Eolico onshore, la Gran Bretagna annulla gli incentivi ma l’Ue la critica

Esultano Ukip e comitati anti-eolico, contrari esperti, ambientalisti e imprenditori

[25 Giugno 2015]

La decisione del nuovo governo monocolore conservatore britannico di eliminare le sovvenzioni ai  nuovi parchi eolici onshore non è piaciuta per niente alla Commissione europea e, secondo lo spagnolo Miguel Arias Cañete, commissario europeo per l’azione per il clima e l’energia – e alleato a Bruxelles con i conservatori britannici – questa scelta renderà difficile centrare gli ambiziosi obiettivi per l’energia rinnovabile che si è data la Gran Bretagna, rendendo quasi impossibile raggiungere gli obiettivi giuridicamente vincolanti di riduzione dei gas serra. La BBC ha domandato a  Cañete se la decisione sull’eolico del governo Camero renderà più difficile la politica climatica britannica e lui ha risposto con un lapidario «Certo», mentre il suo staff ha espresso grandi perplessità per la decisione di mettere fine ai sussidi per l’energia eolica onshore con un anno di anticipo perché «L’eolico onshore è di gran lunga il modo più economico di centrare il target  del 15% di tutta l’energia da fonti rinnovabili a partire dal 2020».

Secondo gli indipendentisti dello Scottish national party. Questo si tradurrà in un costo sulla bolletta elettrica  fino a tre miliardi di sterline e, dopo una conferenza stampa sulla politica climatica alla Commissione europea, un funzionario dell’Ue ha detto alla BBC la decisione è  «Da capogiro in un’economia che è apparentemente sensibile ai prezzi», poi ha assicurato che l’Unione europea non interferirà nelle scelte energetiche del Regno Unito, ma ha confermato i dubbi di Cañete  sul fatto che la Gran Bretagna riesca a rispettare i suoi impegni energetici e climatici senza più eolico onshore. Inoltre il funzionario ha avvisati che  le future sovvenzioni energetiche britanniche violerebbero  le norme comunitarie sugli aiuti di Stato andassero al nucleare e venissero vietati per l’eolico onshore.

Una bella svolta per uno come Cañete che, quando era ministro in Spagna – oltre ad essere un petroliere – è stato uno dei fautori del rinascimento nucleare spagnolo e tra quelli che hanno più lavorato per annullare l’uscita dal nucleare approvata dal precedente governo di centro-sinistra dopo il disastro nucleare di Fukushima Daiichi.

Ma il Department of Energy and Climate Change (Decc) britannico ha risposto che la Gran Bretagna sta facendo buoni progressi verso l’obiettivo Ue 2020 sulle fonti rinnovabili ed un portavoce ha sottolineato che «Il Regno Unito ha già fatto molta strada: nel 2005 l’energia da fonti rinnovabili era l’1,4%, nel  2013 la quota da fonti rinnovabili era il 5,1% dell’energia». Per quanto riguarda le violazioni alle norme sugli aiuti di Stato, il portavoce del Decc ha detto alla BBC: «Abbiamo a disposizione gli strumenti per attuare gli impegni manifestati dal  governo sull’eolico onshore e definiremo come farlo quando verranno annunciati i piani in relazione a ulteriori CFD (sovvenzioni) ed assegnazione di fondi».

Il problema è che il governo, dopo una campagna contro l’eolico scatenata dalla destra populista dell’UK Independence Party (Ukip), aveva promesso in campagna elettorale di bloccare le nuove sovvenzioni per l’energia eolica onshore. Sarebbe bene sapere cosa ne pensa il Movimento 5 Stelle – alleato dell’Ukip al Parlamento europeo, di questa campagna per fermare la diffusione di parchi eolici in tutta la Gran Bretagna rurale sposata dall’Ukip e dai Conservatori….

La settimana scorsa, la segretaria all’energia britannica, la conservatrice Amber Rudd, aveva annunciato che molto presto avrebbe ridotto il periodo di sovvenzione per la tecnologia matura dell’eolico onshore per spostare incentivi e finanziamenti su «Forme di energia che richiedono un sostegno in più», non ha però detto quali siano queste tecnologie o come riusciranno ad ottenere la sessa quantità di energia dell’eolico senza spendere di più come, per esempio, per l’eolico offshore. Ma il sospetto degli ambientalisti è che i soldi che verranno tolti all’eolico onshore andranno a finire nelle sovvenzioni per l’energia nucleare.

La decisione del governo è stato accolto con favore dall’Ukip, dalla Taxpayers’ Alliance e dai comitati locali anti-eolico che dicono che le pale eoliche stanno rovinando il paesaggio rurale britannico, ma è stata duramente condannata dalla maggior parte degli esperti di energia e delle associazioni ambientaliste e anche dalla Confederation of British Industry  (Cbi, la Confindustria britannica) che ha detto che così il governo mina la fiducia degli investitori nel Regno Unito.