Entro il 2035 gli aerei a idrogeno potrebbero essere più economici di quelli tradizionali

L'impiego di aerei a idrogeno in Europa è economicamente fattibile, ma deve essere sostenuto dalla giusta serie di politiche e di incentivi

[24 Maggio 2023]

Secondo lo studio “Analysing the costs of hydrogen aircraft”, commissionato a Steer da Transport & Environment (T&E) e supportato da European Climate Foundation, «Gli aerei a idrogeno potrebbero essere più economici dei velivoli a combustibili fossili a partire dal 2035, a condizione che il cherosene sia tassato adeguatamente», cioè in linea con la direttiva sulla tassazione dell’energia proposta dalla Commissione Europea, a 10,75 €/GJ – circa 0,37 €/L.

Lo studio prende in considerazione gli aerei a reazione che utilizzano una miscela di cherosene fossile e di carburante per l’aviazione sostenibile (SAF) ed evidenzia che «Nel 2035, far funzionare gli aerei a idrogeno potrebbe essere più costoso dell’8% rispetto all’uso del cherosene. Ma con una tassa sul carburante fossile e un prezzo sul carbonio, gli aerei a idrogeno potrebbero costare il 2% in meno rispetto agli aeromobili a cherosene». T&E fa ntare che «Queste misure relative al prezzo sono fondamentali per la diffusione di tecnologie verdi come gli aerei a idrogeno».

Lo studio economico del gruppo di ricerca Steer ha analizzato i futuri costi di esercizio degli aerei a idrogeno sui voli intraeuropei e ha rilevato che «Potrebbero costituire una tecnologia efficiente e competitiva in termini di costi per decarbonizzare il settore».

Ma T&E evidenzia che «Il costruttore di aerei Airbus, che ha lanciato tre progetti di aereo a idrogeno, deve ancora dimostrare di essere in grado di rispettare la data di lancio del proprio velivolo prevista per il 2035». Airbus ha avvertito che il lento sviluppo dell’ecosistema basato sull’idrogeno potrebbe ritardare il lancio dei suoi aerei a emissioni zero e si è anche opposta a un criterio della tassonomia europea – lʼelenco degli investimenti sostenibili dellʼUe – secondo il quale solo gli aeromobili a emissioni zero otterrebbero lʼetichetta di investimento verde. Per T&E, «Questo fa pensare che Airbus dubiti di poter vendere molti di questi aerei».

Matteo Mirolo, responsabile dell’aviazione sostenibile a T&E, ricorda che «Airbus ha promesso al mondo che avrebbe commercializzato un aereo a idrogeno entro il 2035. La costruzione di questi aerei è economicamente fattibile, ma se vogliamo che Airbus mantenga la promessa, dobbiamo creare un mercato per gli aerei a zero emissioni, tassando il carburante fossile per l’aviazione e imponendo l’uso di aerei a zero emissioni per il futuro. Se dobbiamo fare affidamento solo sulla buona volontà di Airbus, gli aerei a idrogeno non saranno mai più di una chimera».

Lo studio mostra anche che «Il costo totale dell’introduzione di aerei a idrogeno per l’aviazione intraeuropea sarebbe di 299 miliardi di euro entro il 2050. Lo sviluppo di aeromobili a idrogeno rappresenterebbe solo il 5% del costo (15 miliardi di euro)». T&E spiega ancora che «Questa cifra è una stima basata sui precedenti sviluppi di nuovi programmi aerei – ad esempio, il programma Airbus A350 è stato stimato in 12,5 miliardi di euro in 7 anni – include i costi non ricorrenti di progettazione, collaudo e certificazione degli aeromobili». Lo studio avverte che «Questo costo iniziale relativamente ridotto deve tuttavia essere sostenuto prima del 2035, o si rischia di compromettere la realizzazione di questi nuovi aerei», ma aggiunge che «La maggior parte della spesa non sarà sostenuta dal settore. Si basa invece sul più ampio sviluppo dell’economia verde dell’idrogeno, che si sta affermando in parallelo. Oltre la metà dei costi (54% o 161 miliardi di euro) sarà destinata alla produzione di idrogeno verde. Un altro 23% sarà necessario per la liquefazione dell’idrogeno – il processo attraverso il quale l’idrogeno gassoso viene raffreddato a temperature molto basse per diventare liquido. Altri costi riguardano lo sviluppo di infrastrutture per l’idrogeno negli aeroporti (12%) e la distribuzione del carburante agli aeroporti (6%)».

Lo studio dimostra anche che «Il costo totale potrebbe diminuire di 100 miliardi di euro se il traffico leisure e business rimanesse rispettivamente al 100% e al 50% dei livelli del 2019».  Per T&E, «La riduzione della domanda di viaggi d’affari sarà fondamentale non solo per una diminuzione delle emissioni, ma anche per risparmiare sui costi».  E l’associazione ambientalista sottolinea che «Gli ostacoli tecnologici allo sviluppo di aerei a idrogeno sono significativi. L’idrogeno liquido ha una bassa densità energetica rispetto al cherosene, il che significa che è necessario un volume maggiore di carburante per percorrere la stessa distanza. Ciò limita l’autonomia di questi aerei, che peraltro possono comunque rappresentare una valida alternativa per decarbonizzare le rotte regionali e a corto raggio, costituenti il 50% delle emissioni del trasporto aereo europeo».

Mirolo conclude: «Non esiste una pallottola d’argento per decarbonizzare l’aviazione. I carburanti sostenibili (SAF), la riduzione della domanda e l’idrogeno svolgeranno tutti un ruolo. Affinché gli aerei a idrogeno decollino nel prossimo decennio, dobbiamo entrare nel circolo virtuoso della regolamentazione, degli investimenti, del calo dei prezzi, con a seguire una maggiore diffusione. Ma il costo deve essere sostenuto dall’industria dell’aviazione e dai suoi utenti, destinando una parte dei proventi delle tasse sul carbonio e sul cherosene alla tecnologia verde, come gli aerei a emissioni zero e i carburanti sostenibili».