Il mini-idroelettrico del Rwanda parla italiano

La scelta del mini idro è dettata dalla ricerca del minor impatto ambientale

[23 Giugno 2015]

Energy Development Corporation Limited (Edcl), la società di Stato del Rwanda, ha dichiarato concluso l’iter per il progetto tutto italiano, della Studio Galli Ingegneria (Sgi) per la realizzazione di 8 nuovi impianti d mini-idroelettrico nella regione montuosa nord-occidentale del piccolo Paese africano. Già nel 2012 l’impresa padovana aveva curato una prima fase con la progettazione di 6 centraline.
Il progetto idroelettrico in Rwanda verrà presentato il 24 giugno nell’ambito di Pianeta Acqua, una delle iniziative principali di Acquae Venezia 2015, unico evento collaterale patrocinato dall’Expo 2015 di Milano, da Alberto Galli, direttore tecnico di Sgi che ha anticipato: «La costruzione dei 14 impianti rientra in un programma strategico nazionale che prevede di incrementare la potenza elettrica dagli attuali 100 MW a 1000 MW, privilegiando la produzione da fonti rinnovabili. I progetti hanno interessato la regione montuosa nord-occidentale del Rwanda caratterizzata dalla notevole pendenza dei versanti, dal valore ambientale e paesaggistico e da una forte identità culturale delle popolazioni e degli insediamenti rurali. L’importo totale degli investimenti è di 78 milioni di dollari. Studio Galli Ingegneria, ha partecipato alla valutazione della fattibilità e alla successiva progettazione dei 14 impianti con potenzialità compresa tra i 200 e 11.000 Kw, le centraline progettate dall’azienda italiana permetteranno una produzione di 107.000 MegaWattora per anno. Sono state utilizzate le più avanzate tecnologie impiantistiche e di controllo remoto, anche considerando che il Rwanda risulta tra i paesi più avanzati per le applicazioni delle tecnologie connesse con la telefonia cellulare».
Concludendo, Pier Giorgio Romiti, presidente di Sgi spiega che «La popolazione del Rwanda è circa 10.5 milioni di abitanti e il suo territorio è di poco più di 26000 km2. E’ uno dei Paesi africani più densamente popolati e metà della sua popolazione ha meno di 20 anni. La scelta del mini idro è dettata dalla ricerca del minor impatto ambientale, seguendo la naturale conformazione del territorio del Rwanda caratterizzato da piccoli bacini. Le centraline, distribuite sul territorio, servono innanzitutto le comunità rurali contigue e sono connesse alla rete elettrica nazionale. I criteri di progettazione sono stati scelti al fine di integrare gli impianti nel paesaggio naturale ed antropico e per rispettare il contesto storico e culturale dei territori interessati. Sono stati utilizzati schemi d’impianto il più possibile aderenti alla morfologia dei territori, sono stati impiegati metodi di costruzione ripresi dalla tradizione locale per mitigare l’impatto e creare un paesaggio “storico”».