Global Methane Assessment: le reazioni di ambientalisti e politici

Greenpeace: «Il gas è solo greenwahing dell’industria fossile e bisogna limitare gli allevamenti industriali»

[7 Maggio 2021]

Il Global Methane Assessment, pubblicato dall’United Nations environment programme (Unep) e dalla Climate and Clean Air Coalition (CCAC), ha subito provocato commenti e reazioni, a cominciare da da Georgia Whitaker, european lead campaigner di Greenpeace for a Fossil-Free Revolution, che ha soottolineato: «Se i governi sono seriamente intenzionati ad affrontare l’emergenza climatica non possono continuare a ignorare l’elefante nella stanza. Il gas fossile è composto per oltre l’80% da metano e non può essere trattato come un combustibile di transizione. Il metano, che ha 84 volte più potenziale di riscaldamento globale in un periodo di 20 anni rispetto alla CO2, è la sporca realtà dietro il greenwashing dell’industria dei combustibili fossili. Per affrontare l’emergenza climatica e le crisi sanitarie che l’accompagnano, dobbiamo eliminare gradualmente tutti i sussidi ai combustibili fossili e garantire che le nostre economie si riprendano dalla pandemia di Covid-19 in modo da consentire una transizione energetica sicura, equa e pulita necessaria».

Reyes Tirado, senior research scientist del Greenpeace International Research Laboratory dell’università di Exeter, aggiunge: «Mentre grandi riduzioni delle emissioni possono essere ottenute agendo sull’industria dei combustibili fossili, questo rapporto sottolinea anche il grande contributo legato alla produzione di cibo e all’agricoltura al cambiamento climatico. A causa della rapida crescita dell’agricoltura industriale e del consumo eccessivo di carne e latticini, l’agricoltura è già responsabile del 40% delle emissioni globali di metano. Le emissioni di metano del settore zootecnico sono aumentate drammaticamente del 70% dal 1961 a oggi, e si prevede che rappresenteranno una quota crescente delle emissioni future di metano. I responsabili politici devono agire per ridurre il numero di animali allevati, stimolare una riduzione del consumo globale di carne del 50% entro il 2050 e avviare una  transizione delle pratiche agricole. Questo significa sostenere gli agricoltori che adottano metodi ecologici di coltivazione e di allevamento e produrre solo la quantità di carne e latticini che il Pianeta è in grado di sostenere. Come primo passo, queste misure in ambito agricolo dovrebbero rientrare tra le priorità dei recovery plan legati al Covid-19».

L’europarlamentare dei Verdi/ALE Jutta Paulus, ha sottolineato che «il Global Methane Assessment aumenta solo l’urgenza di agire sulle emissioni di metano. Sebbene sia difficile influenzare le emissioni di metano extra-Ue  a monte nell’industria del petrolio e del gas, non dobbiamo restare fermi a questo riguardo. Una roadmap ambiziosa che inizi dagli obblighi i misurazione e comunicazione ma che delinei anche i requisiti per i futuri permessi di importazione, spingerebbe l’azione internazionale. Dobbiamo affrontare le emissioni non solo dal settore energetico, ma anche dalle discariche, dall’agricoltura e dalle miniere di carbone abbandonate. Mettere da parte fondi dedicati per questi super-emettitori sarà denaro ben investito sulla strada per raggiungere i nostri obiettivi climatici nel 2030».

Il commissario europeo per l’energia  Kadri Simson, ha fatto notare che «Basandosi sulla strategia dell’Ue sul metano dello scorso ottobre, questo rapporto delle Nazioni Unite evidenzia quanto possano essere dannose le emissioni di metano e la necessità di intraprendere un’azione concertata a livello internazionale».

Rick Duke, Senior Advisor dell’inviato presidenziale speciale degli Stati Uniti sui cambiamenti climatici, ha dichiarato: «Il metano rappresenta quasi un quinto delle emissioni globali di gas serra e, ora che il mondo sta agendo per ridurre gradualmente gli idrofluorocarburi attraverso il protocollo di Montreal, è di gran lunga l’inquinante climatico di breve durata che dobbiamo affrontare prioritariamente per mantenere gli 1,5° C a portata di mano. Gli Stati Uniti si impegnano a ridurre le emissioni di metano sia a livello nazionale che globale, attraverso misure come ricerca e sviluppo, standard per il controllo del metano fossile e dalle discariche e incentivi per il metano agricolo. Non vediamo l’ora di continuare la collaborazione con il CCAC su questa cruciale priorità climatica».