Greenpeace UK: almeno 148 petroliere e gasiere sono salpate dalla Russia dall’inizio della guerra

Putin continua a vendere il gas e il petrolio in Europa e ci finanzia la guerra in Ucraina

[11 Marzo 2022]

Un nuovo servizio di localizzazione lanciato da Greenpeace UK ha identificato almeno 148 supertankers  che trasportavano petrolio e gas salpate  dalla Russia dal 24 febbraio, da quando Vladimir Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina. 69 di queste petroliere e gasiere erano dirette in Europa. Greenpeace UK denuncia: «Nonostante alcuni paesi abbiano dichiarato il divieto all’arrivo di navi russe, il carico russo continua ad arrivare tramite navi registrate in altri paesi».

L’organizzazione ambientalista ha lanciato oggi pubblicamente su Twitter una versione beta del suo Russian Tanker Tracker, che utilizza i dati di spedizione per monitorare le superpetroliere e le gasiere russe che trasportano combustibili fossili verso altri Paesi, Il monitoraggio si è ispirato all’ Oligarch Plane Tracker, ma Greenpeace UK fa notare che he «Sfortunatamente, il monitoraggio di questi supertankers  è più incoerente rispetto ai jet privati: le navi lasciano i porti senza una destinazione, cambiano destinazione lungo la rotta o semplicemente aspettano gli ordini in mare.  Inoltre, alcuni dei dati di questo account si basano sulle informazioni trasmesse dalle navi stesse e pertanto potrebbero non essere pienamente rappresentativi dei movimenti effettivi. Grazie a un collegamento al portale online gratuito da cui derivano i dati è possibile per chiunque per controllare i dati stessi al fine di verificare che ciò che sta dicendo il bot sia effettivamente ciò che sta accadendo (secondo AIS)».

Mentre i supertankers  russi navigano verso porti dove consegnare la loro merce fossile e finanziare la guerra di Putin, i leader di Stati Uniti e Regno Unito hanno dichiarato che non consentiranno più l’ingresso di petrolio e gas russi nei loro Paesi, come strategia per tagliare i ricavi dello Sa<tasto-mercato petrolifero russo. Ma L’Ue non lo ha ancora fatto, anche se la Commissione europea ha pubblicato un piano per ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi e gli Stati membri stanno discutendo ulteriormente questa proposta nella riunione informale del Consiglio europeo in corso a Versailles.

Rosie Rogers, responsabile energia di Greenpeace UK, ha evidenziato che «L’enorme numero di navi cisterna che attraversano i nostri mari carichi di petrolio e gas russi è un segno tangibile della nostra dipendenza dai combustibili fossili e la prova che è il più grande contributo alla cassa di guerra di Putin. L’Europa invierà fino a 285 milioni di euro al giorno per il petrolio russo, il che sostiene il suo sforzo bellico mentre le nostre bollette continuano a salire. L’Europa deve stare al fianco del popolo ucraino facendo tutto il possibile per non finanziare la macchina da guerra di Putin e liberarsi di gas e petrolio».

La Russia è la principale fonte di importazione di combustibili fossili dell’Unione europea. Nel 2019, due quinti delle importazioni di gas fossile dell’Ue provenivano dalla Russia, così come oltre un quarto delle importazioni di petrolio greggio e quasi la metà del carbone importato. Le importazioni dell’Ue di energia dalla Russia nel 2020 sono state pari a 60,1 miliardi di euro. Greenpeace si è già opposta all’arrivo di gas russo: La scorsa settimana Greenpeace France ha cercato di bloccare una nave cisterna GNL russa che aveva precedentemente tentato di attraccare nel Regno Unito, ma che era stata respinta dopo che il sindacato dei portuali si era rifiutato di scaricarla. Nei giorni scorsi la Shell ha dovuto scusarsi per la sua decisione di acquistare a prezzo stracciato una partita di greggio russo e ha dovuto promettere che non lo farà più.

La Rogers, ha aggiunto: «Dobbiamo smettere del tutto di fare gas e abbiamo le tecnologie per farlo. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la volontà politica dell’Ue di realizzare un programma senza precedenti per liberare l’Europa dalla sua dipendenza dal gas, non importa da dove provenga. Abbiamo bisogno di un piano di emergenza per isolare le case, trasformare rapidamente i trasporti pubblici in modo che funzionino con energie rinnovabili e aumentare l’energia solare ed eolica, sempre meno costosa. Questo creerà posti di lavoro, ridurrà le bollette energetiche, affronterà la crisi climatica e ridurrà la nostra dipendenza dal gas importato».

Greenpeace  conclude invitando l’Europa a «Respingere e vietare qualsiasi importazione di combustibili fossili dalla Russia come passo immediato per indebolire la macchina da guerra di Putin e salvare vite umane, e eliminare rapidamente tutti i combustibili fossili per proteggere l’umanità da futuri conflitti».