Disastro petrolifero in Nigeria: per bonificare ci vorrà almeno 1 miliardo di dollari

Unep e compagnie petrolifere prevedono decenni di lavoro per ripulire l’Ogoniland

[3 Giugno 2016]

Il vicepresidente della Nigeria, Yemi Osinbajo, parlando  a nome del presidente Muhammadu Buhari ha avviato il progetto di bonifica e ripristino dell’Ogoniland, nel Delta del Niger, che prevede un a spesa di 1 miliardo di dollari.  Osinbajo  ha anche annunciato che è stato approvato un quadro finanziario e legislativo che applicherà le raccomandazioni formulate dall’ United Nations Environment Programme (Unep) già nel 2011 con il rapporto “Environmental Assessment of Ogoniland”.

La Nigeria, il più grande produttore di petrolio dell’Africa, ha avviato quindi un costosissimo piano di bonifica e risanamento per ripulire decenni di sversamenti di Shell e di altre multinazionali straniere, compresa l’Eni, e della Nigerian National Petroleum Corporation (Nnpc), la compagnia petrolifera di Stato nigeriana.

Parlando ad un evento a Port Harcourt che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, tra le quali la star del calcio internazionale Joseph Yobo e Miss Nigeria Pamela Lessi, il vice presidente nigeriano ha detto che il governo federale ha agito in base ad una delle più importanti  promesse elettorali del presidente Buhari.

Alla cerimonia di inaugurazione della gigantesca bonifica del Delta del Niger ha partecipato anche il direttore esecutivo dell’Unep, Achim Steiner, che ha confermato che i lavori sui baseranno sulle raccomandazioni del  un rapporto dell’Unep del 2011, commissionato dal precedente governo nigeriano, sull’impatto di estrazione di petrolio nell’Ogoniland.  L’Unep spiega che «Il rapporto ha rilevato la contaminazione grave e diffusa del suolo e delle acque sotterranee in tutto l’Ogoniland. In un certo numero di siti la salute pubblica è stata gravemente minacciata dall’acqua contaminata e da sostanze cancerogene. Gli ecosistemi del Delta, come le mangrovie, sono stati totalmente devastati». Il rapporto ha anche riscontrato che «Le misure di controllo istituzionale in atto, sia da parte dell’industria petrolifera che del governo non sono stati attuate in modo adeguato». Il rapporto Unep ha proposto l’istituzione di «una Restoration Authority con un esplicito mandato a ripulire l’Ogoniland e a ripristinare gli ecosistemi». Il rapporto ha anche raccomandato «l’istituzione di un goniland Environmental Restoration Fund con una capitalizzazione iniziale di 1 miliardo di dollari per coprire i costi del disinquinamento».

Steiner ha detto: «Il popolo dell’Ogoniland ha pagato un prezzo alto per il successo dell’industria petrolifera nigeriana, sopportando per decenni un ambiente tossico e inquinato. Oggi segna un passo storico verso il miglioramento della situazione del popolo Ogoni, che hanno pagato questo prezzo elevato troppo a lungo. Un lavoro di bonifica e ripristino come questo non può avvenire in una notte, ma sono fiducioso che la cooperazione tra il governo della Nigeria, le compagnie petrolifere e le comunità si tradurrà in un ripristino ambientale che vada a vantaggio sia degli ecosistemi che del popolo Ogoni del Delta del Niger. L’Unep ha fornito la base scientifica per questo lavoro e continuerà ad offrire la competenza tecnica necessaria per contribuire a garantire un risultato positivo per tutti i soggetti coinvolti».

Il rapporto Environmental Assessment of Ogoniland era il frutto di un lavoro di due anni che aveva esaminato l’impatto ambientale delle operazioni dell’industria petrolifera nell’area a partire dalla fine degli anni ’50 e che aveva riscontrato che «La contaminazione da petrolio nell’Ogoniland è ampia e sta avendo un grave impatto sull’ambiente, con l’inquinamento che penetra ulteriormente e più in profondità di quanto si pensasse».

Steiner questo mese terminerà il suo mandato di direttore esecutivo  Unep e sarà sostituito da Erik Solheim, che dal gennaio 2013 è stato inviato speciale dell’Unep nell’Ogoniland, per sostenere i negoziati tra la popolazione  Ogoni, le compagnie petrolifere e il governo nigeriano. Il suo ruolo di futuro direttore esecutivo dell’Unep assicurerà  la continuità dell’impegno dell’agenzia ambientale dell’Onu nel sostenere il programma di bonifica. Solheim ha ricordato a tutti che «Il compito di ripulire l’Ogoniland non sarà né facile né veloce, ma deve essere fatto. Se avremo successo qui, dimostreremo che gli ambienti degradati possono essere ripristinati, invieremo  un segnale per molte altre comunità in tutto il mondo che la cooperazione pacifica può portare a risultati positivi».

La bonifica è di vitale importanza per il futuro dell’intera regione del Delta del Niger e contribuirà a creare nuove condizioni di vita, a ripristinare i vecchi mezzi di sussistenza e cambiare la vita di un milione di persone. Istituirà anche un nuovo modello di lavorare per lo sviluppo sostenibile, anche nel più impegnativo e degradato degli ambienti.

E’ probabile che la bonifica e il ripristino ambientale dell’Ogoniland si riveleranno la più prolungata bonifica dal petrolio mai messa in atto al mondo, secondo gli esperti potrebbero volerci  fino a 25 anni per ripristinare completamente gli ecosistemi avvelenati e sconvolti dall’industria petrolifera.

L’avvio del ripristino dell’Ogoniland arriva un anno e mezzo dopo la Shell ha concordato con gli Ogoni  un risarcimento da 84 milioni di dollari per due grandi sversamenti di petrolio nel 2008 e nel 2009. E’ dopo quei disastri che il governo federale nigeriano chiese all’Unep di occuparsi della tragedia ambientale e sociale  del Delta del Niger.

Ci vorranno almeno 18 mesi per preparare l’avvio della bonifica e per 5 anni verranno investiti 200 milioni di dollari all’anno per ripulire 1.000 miglia quadrate, anche se per ripristinare completamente l’ecosistema saranno sicuramente necessari molti più soldi.

L’Ogoniland ospita il terzo più grande ecosistema di mangrovie del mondo e la Shell opera nella regione  dal 1958 anche se la produzione di petrolio venne interrotta nel 1993, dopo una serie di proteste ambientali guidate dallo scrittore Ken Saro-Wiwa, che nel 1995 venne condannato a morte e impiccato.

Il disastro ambientale nell’Ogoniland dura da 40 anni ed è stato causato da condutture e impianti di raffinazione obsoleti e sottoposti a scarsa manutenzione. L’Unep ha trovato idrocarburi fino ad oltre 5 metri di profondità e le nuove generazioni dell’Ogoniland vivono da sempre in un ambiente fortemente inquinato  e pricoloso, dove suolo, acqua ed aria sono fortemente contaminati e vegetazione e animali sono avvelenati da benzene e metalli pesanti che possono essere cancerogeni. A quanto pare il disastro petrolifero del Dlta del Niger ha ridotto del 60% la sicurezza alimentare della popolazione e potrebbe tradursi in un aumento del 24% della malnutrizione infantile. A questo vanno aggiunti i danni economici provocati ai pescatori o agli imprenditori che hanno cercato di realizzare impianti di acquacoltura nell’area.

Il piano di bonifica, progettato da Unep, compagnie petrolifere e governo federale nigeriano, e comprende la costruzione di un impianto per trattare e ripulire le tonnellate di terreno contaminato e di ripiantare milioni di piantine di mangrovie, dando lavoro a migliaia di persone. Il problema è che il governo nigeriano potrebbe avere difficoltà a trovare il miliardo di dollari che ha stanziato per la bonifica ed ancora una volta è colpa dl petrolio: il bilancio della la Nigeria dipende per il 70% dalle entrate del greggio, ma il calo dei prezzi ha messo i ulteriormente in crisi la già instabile economia del gigante africano, la più grande dell’Africa, e  il naira, la moneta della Nigeria, ha subito un fortissimo deprezzamento e per la Nigeria si profila una recessione che potrebbe far saltare molti programmi e promesse.