Goletta Verde a Trapani: puntare sull’eolico offshore (VIDEO)

Legambiente: la Sicilia deve passare dall’era preistorica del petrolio e del gas a quella innovativa delle rinnovabili

[21 Luglio 2022]

Oggi Goletta Verde approda a Trapani, dove organizza l’incontro pubblico  “Eolico offshore. Finalmente. La transizione ecologica passa dal mare”, «Un’occasione di dibattito tra esperti, amministratori locali, realtà associative e territoriali – spiega Legambiente – su un tema caldo e cruciale, vittima di pregiudizi e ostracismi come l’eolico off-shore: si pensi che tra fisso e galleggiante, grazie al suo potenziale di ben 5,5 GW, pari al 40% del potenziale eolico per il nostro Paese, questo potrebbe infatti dare un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, offrendo anche importanti occasioni di sviluppo per i territor»i.

Sono almeno 6 i progetti di parchi eolici offshore presentati in Sicilia da diversi proponenti,  per almeno 4,2 GW di potenza. Tra questi quello di “Med Wind Italia” presentato da Renexia, la società che ha realizzato a Taranto il primo impianto eolico del Mediterraneo, dopo 14 anni di lungaggini e opposizioni. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto eolico galleggiante da 2,8 GW a 60 km dalla costa e a 45 km dalle Egadi. Per Legambiente si tratta di «Un’opportunità importante non solo dal punto di vista climatico, in grado di produrre energia elettrica dal vento per 3,4 milioni di famiglie, ma anche dal punto di vista sociale ed economico, trasformandosi in una chance di nuova industrializzazione dell’isola, anche in ambito portuale». Secondo i dati Anev sullo sviluppo dell’eolico onshore, sarebbero 6.800 i nuovi posti di lavoro (2.987 nel settore servizio e sviluppo, 1.764 in quello industriale e oltre 2.000 nel settore gestione e manutenzione).

In più, secondo le stime di Deloitte, con il progetto di Renexia ci sarà una ricaduta occupazionale nell’ordine di 6600 posti di lavoro durante i sei anni che serviranno per realizzare l’impianto e circa 680 posti di lavoro per i 25 anni di gestione del parco eolico off-shore. Non solo. Dal punto di vista della perdita della biodiversità, a dispetto dei dubbi e dello scetticismo, secondo i ricercatori dell’Anton Dohrn, potrebbe addirittura portare ad un ripopolamento per la flora e la fauna marittima, essendo ideato in un’area fortemente martoriata dalla pesca a strascico. Secondo Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, «L’eolico offshore galleggiante rappresenta il giusto connubio tra sostenibilità ambientale e necessità energetiche. Il nostro progetto Med Wind fornirà energia pulita pari al fabbisogno di 3,4 milioni di famiglie in Sicilia nel pieno rispetto dell’ecosistema marino Riteniamo inoltre che la realizzazione dell’impianto farà della Sicilia e di Trapani il centro di una filiera industriale specializzata di rilievo europeo, in un settore innovativo e in forte crescita. Un grande potenziale economico, attento al territorio ed inclusivo».

Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani,  sottolinea che «Nel pieno di una drammatica emergenza climatica, come ricordano anche la grave siccità del fiume Po in Pianura Padana e la tragedia del ghiacciaio della Marmolada  quest’anno Goletta Verde vuole smontare qualsiasi pregiudizio che ostacola lo sviluppo dell’eolico off-shore. La provincia di Trapani, in questo senso, rappresenta un esempio di territorio che può essere protagonista di questa rivoluzione epocale, con progetti ambiziosi sul tavolo che però sono ancora oggi ostaggio di fake news, normative obsolete, lentezza nel rilascio delle autorizzazioni, blocchi da parte delle sovrintendenze e opposizioni di alcune sigle ambientaliste e degli eletti nelle istituzioni. Nessun progetto è perfetto, per questo non si può prescindere dall’apertura di tavoli di confronto e dal coinvolgimento territoriale per un loro miglioramento. Se si vuole liberare la Sicilia e il nostro paese dalla schiavitù delle fossili che alimenta crisi climatica e guerre, è necessario un cambio di rotta immediato, sfruttando in primis il fotovoltaico, da realizzare sui tetti e sui terreni agricoli col moderno agrivoltaico senza consumare suolo, e l’energia dal vento, a terra e a mare, garantendo la tutela ambientale, paesaggistica e della biodiversità».

Giuseppe Alfieri, dell’ufficio di presidenza di Legambiente Sicilia, aggiunge: «Produrre da subito grandi quantità di energia pulita da fonti rinnovabili è una priorità non più rinviabile per mettere la Sicilia ed il paese intero definitivamente sulla strada della decarbonizzazione. La tecnologia galleggiante al largo delle nostre coste oltre a diventare potenzialmente il motore di questa rivoluzione può inoltre garantire importanti vantaggi, con ricadute in termini occupazionali e di riconversione produttiva. Naturalmente valutiamo il progetto con molta attenzione, tenendo sotto controllo i possibili impatti che l’impianto potrebbe avere ad esempio sulle rotte migratorie codificate, come fatto nei mesi scorsi insieme a Greenpeace e al Wwf, al fine di garantire la minimizzazione delle modifiche agli habitat bentonici; ma siamo convinti che grazie anche a impianti come questo potremo trasformare la nostra regione dall’isola del petrolio e del gas, fonti destinate all’esaurimento e che alimentano inquinamento ed emergenza climatica, a quella delle rinnovabili, inesauribili e pulite sotto tutti i punti di vista».

Secondo le stime di Anev, per l’intero settore eolico – onshore e offshore – «Parliamo di oltre 67mila nuovi occupati, tra diretti e indiretti. Di questi 27mila nel settore Servizio e Sviluppo, 16mila in quelli industriale, oltre 23 in quello della gestione e manutenzione. Numeri e occasioni di sviluppo che raccontano bene le opportunità per i nostri territori, e che si contrappongono in pieno, e a ragione, alla strategia energetico messa in campo dal governo che prevede da una parte il prolungamento nell’utilizzo delle centrali a carbone rimandando la data della loro dismissione e poi la riconversione a gas fossile».

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