Gli Stati Uniti potrebbero aver già raggiunto il picco di produzione di energia da gas

IEEFA: i produttori di petrolio e gas Usa non stanno aumentando la produzione in risposta agli attuali picchi dei prezzi

[20 Aprile 2022]

Secondo il nuovo rapporto “U.S. 2022 Power Sector Outlook – The Renewable Energy Transition Takes Off”  dell’Institute for Energy Economics and Finance (IEEFA), «Negli Stati Uniti, la produzione di elettricità utilizzando il gas naturale ha probabilmente raggiunto il suo picco nel 2020».  Il rapporto rileva anche che «L’eolico e il solare, più economici, stanno eliminando il gas dalla rete elettrica. I prezzi insolitamente alti del gas naturale stanno esacerbando questa tendenza, poiché i nodi nella catena di approvvigionamento e la guerra della Russia all’Ucraina creano una crisi energetica globale».

Gli Usa stanno inviando quantità record di gas in Europa per aiutare (a caro prezzo) gli alleati della NATO a liberarsi dalla  le importazioni russe, ma questa domanda aggiuntiva ha portato i prezzi del gas negli Stati Uniti al livello più alto degli ultimi 13 anni. E ad approfittarne temporaneamente a livello globale è il carbone, che ha visto un aumento della produzione. Ma negli Usa, il carbone continua il suo declino a lungo termine, con molte delle più grandi compagnie elettriche, tra le quali la Tennessee Valley Authority, la Duke Energy e la Georgia Power, che pianificano di eliminare gradualmente il carbone entro il 2035 e passare alle più economiche energie rinnovabili.

Secondo l’IEEFA. «L’impennata del costo dei combustibili fossili e le interruzioni impreviste nella sicurezza energetica stanno ora sovraccaricando quello che era già un ritmo di crescita elevatissimo nei progetti di accumulo di energia solare, eolica e di batterie».

Mentre attualmente l’energia eolica, solare e idroelettrica rappresentano circa un quinto della produzione di energia Usa, l’ IEEFA  prevede che «La loro quota potrebbe salire a più di un terzo entro il 2027». E il rapporto conclude: «Tra energie rinnovabili e centrali nucleari, gli Stati Uniti potrebbero generare più della metà della loro elettricità da fonti carbon-free  entro il 2027, una transizione massiccia rispetto a soli 5 anni fa».

Secondo un altro rapporto, “Shale Producers Find They Have Little Wiggle Room in 2022 – Investor Pressure to Maintain Capital Discipline Keeps Output in Check”, pubblicato il 13 aprile dall’ l’IEEFA, «Con l’aumento dei prezzi del petrolio, i produttori di petrolio e gas quotati in borsa si stanno dimostrando riluttanti ad aumentare le perforazioni e la produzione». Per la Federal Reserve Bank of Dallas Energy Survey, «Il motivo principale della lentezza è la pressione degli investitori a mantenere uno stretto controllo sulla spesa in conto capitale». L’analisi rileva che «L’obiettivo principale dell’industria petrolifera e del gas statunitense non è più la crescita della produzione».

L’autore del rapporto, Trey Cowan, analista di finanza energetica IEEFA, sottolinea che «Questa tendenza dimostra che il problema principale per gli operatori di petrolio e gas negli Stati Uniti non è aumentare la produzione, ma piuttosto pagare il debito e premiare gli azionisti. Gli alti prezzi del petrolio e del gas non sembrano più stimolare l’aumento della produzione».

Dato che sempre più nazioni stanno bloccando o limitando gli acquisti di gas russo in risposta all’invasione dell’Ucraina, negli Stati Uniti sono aumentate le richieste di aumentare la produzione e ridurre i prezzi del gas per i consumatori. Ma, a differenza dei boom passati, i produttori di petrolio e gas non hanno risposto con più trivellazioni, optando invece per trarre benefici dai maggiori ricavi operativi.

L’analisi IEEFA rileva anche che «Le compagnie petrolifere e del gas sono in una posizione inadeguata per aumentare la produzione poiché molte imprese hanno esaurito le scorte di pozzi perforati ma non completati per mantenere bassi i costi». E il rapporto  conclude sottolineando che «Le normative e le autorizzazioni non sono fattori chiave per rallentare la produzione o mantenere alti i prezzi». Qualcosa a cui dovrebbero pensare anche i fans delle nuove “miracolose” trivellazioni per estrarre il poco gr<gas delle ipotetiche riserve italiane.