Arera traccia il quadro pre-Covid. Ecco quanto paghiamo di elettricità

Energia, dimezzata la produzione dal carbone in Italia

Ma è stata compensata dall’aumento della produzione a gas naturale (+11,4%) e quella derivante dai prodotti petroliferi (+2,4%). Stabili le rinnovabili (+0,4%)

[22 Luglio 2020]

Diminuiscono lievemente i consumi di energia elettrica, aumentano però le tariffe. Stabili le fonti rinnovabili (non per nulla i produttori chiedono regole certe per farle di nuovo crescere), dimezzata – ed è la notizia migliore – la produzione derivante dal carbone (-46,9%), compensata dall’aumento della produzione a gas naturale (+11,4%) e quella derivante dai prodotti petroliferi (+2,4%). Ecco il quadro pre-Covid che mostra Arera – l’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente – nella Relazione Annuale appena pubblicata. I dati sono relativi al 2019 sul 2018 e vedono come detto i consumi di energia elettrica (301,4 TWh) in lieve diminuzione del -1% (contro il +0,5% del 2018) – ovvero stazionari – , dovuta principalmente al calo dei consumi nel settore agricolo e industriale (-2% ciascuno), parzialmente compensati da quello domestico (+1%).

L’88% della domanda nazionale è stata soddisfatta dalla produzione interna, in aumento di circa un punto percentuale, riducendo 3 l’import (-7%) e aumentando l’export (+78% ma sempre limitato in valori assoluti). La produzione nazionale lorda si è mantenuta pressoché costante, da 289,7 TWh nel 2018 a 291,7 TWh nel 2019 (+0,7%). Le rinnovabili tengono (+0,4%) nonostante la contrazione dell’idroelettrico (dopo il boom del 2018) a -6,2% e del geotermico (-1,2%). Quasi dimezzata la produzione derivante dal carbone (-46,9%), compensata dall’aumento della produzione a gas naturale (+11,4%) e quella derivante dai prodotti petroliferi (+2,4%). La fonte gas ha assicurato quasi la metà (49,1%) della produzione lorda (dal 44,4% del 2018). La quota di Enel nella produzione è stata del 17% (19,4% nel 2018), ancora in calo.

Per quanto riguarda le tariffe, tra i principali paesi europei, la Germania si conferma il paese con i prezzi più alti per i clienti domestici di energia elettrica per tutte le classi, esclusa la prima con consumi sotto i 1.000 kWh/a, dove più cari sono i prezzi di Spagna e Italia. Rispetto alla Germania, i clienti domestici italiani pagano via via prezzi inferiori al diminuire della classe di consumo dal -10% della fascia più alta di consumo al -26% della fascia tra 1.000 e 2.500 kWh/a. Il differenziale fra prezzi domestici italiani e tedeschi si è però assottigliato.

Per le imprese, i prezzi italiani si confermano più bassi, come di consueto, di quelli dei consumatori industriali tedeschi ad eccezione della prima classe di consumo, ma anche di quelli inglesi almeno per le ultime tre classi di consumo, mentre la Spagna mantiene prezzi più bassi in tutte le classi di consumo e aumenta il divario con i prezzi più bassi della Francia (fino a +60% per le classi a maggiori consumi).

Ma cosa si consuma? Principalmente gas sia in Italia sia a livello Ue. È proseguita anche nel 2019 – spiega infatti Arera – la crescita dei consumi mondiali di gas, arrivati a 3.948 miliardi di m3, con un incremento del 3,6% rispetto al 2018, per 136 miliardi di m3 aggiuntivi a livello globale: l’area OCSE ha contribuito per 63 miliardi di m3 e la Cina per 24 miliardi di m3. All’interno dell’area OCSE, i volumi incrementali sono da attribuirsi in gran parte all’area americana, per 44 miliardi di m3, mentre l’aumento nell’area asiatica ed europea è stato rispettivamente paria 5 e 14 miliardi di m3.

Nel 2019 il consumo netto di gas naturale in Italia è aumentato di 1,6 miliardi di m3, attestandosi a 71,9 miliardi di m3, dai 70,3 del 2018. In termini percentuali, il consumo ha registrato una crescita del 2,2%, recuperando quindi una parte della perdita dell’anno precedente (-3,2%). A trainare la crescita sono stati i consumi della generazione elettrica che hanno registrato una netta impennata (+11%). Stabili (+0,2%) sono risultati invece i consumi degli altri usi, che contengono in particolare quelli per autotrazione, mentre i consumi civili (residenziale e terziario) hanno subito una contrazione del -3,1% rispetto al 2018, principalmente a causa di un andamento climatico sfavorevole ai riscaldamenti: il 2019 infatti è stato, ancora una volta, un anno molto caldo. In calo infine anche i consumi industriali (-1,7%).