Energia, Enea: nel 1° trimestre 2022 consumi +2,5%, emissioni +8%, rinnovabili -9,5%

Aumenti record dei prezzi, import gas russo -41%, Indice transizione energetica -29%

[17 Giugno 2022]

Secondo l’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano pubblicata da ENEA,  «Consumi di energia ancora in crescita nel I trimestre 2022 (+2,5%), in aumento per il 5° trimestre consecutivo, sebbene ancora inferiori ai livelli pre-pandemia. In crescita anche le emissioni di CO2 (+8% circa) per il maggior utilizzo di fonti fossili (+7% circa) dovuto alla contrazione dell’import di energia elettrica (-20,5%) e delle rinnovabili elettriche (-9,5%), penalizzate dal crollo dell’idroelettrico (-40%) non compensato dall’incremento di eolico e solare (+11%)».

L’Analisi trimestrale evidenzia anche «Una nuova diminuzione (-29% sul trimestre precedente) dell’indice ENEA-ISPRED» che misura l’andamento della transizione energetica sulla base di prezzi, emissioni di CO2 e sicurezza degli approvvigionamenti. Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi, spiega che «Il balzo delle emissioni di anidride carbonica e i prezzi record dell’energia hanno fortemente penalizzato l’ISPRED. A questi livelli, per rispettare i nuovi obiettivi europei Fit for 55 (riduzione al 2030 del 55% delle emissioni nette dell’Ue rispetto al 1990) sarà necessario un taglio di oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi otto anni». Secondo le stime ENEA, «Le emissioni di CO2 del sistema energetico nazionale nel  1° trimestre 2022 sono aumentate di oltre l’8% rispetto a un anno prima. Si tratta di una variazione più che tripla di quella della domanda di energia primaria, dovuta all’aumento del consumo di fonti fossili (+6,7%), per di più concentrato su carbone e petrolio, più carbon intensive del gas naturale. La ripresa delle emissioni è riconducibile per circa il 40% ai settori non-ETS (trasporti e civile), per i quali si stima un aumento della CO2 di circa il 5% tendenziale, principalmente per la ripresa dei consumi di petrolio nei trasporti; si tratta di una variazione positiva ancora rilevante ma in attenuazione rispetto alla dinamica registrata nel 2021 (+11% sul 2020)».

E l’Analisi evidenzia che «In controtendenza con il trend degli ultimi anni, nel trimestre hanno invece avuto un balzo le emissioni dei settori Emission Trading Scheme -ETS (+15%), quelle della generazione elettrica in particolare, per la quale si stima un incremento tendenziale delle emissioni di oltre il 25%, la variazione tendenziale più marcata dell’ultimo ventennio. Con la ripresa del carbone nella termoelettrica l’intensità carbonica dell’elettricità prodotta – misurata in gr.CO2/kWh – è aumentata del 18% rispetto a un anno prima ed è stata superiore del 45% rispetto al minimo di metà 2020. Anche nel caso delle emissioni l’aumento registrato in Italia nel I trimestre 2022 è maggiore di quello dell’insieme dell’Eurozona, dove pure è in forte crescita il carbone, per la quale si stima un aumento di poco superiore al 5%.

Per effetto del calo della produzione industriale, dell’inverno mite, ma anche dei prezzi record che hanno contribuito a frenare la domanda (in particolare quella di gas negli usi diretti: -8% nell’industria, -2% nel civile), i consumi di energia sono cresciuti ma meno del PIL. Ma Gracceva sottolinea che «Tuttavia la forte ripresa dei volumi di traffico di passeggeri e merci su strada, tornati ai livelli pre-pandemia (A differenza del trasporto aereo che resta ancora inferiore di circa il 30% rispetto al 2019), porta a stimare una crescita dei consumi di energia ben superiore al 2% anche nel secondo trimestre, con una previsione di oltre il 2% per tutta la prima metà dell’anno. Si tratta di valori maggiori a quelli registrati nell’Eurozona, dove l’incremento trimestrale è stato di poco superiore all’1%, un trend che prosegue dallo scorso anno anche per le emissioni».

Per l’elettricità, il prezzo medio di borsa del primo trimestre 2022 ha superato i 250 €/MWh (oltre quattro volte i valori di un anno fa) ed ENEA avverte che «Nonostante la leggera contrazione prevista nel II trimestre, la media del I semestre resterà ampiamente al di sopra dei 200 €/MWh, il doppio della media 2021». E’ inoltre tornato a salire il differenziale tra il prezzo italiano e quello delle altre principali borse europee: «Rispetto alla borsa tedesca la differenza assoluta non era mai stata tanto elevata (quasi 70 €/MWh), mentre la differenza percentuale si avvicina al 40%, quasi il doppio di un anno fa».

Nonostante gli interventi del Governo abbiano attenuato l’impatto sui consumatori, i prezzi hanno raggiunto nuovi record storici nel trimestre (+55% per le famiglie, +40% per le imprese che nella prima metà dell’anno pagano un prezzo almeno doppio rispetto a 12 mesi prima, e nei primi 4 mesi dell’anno risultano in aumento più marcato che negli altri Paesi Ue.

Nel primo trimestre 2022, anche i prezzi al consumo del gas si sono attestati su nuovi massimi storici: 1,4 €/m3 per i consumatori, un valore quasi doppio rispetto a un anno fa. E l’Analisi trimestrale dice che «Inoltre, nonostante il leggero calo nel II trimestre (e gli interventi governativi), per i primi sei mesi dell’anno si prevede un incremento di oltre il 60% rispetto ai massimi raggiunti nella prima metà 2019. Per quanto riguarda le imprese meno energivore, il prezzo si è attestato nel trimestre a circa 1 €/m3, un valore triplo rispetto allo stesso periodo 2021. Secondo le stime più aggiornate per i primi sei mesi del 2022, anche per il gas è previsto un aumento superiore alla media Ue per tutte le fasce di consumo».

In conclusione, per quanto riguarda la sicurezza energetica, Enea segnala «Il forte miglioramento degli indicatori relativi alla raffinazione, anche se il balzo dei margini di raffinazione va considerato una conseguenza dell’anomala situazione di tensione del mercato dei prodotti. Quanto al gas naturale, la scelta dei governi europei di affrancarsi rapidamente dal gas russo ha già avuto un impatto di rilievo sulle fonti di approvvigionamento italiane: nella media dei primi cinque mesi dell’anno il gas russo si è ridotto del 41% ed è sceso al di sotto del 25% dell’import totale (era al 40% negli stessi mesi del 2021), superato dal gas algerino (31%), con punte al di sotto del 20% in aprile e maggio, superato anche dal GNL. La crescita di quest’ultimo è stata d’altra parte resa possibile dai prezzi europei stabilmente maggiori di quelli asiatici. Volumi così contenuti delle importazioni di gas russo potrebbero però non essere coerenti con l’obiettivo di raggiungere il 90% di riempimento degli stoccaggi entro fine ottobre, per cui almeno nel breve periodo potrebbe risultare necessaria una qualche ripresa dell’import dalla Russia».