Iaea e Isin non confermano l’avvelenamento da radiazioni dei soldati russi a Chernobyl

Il direttore generale Iaea conclude i colloqui sulla sicurezza nucleare in Ucraina e Russia

[1 Aprile 2022]

Ieri, il direttore generale dell’ International atomic energy agency (Iaea), Rafael è arrivato a Kaliningrad. L’enclave russa sul Baltico circondata dal territorio di Lituania e Polonia, dove oggi sono previsti colloqui con alti funzionari russi, L’Iaea spiega che «Questo fa seguito alle discussioni dettagliate del 30 marzo con alti funzionari del governo ucraino presso la centrale nucleare South Ukraine per rivedere le misure concrete che devono essere adottate per fornire immediatamente assistenza tecnica urgente per la sicurezza nucleare all’Ucraina». Grossi rientrerà a Vienna stasera.

Ieri l’Ucraina ha informato l’Iaea che  «Le forze russe che controllano la centrale nucleare di Chernobyl dal 24 febbraio hanno, per iscritto, trasferito il controllo della centrale nucleare al personale ucraino e spostato due convogli di truppe verso la Bielorussia. Un terzo convoglio ha anche lasciato la città di Slavutych, dove vivono molti membri del personale della centrale nucleare di Chernobyl, e si è spostato verso la Bielorussia». Inoltre, l’Ucraina ha riferito che ci sono ancora alcuni militari russi nel  sito della centrale nucleare di Chernobyl, «Ma presume che quelle forze si stiano preparando a partire».

Grossi ha sottolineato che «L’Ucraina non ha segnalato alcuna rotazione del personale presso la centrale nucleare di Chernobyl dal 20 al 21 marzo. L’Iaea è in stretta consultazione con le autorità ucraine sull’invio della prima missione di assistenza e supporto dell’Agenzia alla centrale nucleare di Chernobyl nei prossimi giorni».

Invece, l’Iaea non è stata in grado di confermare i rapporti ucraini si militari russi che avrebbero ricevuto alte dosi di radiazioni mentre si trovavano nella zona di esclusione di Chernobyl e ha detto che «Sta cercando ulteriori informazioni per fornire una valutazione indipendente della situazione».

Gli ucraini dicono che diversi soldati russi sarebbero stati rimpatriati con evidenti segni di intossicazione da radiazioni dopo aver inalato la polvere radioattiva sollevata dai loro carrarmati nella zona di esclusione di Chernobyl.

Ma anche il nostro Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN) dice che «Sulla contaminazione di soldati russi impegnati a Chernobyl e sulle loro condizioni non abbiamo conferme. Tali effetti non sembrano poter essere riconducibili all’aumento di radioattività che era stata registrata inizialmente nella Zona di Esclusione, quando le centraline di monitoraggio erano in funzione, e alla presenza di Cesio contestuale agli incendi, che hanno interessato l’area prossima alla Centrale. Nel primo caso, i livelli di radioattività erano determinati dal passaggio di mezzi militari sulle trincee, dove sono stati sepolti materiali contaminati a seguito dell’incidente del 1986; nel secondo caso, dagli incendi dei boschi che circondano l’area della Centrale. Tanto è vero che non sono stati segnalati analoghi danni da esposizioni a radiazioni ionizzanti a carico degli operai che lavorano nella Centrale».

L’ISIN fa presente che «E’ stato però più volte segnalato che i militari russi si muovono nell’area senza osservare le norme e le procedure di protezione prescritte per chi opera nella Zona di Esclusione (cambio di scarpe o indumenti, attenta chiusura delle porte, etc) per evitare contaminazioni. Inoltre, non si hanno informazioni sulle attività che i militari russi svolgono e hanno svolto presso la Centrale; in particolare, se sono entrati senza le dovute precauzioni all’interno dell’impianto dove, quando le centraline dì monitoraggio erano in funzione, sono stati rilevati alti livelli dì concentrazione dì radiazioni ionizzanti. Se questi elementi, o la loro eventuale sommatoria, abbiano provocato gravi contaminazioni nel personale non è dato sapere a livello di fonti ufficiali e indipendenti».

Per quanto riguarda le tutele dei lavoratori nelle 4 centrali nucleari ucraine operative, L’Iaea conferma che «La situazione è rimasta invariata rispetto a quella segnalata in precedenza. L’Agenzia non sta ancora ricevendo la trasmissione di dati a distanza dai suoi sistemi di monitoraggio installati presso la centrale nucleare di Chernobyl, ma tali dati vengono trasferiti alla sede dell’Iaea dalle altre centrali in Ucraina».