Sono 10 quelli già operativi sul territorio

Eolico in Toscana, il rapporto Arpat sul potenziale del territorio e i parchi esistenti

Il vento necessario è presente, ed è ben localizzato. Previsti diversi procedimenti autorizzativi per gli impianti eolici

[28 Ottobre 2016]

In Toscana il vento necessario per le attuali tecnologie eoliche è presente, ma non su tutto il territorio ed è ben localizzato, con forti differenze fra le varie aree. In linea di massima si può dire che la risorsa eolica si concentra nell’Appennino, in mare e nelle aree costiere, nella catena di colline prospicienti la costa, nell’area del Monte Amiata e su alcuni rilievi.

Per conoscere il potenziale eolico della Regione Toscana, il Lamma ha realizzato, su incarico della Regione Toscana, un sistema in grado di mostrare le aree nelle quali si registra una ventosità tale da rendere possibile lo sfruttamento del vento per la produzione di energia elettrica. Wind -Gis è stato costruito attraverso delle simulazioni matematiche sviluppate nell’ambito di uno specifico modello.

L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) ha pubblicato un approfondimento sull’eolico che parte dai principali impatti ambientali legati alla generazione di energia eolica : Impatto visivo (paesaggio); Impatto sonoro (rumore); Impatto sull’avifauna; Impatto elettromagnetico dovuto alla necessità di realizzare linee elettriche di trasporto dell’energia prodotta; Impatti dovuti alla fase di cantiere, per la quale spesso sono necessari rilevanti lavori per la realizzazione delle piazzole di montaggio turbine, apertura nuove piste, approntamento linee elettriche, ecc. e avverte che «Le categorie sopra indicate potrebbero anche essere rielaborate nel modo seguente, evidenziando forse meglio le categorie oggetto di impatto: Salute e comfort: rumore, sicurezza, ombre e flickering (alternanza luce-ombra legata al passaggio delle pale di fronte al sole); Cultura: impatto visivo, impatto sul patrimonio culturale, archeologico, turistico, etc; Ecosistema: impatto di tipo fisico-chimico, emissione di sostanze inquinanti, impatto sulla fauna, etc, sia in fase di costruzione che di esercizio».

Arpat sottolinea che «Il rumore più importante prodotto da un impianto eolico è attribuibile all’attrito dell’aria con le pale e con la torre di sostegno. Il rumore di fondo presente nei luoghi in cui gli impianti sono ubicati è spesso influenzato dal vento: quanto maggiore è l’intensità del vento, tanto più il rumore emesso dall’aerogeneratore è mascherato dal rumore di fondo. Per minimizzare gli impatti acustici si ricorre a studi preventivi e all’applicazione di attenzioni di progettazione che consentono di individuare dei lay-out tali da impedire disturbi. Per fare ciò si effettuano rilievi fonometrici sulla tipologia e sul livello del rumore di fondo nonché una previsione del rumore prodotto dall’impianto. L’applicazione dei risultati grazie a modelli matematici complessi garantisce il contenimento dei limiti previsti dalla legge».

In Toscana sono funzionanti 10 parchi eolici: Parco Eolico Montemignaio, 1,8 MW; Parco Eolico Crocina – Castiglion Fibocchi e Talla 800 KW; Parco Eolico Monte Carpinaccio – Firenzuola 13,6 MW; Parco Eolico Poggi Alti – Scansano 20 MW; Parco Eolico Vento di Zeri – Zeri e Pontremoli 10,5 MW; Parco Eolico Monte Vitalba – Chianni 5,95 MW; Parco Eolico Gello – Pontedera 8 MW; Parco Eolico La Miniera – Montecatini Val di Cecina 16,5 MW; Parco Eolico Poggio Malconsiglio – Riparbella 20 MW;  Parco Eolico Santa Luce – Santa Luce 26 MW.

In Toscana sono previsti diversi procedimenti autorizzativi per gli impianti eolici: 1. impianti con altezza fino a 1,5 metri e diametro fino a 1 metro (il cosiddetto microelico), impianti cioè “domestici”, da installare sui tetti delle case o nei giardini: “attività libera” previa semplice comunicazione preventiva al Comune; 2. mpianti di potenza fino a 5 kW, se realizzati con le modalità indicate dal Piano Ambientale ed Energetico Regionale (Deliberazione Consiglio regionale 10/2015): stessa procedura del microeolico; 3. impianti di potenza compresa fra 5 e 60 kW:  Pas – Procedura abilitativa semplificata da presentare al Comune; 4. impianti industriali di potenza superiore: Autorizzazione Unica da richiedere alla Regione – Settore “Bonifiche, Autorizzazioni Rifiuti ed Energetiche”; 5. impianti oltre 1 MW: si devono esperire anche le procedure di VIA, facendo istanza alla Regione – Settore “Energia e Inquinamenti”».

L’Arpat fornisce un supporto tecnico alla Regione, nell’ambito del rilascio delle autorizzazioni (ultime due tipologie autorizzative 4. e 5.) compresi gli stabilimenti soggetti al DLgs 334/99 e s.m.