Energia dalle onde del mare, la tecnologia low cost di Enea (FOTOGALLERY)

Un’alternativa alle costose e inquinanti centrali a gasolio che alimentano le piccole isole italiane

[7 Luglio 2015]

Enea ha presentato il Pendulum Wave Energy Converter (PEWEC), una tecnologia smart e low cost per produrre energia dalle onde del mare e pensata per le coste italiane, dove le onde sono di piccola altezza e alta frequenza. All’Enea spiegano che «Consiste in un sistema galleggiante molto simile a una zattera da posizionare in mare aperto, in grado di produrre energia elettrica sfruttando l’oscillazione dello scafo per effetto delle onde. Il prototipo in mostra solo oggi davanti sede dell’Enea a Roma è in scala 1:12, pesa 3 tonnellate, misura 3m x 2m x 2m di altezza ed è frutto della collaborazione con il Politecnico di Torino, nell’ambito dell’Accordo di programma tra Ministero dello Sviluppo Economico ed Enea sulla Ricerca di Sistema Elettrico. L’Enea e il Politecnico di Torino sono già al lavoro per la progettazione del dispositivo in scala 1:1, con una potenza nominale di 400 kW».

Lo sfruttamento dell’energia dalle onde presenta diversi vantaggi anche rispetto all’eolico e al fotovoltaico: un basso impatto ambientale e visivo, una minore variabilità oraria e giornaliera e una variazione stagionale favorevole, visto che il potenziale dell’energia dalle onde è più alto in inverno quando i consumi energetici sono massimi.

Intervenendo al convegno “Energia elettrica dal mare”, sesto appuntamento del ciclo di conferenze sulla Ricerca di Sistema Elettrico, dove è stato presentato il prototipo, Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio Enea di modellistica climatica e impatti, ha sottolineato che «Questo sistema low cost di produzione di energia dal mare è particolarmente interessante per le tante isole italiane, dove la fornitura di energia è garantita da costose e inquinanti centrali a gasolio. Una decina di questi dispositivi – ha aggiunto – possono produrre energia elettrica per un paese di 3.000 abitanti, contribuendo in modo significativo anche a contrastare i fenomeni di erosione attraverso la riduzione dell’energia delle onde che si infrangono sulla costa, senza impattare in maniera significativa su flora e fauna marine. In Italia sta crescendo l’interesse per la produzione di energia pulita e rinnovabile da onde e maree e secondo il Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili  dovremmo installare una potenza di 3 MW di questo tipo di impianti entro 2020. L’energia marina rappresenta una reale opportunità di favorire la crescita economica e l’occupazione, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e, soprattutto, aumentare la competitività attraverso l’innovazione tecnologica».

A livello europeo l’Enea partecipa al programma congiunto di ricerca sull’energia dal mare JP Marine Renewable Energy, proposto dalla European Energy Research Alliance (EERA). Lo sfruttamento dell’energia dal mare è tra le priorità della Commissione europea per lo sviluppo della Blue Economy: per 2014-2020 è stato presentato un piano di azione con l’obiettivo di raggiungere una potenza installata di 3,6 GW entro il 2020 e di 188 GW al 2050.

Sannino ha fatto anche notare che «Con i suoi 8.000 km di coste l’Italia possiede un importante potenziale di energia associata al moto ondoso, paragonabile a quello presente sulle coste orientali del Mare del Nord. La costa occidentale della Sardegna, ad esempio, ha un valore medio annuo del flusso di energia di circa 13 kW/metro, mentre quello del nord-ovest della Sicilia si aggira intorno ai 10 kW/metro».  Ma per sfruttare l’energia del mare bisogna però conoscere dettagliatamente la velocità delle correnti, l’altezza delle onde e l’intensità delle maree e per questo l’Enea, nell’ambito dell’accordo di programma con il ministero dello sviluppo Economico, ha realizzato “L’Atlante del clima ondoso del Mediterraneo”, la prima mappa in grado  di individuare in modo accurato le zone più interessanti per lo sfruttamento energetico delle onde e che a permette di «conoscere i valori di altezza e direzione utili a stimare l’energia ricavabile in un’area specifica e a definire la tecnologia più adatta da utilizzare, prendendo in considerazione anche le condizioni estreme a cui il generatore può essere sottoposto – dicono all’Enea –  Si tratta di una grande novità per un settore che finora ha stimato il potenziale energetico solo attraverso i dati di 15 boe distribuite lungo le coste italiane».

L’Enea ha realizzato anche un nuovo sistema operativo per la previsione del moto ondoso fino a cinque giorni, in grado di stimare l’energia da immettere nella rete elettrica con un dettaglio spaziale di poche centinaia di metri.