravemente altri tre, è avvenuta su una piattaforma marittima» ed è stata causata dal concatenarsi di alcuni eventi: «All’inizio il test del “motore a propellente liquido” segreto è andato liscio, ma poi il dispositivo ha preso fuoco e lo ha fatto esplodere».

Per gli uomini finiti in mare c’erano poche speranze fin da subito: a latitutini così a nord l’acqua è gelida anche in estate, ma i tentativi di ricerca delle vittime sono durati tutto il giorno, fino a quando le speranze sono svanite e i 5 tecnici che lavoravano al motore missilistico atomico supersegreto sono stati dichiarati morti. Altri tre lavoratori sono stati ricoverati in ospedale con vari traumi e ustioni.

Rosatom ha lodato il lavoro dei dipendenti, che «Erano ben consapevoli della natura pericolosa dei test sui motori sperimentali».

I 5 morti lavoravano a quella che Rosatom definisce «una fonte di energia isotopica per un sistema di propulsione».

Di fronte a tanta segretezza squarciata solo da un’esplosione mortale, non rassicura certo che la compagnia nucleare russa dica che «Un aumento della radiazione di fondo è stato registrato sul sito del test, ma le misurazioni siano presto tornate alla normalità».

L’amministrazione della città di Severodvinsk, a circa 30 km a est della piattaforma dove si testava il motore missilistico nucleare, nel più importante cantiere navale militare  della flotta settentrionale della Russia, ha confermato le notizie di un breve picco di radiazioni a 0,11 microsievert all’ora, con un picco  a 0.6. Il rapporto afferma che «E’ durato solo mezz’ora e la media giornaliera non è stata seriamente compromessa».

RT lamenta il fatto che «La segretezza che circonda lo sfortunato test ha inevitabilmente dato origine a teorie della cospirazione. Immagini dei team hazmat  (hazardous material, ndr) che hanno effettuano misurazioni e le ambulanze appositamente preparate che hanno trasportato i feriti sono state utilizzate per supportare alcuni titoli dei media che inducono al panico, mentre i tabloid hanno speculato sul tipo di arma coinvolta nel test. Tuttavia, le voci di un grave insabbiamento radioattivo non hanno trovato riscontro sul terreno e la vicina Finlandia non ha registrato alcuna deviazione dai livelli normali».

Intanto le forze armate russe hanno smentito la notizia secondo cui una nave di Rosatom, in grado di raccogliere scorie radioattive, sia stata inviata a Severodvinsk, affermando che in realtà sta eseguendo test già programmati in precedenza.

Rosatom e le autorità federali e locali minimizzano, ma l’8 agosto Greenpeace Russia  aveva fatto notare che «Secondo l’ Ufficio del Ministero delle situazioni di emergenza per la regione di Arkhangelsk, a Severodvinsk, situato a circa 30 km dal villaggio di Nenoksa, oggi è stato registrato un picco nel fondo delle radiazioni a 2 μSv/h. Prima di questo, i media avevano riportato un’esplosione in un campo di addestramento militare vicino al villaggio di Nenoksa durante una prova di un sistema di propulsione liquido. 2 μSv/h superano di 20 volte il normale livello di fondo. Un tale aumento del fondo può essere un indicatore della presenza nell’aria di radionuclidi a emissione di alfa e beta che sono pericolosi se si è esposti a radiazioni interne (ad esempio, per inalazione di gas radioattivi o aerosol)».

Greenpeace Russia ha chiesto a Rospotrebnadzor, il servizio federale russo per la tutela dei diritti dei consumatori e del benessere umano, di »determinare a quali valori sono aumentate la radiazioni di fondo nel luogo di rilascio e quali radionuclidi sono stati emessi  nell’aria, se vi fosse una minaccia per la salute umana, se sia stata effettuata una valutazione dell’esposizione interna ed esterna dei residenti (anche nel villaggio di Nenoksa ). Inoltre, è importante determinare le cause dell’aumento della radiazione di fondo».

I russi sanno bene che i sospetti occidentali e le preoccupazioni ambientaliste trovano solide radici nella segretezza che circonda un’area dell’Artico che, fin dai tempi dell’Unione Sovietica, è stata trasformata in un cantiere nucleare, nel quale gli incidenti si sono ripetuti,  e in un cimitero atomico subacqueo per “smaltire” sottomarini, motori atomici di rompighiaccio e scorie nucleari, prima dell’Urss e poi, in perfetta continuità, della Russia.