Emissioni degli edifici: serve una normativa adeguata per il risparmio e la selezione dei materiali da costruzione

Kyoto Club e Legambiente: confidiamo che il prossimo Governo, il nuovo Parlamento e gli Enti locali si adoperino per ridurre le emissioni incorporate di carbonio

[13 Ottobre 2022]

“Low Embodied Carbon Emissions” è un progetto di Kyoto Club e Legambiente che ha l’obiettivo di informare e sensibilizzare sul tema delle emissioni di carbonio incorporate del settore edile italiano (Embodied carbon emissions in the Italian building sectors) e proprio il  tema delle embodied carbon emissions è stato il focus del convegno organizzato dlle due organizzazioni e tenutosi oggi a Roma in occasione della kermesse “Zero Emission Mediterranean 2022″.

Nel suo intervento al convegno, il vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante, ha sottolineato che «In tutta l’Unione europea, gli edifici rappresentano il 40% di tutta l’energia consumata, mentre le emissioni “incorporate” contribuiscono tra il 10% e il 20% dell’impronta di carbonio totale. Ma entro il 2050 il settore delle costruzioni dovrà essere climaticamente neutrale: come Kyoto Club e Legambiente vorremmo arrivare ad aumentare la presa di coscienza sul tema e spingere non solo il futuro Governo o il prossimo Parlamento, ma anche gli Enti locali, ad approvare una normativa adeguata volta al risparmio e alla selezione dei materiali da costruzione al fine di rendere gli edifici più sostenibili e favorire la circolarità nel comparto edile».

Il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi, ha evidenziato che «Nel puzzle delle azioni di contrasto alla febbre del pianeta, dove ogni tassello rappresenta uno dei fattori climalteranti, c’è la necessità di alzare con forza l’attenzione sulle emissioni incorporate, per un settore complesso come quello dell’edilizia, che genera un contributo pesante all’impronta di carbonio complessiva. Oggi questa necessità deve essere interpretata dalle istituzioni e dalle amministrazioni territoriali a tutti i livelli, nel garantire l’attuazione di politiche concrete che indirizzino la capacità di scelta dei materiali e la riduzione dei consumi, alla base di una trasformazione ecologica degli edifici stessi e del comparto edile».

Per Sabrina Alfonsi, assessora all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, «La decarbonizzazione è la chiave con cui guardare alla riqualificazione dei quartieri di Roma, per progettare la città tenendo in considerazione gli obiettivi di mitigazione del consumo energetico, attraverso interventi mirati su ciò che già c’è, con l’efficientamento energetico, e sulle nuove costruzioni, con materiali che ci permettono di contenere le emissioni.  Siamo molto interessati ai risultati di questo confronto organizzato da Kyoto Club e Legambiente, che ringrazio per aver voluto declinare il tema delle emissioni riguardo all’edilizia».

E Legambiente e Kyoto Club hanno rilanciato una serie di proposte per accelerare questo processo di decarbonizzazione del settore edile, in particolare nel comparto delle emissioni incorporate. Tra le azioni di intraprendere: la revisione della Direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici – EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) – dovrebbe includere in maniera armonica una metodologia per l’introduzione dell’approccio WLA (Whole Life Cycle) nell’edilizia; l’introduzione, nell’ambito dell’EPDB, di valori-soglia ottenuti da un’analisi dell’intero ciclo di vita, legati alle emissioni climalteranti nell’edilizia – la Commissione europea dovrebbe essere in grado di definire tali valori di soglia senza dover passare per una nuova revisione completa della direttiva; la revisione del Regolamento sui prodotti da costruzione – CPR (Construction Products Regulation) – che dovrebbe arrivare a contenere norme specifiche sulle emissioni incorporate e comprendere l’indicazione dei valori di emissioni incorporate nei prodotti da costruzione con etichetta CE, già rispondenti a standard omologati nel CPR (come acciaio, cemento, vetro, legno e isolanti, tutti materiali con elevate emissioni). Infine, l’Italia, seguendo un percorso che altri Stati Membri hanno già iniziato, dovrebbe dotarsi di una normativa adeguata sulle emissioni di carbonio incorporate.