Il Green deal resta sulla carta e l’Italia rimarrà ancora indietro rispetto agli altri Paesi europei

Decreto Semplificazioni, per l’eolico è patana

Anev: "Un’occasione sprecata per rilanciare un settore che oggi esporta tecnologia nel mondo e che in Italia ha raggiunto una maturità industriale e un livello occupazionale importanti

[8 Settembre 2020]

Non che ci fosse da dubitarne visti i precedenti commenti degli operatori delle rinnovabili e delle associazioni ambientaliste, ma ora sul testo del DL Semplificazioni, prossimo alla conversione in legge, arriva la bocciatura anche dell’Anev, l’ Associazione Nazionale Energia del Vento. “E’ una grande delusione per il settore eolico e per l’Anev – scrivono in un comunicato – , che aveva presentato emendamenti puntuali e mirati a facilitare gli obiettivi posti dal Pniec, completamente ignorati dal Legislatore”.

“In primo luogo – prosegue –  l’Anev si era espressa relativamente al tema del rinnovamento degli impianti, nell’ottica di un migliore e più efficiente sfruttamento delle potenzialità eoliche, di valorizzazione dei siti già oggetto di investimenti e di minimizzazione dell’impatto delle installazioni sul territorio, chiedendo semplicemente di garantire un percorso semplificato per l’iter autorizzativo di questi impianti con elementi di certezza preventiva sull’esclusione dalla Via”.

“Inoltre – aggiugne – l’Associazione aveva trattato il tema delle aree idonee, esprimendo perplessità circa l’individuazione di aree adatte alla realizzazione degli impianti poiché tale pur apprezzabile idea nella realtà rischia di aumentare la burocrazia arrivando al risultato opposto a quello auspicato. I soggetti proponenti i progetti da fonti rinnovabili sono infatti i più idonei alla definizione di soluzioni che portano alla massima efficienza e che possono seguire le evoluzioni tecnologiche con maggiore rapidità e attenzione. Nel PNIEC stesso si ammette che l’utilizzo delle superfici già sfruttate sarà insufficiente per raggiungere gli obiettivi al 2030. Occorre quindi garantire l’installazione di nuovi impianti anche su aree non ancora sfruttate. Il censimento e la classificazione dei suoli sono strumenti la cui definizione rischia di richiedere diversi anni prima della loro attuazione, vanificando così il raggiungimento dei target nei tempi prestabiliti. Sarebbe più opportuno e coerente aggiornare i criteri di individuazione delle aree non idonee, in quanto soggette a vincoli ambientali e paesaggistici incompatibili con le installazioni”. Ma di tutto questo nel DL non vi è traccia e quindi “semplicemente non è sufficiente a traguardare gli obiettivi settoriali che questo Governo ha indicato di voler raggiungere e spiace che le proposte specifiche avanzate dall’Associazione Nazionale Energia del Vento non siano state recepite”.

“Il Green deal- concludono –  resta sulla carta e l’Italia rimarrà ancora indietro rispetto agli altri Paesi europei. Un’occasione sprecata per rilanciare un settore, quello eolico, che oggi esporta tecnologia nel mondo e che in Italia ha raggiunto una maturità industriale e un livello occupazionale importanti”.