Fattori di capacità, la geotermia batte anche le fonti fossili

Da tre anni i dati Eia valutano con quale costanza è possibile impiegare tutti i principali tipi di combustibili e tecnologia

[2 Settembre 2016]

Quella geotermica, grazie al calore che arriva in modo costante e prevedibile dalle profondità della terra, continua ad essere la più “affidabile” tra tutte le fonti di energia rinnovabile. Lo certifica la Eia – l’Energy information administration degli Usa– che dal dicembre del 2013 ha iniziato a inserire nel proprio bollettino mensile una valutazione dei fattori di capacità per 15 diversi tipi di combustibili e tecnologia, sia per quanto riguarda le fonti fossili sia per le rinnovabili.

Il fattore di capacità è una grandezza che esprime il rapporto tra l’energia effettivamente prodotta da un impianto e il suo massimo potenziale teorico: ovvero, è il rapporto tra l’energia effettivamente generata in un certo intervallo di tempo e quella che, potenzialmente, avrebbe potuto generare se, nello stesso periodo, avesse funzionato in modo continuativo.

Va da sé che più questo valore si avvicina al 100% e maggiore è da considerarsi il rendimento effettivo medio di quel tipo di fonte di approvvigionamento energetico.

Per quanto riguarda gli impianti geotermici analizzati dalla Eia nell’ultimo bollettino prodotto, questo rapporto è arrivato al 71,7% come valore medio per l’ultimo anno. Nel complesso di tutte le fonti energetiche, soltanto gli impianti nucleari –per caratteristiche, anche di sicurezza, proprie di questa particolare tecnologia– riescono a raggiungere una performance migliore, pari al 92,2%. Tra le fonti rinnovabili il primato appartiene invece proprio alla geotermia, mentre a seguire si classificano i rifiuti (biogas di discarica o termovalorizzazione), al 57,6%; poi altre biomasse (compreso il legno), 52,9%; idroelettrico (35,9%); eolico (32,5%); fotovoltaico (28,6%) e infine solare termico (22,7%).