Prudenza su rinnovabili e auto elettriche. Nessuna preclusione sul nucleare

Il ministro dell’ambiente Pichetto alla Camera: «Rigassificatori Piombino e Ravenna necessari in breve tempo»

Linea completamente diversa tra governo e la destra a Piombino e in Toscana. Bonafè (PD): governo e maggioranza dicono no alle opere compensative per Piombino

[22 Dicembre 2022]

Intervenendo ieri di fronte alle Commissioni riunite ambiente e attività produttive della Camera dei deputati, il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase), Gilberto Pichetto Fratin ha detto che «Per garantire la sicurezza energetica al Paese in questa delicata fase storica, i rigassificatori di Piombino e di Ravenna sono necessari. Ed è importante che siano realizzati nel più breve tempo possibile. Per Piombino, c’è l’impegno mio e del governo per un uso temporaneo, non oltre i tre anni».

Il ministro di Forza Italia e della maggioranza che comprende Fratelli d’Italia, Lega e centristi, conferma quindi il sostegno del governo Meloni a quanto deciso dal presidente PD della Regione Toscana Eugenio Giani – duramente attaccato per questo dall’opposizione di centro-destra in Regione –  e lo fa proprio nel giorno in cui si è tenuta l’udienza in Camera di consiglio per decidere in merito alla richiesta di sospensiva avanzata dal Comune di Piombino (Sindaco Fratelli d’Italia e maggioranza di centro-destra) nell’ambito del ricorso al Tar contro il rigassificatore. Tar che si è appena espresso nel merito, decidendo – come ampiamente atteso – di non concedere la sospensiva richiesta dal Comune.

Rispondendo  ad alcuni quesiti dei parlamentari. Pichetto ha sottolineato che «Allo stesso tempo è giusto che lo Stato si faccia carico delle esigenze delle comunità che garantiscono un servizio così importante alla Nazione. Sono in corso interlocuzioni con i soggetti interessati alla riqualificazione ambientale delle aree. Si tratta di realizzare opere di riqualificazione importanti, che auspico possano essere ultimate in tempi rapidi». Ma sono proprio le cosiddette “compensazioni” che a Piombino vengono respinte dal Comune e dai Comitati no-rigassificatore e che la Destra toscana accusa Giani di usare come cavalli di Troia per piazzare il rigassificatore in Porto a Piombino.

Intanto, Simona Bonafè, vice presidente dei deputati Pd e prima firmataria della proposta emendativa alla manovra 2023 sul rigassificatore di Piombino  denuncia che «Governo e maggioranza dicono no alle opere compensative per Piombino, che erano già state previste per legge contestualmente alla realizzazione del rigassificatore. L’emendamento che prevedeva norme e risorse specifiche per promuovere il rilancio economico, occupazionale, sociale, ambientale, infrastrutturale e culturale del territorio è stato infatti respinto dalla Commissione Bilancio di Montecitorio. Gli interventi previsti dall’emendamento avrebbero riguardato la messa in sicurezza del porto, la bonifica delle aree industriali presenti, lo sviluppo di impianti di fonti rinnovabili, l’ammodernamento delle infrastrutture viarie, la valorizzazione delle aree archeologiche della zona e la realizzazione di un gasdotto per metanizzare l’Isola d’Elba. Altre misure specifiche prevedevano l’istituzione di una Zona logistica semplificata per promuovere nuovi investimenti nell’area portuale, ulteriori stanziamenti per la reindustrializzazione per l’area di crisi industriale complessa di Piombino e una riduzione del 50% per le bollette di famiglie ed imprese. Il rigassificatore sarà fondamentale per la sicurezza energetica della Toscana e del Paese ma andavano previste subito opere compensative per un territorio già in grave crisi dal punto di vista economico ed occupazionale. La chiusura da parte del governo su questi temi è francamente inaccettabile».

Nel corso della sua audizione il ministro ha toccato altri temi centrali nell’attività del suo dicastero e ha detto che, per quanto riguarda le rinnovabili, «Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vede uno stanziamento di oltre 23 miliardi per contribuire agli obiettivi strategici di decarbonizzazione attraverso il potenziamento delle infrastrutture di rete, la promozione della produzione e dell’utilizzo dell’idrogeno e, non ultimo, l’aumento della quota di produzione di energia da fonti rinnovabili. Attualmente, due terzi dell’energia è prodotta con i fossili e un terzo con le rinnovabili, di cui la metà idroelettrico. Al 2030 l’obiettivo è ribaltare la clessidra: con due terzi di rinnovabili e la restante parte con le fonti fossili, che non siano più carbone e petrolio ma il gas».

Pichetto ha  rivelato che «Sugli incentivi previsti dal PNRR per la diffusione delle comunità energetiche nei Comuni con popolazione inferiore ai cinquemila abitanti sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea in ordine alla modalità di impiego delle risorse: manca ancora il riscontro formale, ma c’è l’assenso a trasformare il prestito in sovvenzione. Questo ci permette di risolvere una serie di nodi che emergevano sulle Comunità energetiche rinnovabili, perché c’era la volontarietà dei soggetti con difficoltà di ordine giuridico e burocratico. Nell’implementazione di questa e altre misure del PNRR è emersa l’esigenza rafforzare la capacità attuativa degli enti territoriali, anche tramite un supporto specialistico dedicato, per evitare che l’elevata frammentazione e diversità dei soggetti attuatori possa costituire un ostacolo nella concretizzazione dei progetti. Lo scorso 12 dicembre si è chiusa inoltre la consultazione sullo schema di decreto di incentivazione delle Comunità Energetiche. Sono pervenute osservazioni da 257 portatori di interesse, quali regioni, provincie autonome, comuni, associazioni di imprese, comunità energetiche già operative, aziende energetiche e associazioni ambientaliste, oltre che da singole imprese e cittadini».

Sul “price cap” per il gas, sul quale il 19 dicembre è stato trovato un accordo europeo, il ministro ha evidenzia il ruolo dell’Italia, «Promotrice di questa misura che ha raccolto progressivamente un consenso sempre più ampio. Il “cap” è una misura antispeculazione, che funziona come con la sospensione in borsa di un titolo per eccesso di rialzo o ribasso. Il tetto entrerà in azione quando il prezzo del gas sul Ttf di Amsterdam supererà i 180 euro a Megawattora per tre giorni lavorativi consecutivi e, contemporaneamente, sarà superiore di almeno 35 euro rispetto al prezzo di riferimento sui mercati globali del GNL. Il meccanismo si applicherà dal 15 febbraio 2023 per un anno, non subito perché bisogna dare tempo alla Commissione di formulare la norma e alle imprese di adattarsi. Nel quarto d’ora successiva all’accordo il prezzo del gas è crollato del 10-15% e oggi siamo a 99 euro da 138 di parenza. Una reazione anche un po’ forte di alcuni Stati che forniscono gas come la Russia sta a significare che qualche effetto lo produce».

Per qyuanto riguarda gli obiettivi di sostenibilità europei e globali, il ministro ha detto che «Nel dare implementazione alle riforme necessarie a guidare l’Italia verso la neutralità tecnologica, in linea con gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi, dall’Agenda 2030 e dal “Fit for 55”, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dovrà considerare l’importanza della sostenibilità come modello di riferimento nelle politiche industriali ed esempio trainante per tante piccole e medie aziende. L’efficientamento dei processi di produzione e il perfezionamento dei sistemi di gestione ambientale possono da un lato ridurre l’inquinamento, la produzione di rifiuti e il consumo delle risorse, dall’altro portare benefici per le imprese in termini di taglio dei costi di produzione, riduzione della dipendenza da materie prime e vantaggio competitivo sui mercati, dove la domanda di prodotti ad elevata qualificazione ambientale cresce di giorno in giorno».

Pichetto, che prima di diventare ministro aveva mostrato una certa diffidenza verso il possibile sviluppo del mercato delle auto elettriche, ora sostiene che «Nel settore dell’automotive non possiamo puntare solo sullo sviluppo e l’implementazione dell’elettrico, ma anche sulla filiera produttiva dell’idrogeno e sulla sostituzione dei vecchi combustibili con i biocarburanti».  Per Pichetto, «Lo stesso discorso vale anche nel negoziato europeo sugli imballaggi: non possiamo accettare una preferenza assoluta verso i prodotti riutilizzabili, attraverso obiettivi molto elevati di riutilizzo. Queste disposizioni possono avere l’effetto svantaggioso di minare i sistemi di gestione dei rifiuti di imballaggio esistenti, di vanificare gli investimenti già effettuati o di bloccare quelli previsti, anche con i finanziamenti dell’Ue, di ostacolare l’innovazione, di imporre un notevole costo di adattamento o di provocare la chiusura di aziende e innalzare di conseguenza la disoccupazione».

Secondo il ministro, anche sulla proposta di regolamento che modifica la Direttiva 2006/66/CE su pile e accumulatori  per garantire la sostenibilità delle batterie in tutto il loro ciclo di vita,  «Bisogna stabilire target realistici, ancorandoli ad una revisione obbligatoria programmata che possa valutare l’attuazione in itinere delle riforme. I target devono consentire realisticamente lo sviluppo dei sistemi di recupero materiale, come quelli ad esempio del litio».

Pichetto ha concluso sul tema del nucleare  mostrando una certa confusione su tempistiche, disponibilità e su un “legame” tra la attuale tecnologia nucleare e la fusione. Ha ribadito  infatti di «Non avere alcuna preclusione sul nucleare che, invece, sembra possa rispondere in maniera efficace al raggiungimento degli obiettivi di neutralità tecnologica» e si è auspiacto che «Nell’arco di 10-15 anni possa essere implementata la tecnologia di quarta generazione, che sarà un vettore tecnologico di transizione propedeutico all’approccio finale alla fusione nucleare».