Depositati in Cassazione 6 referendum contro le trivelle, 10 Regioni contro Renzi

Legambiente: «Il Governo, ascolti la voce dei cittadini. Basta ad inutili e dannose trivellazioni»

[30 Settembre 2015]

Oggi i delegati dei Consigli regionali di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania, Molise hanno depositando in Cassazione 6 quesiti referendari contro le trivellazioni previste dagli articoli dello “Sblocca Italia”. 8 Regioni a guida PD sfidano così il Governo Renzi, mandando a dire al premier che considerano le trivellazioni di petrolio e gas offshore inutili e dannose e che invece serve urgentemente una diversa strategia energetica che liberi il Paese dalle fonti fossili e garantisca la qualità del territorio ed il benessere della popolazione, non gli interessi dei petrolieri.

I 6 referendum chiamano i cittadini ad esprimersi sulla decisione del governo di permettere le trivellazioni offshore entro le 12 miglia dalle coste e chiedono l’abrogazione di un articolo dello “Sblocca Italia” e di 5 articoli del decreto Sviluppo che riguardano le procedure per le trivellazioni.

Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, «È ora di ascoltare la voce e le richieste delle associazioni e dei cittadini, come hanno fatto le Regioni depositando i quesiti referendari per l’abrogazione delle norme pro trivelle approvate da questo Governo e da quelli precedenti. L’Esecutivo non può più pensare di fare il finto sordo e il finto cieco dato che nei giorni scorsi sono stati ben dieci consigli regionali, i due terzi delle regioni costiere, a deliberare a favore del referendum anti-trivelle. Un numero importante visto che si è superata ogni più rosea aspettativa, oltrepassando di gran lunga la condizione minima prevista dall’articolo 75 della costituzione (5 consigli regionali) per poter depositare i requisiti in Cassazione e dimostrando bene quale sia il sentire del Paese». 

Cogliati Dezza sottolinea che «Il referendum rappresenterà dunque un’importantissima occasione per scegliere un futuro energetico diverso per il nostro Paese. Nell’attesa che la Cassazione si pronunci sul referendum, continueremo con azioni di mobilitazione e impegni concreti per fermare i progetti petroliferi in mare recentemente sdoganati. Due in particolare quelli più urgenti: Ombrina Mare, la piattaforma petrolifera che dovrebbe sorgere a largo della costa abruzzese, di cui si discuterà il prossimo 14 ottobre al Ministero dello Sviluppo economico con una conferenza dei servizi, e Vega B, la piattaforma prevista nel canale di Sicilia a largo della costa ragusana, che ha da poco ricevuto il nulla osta ambientale, e su cui Legambiente e altre associazioni hanno già fatto ricorso al Tar. Tra gli impegni concreti anti trivelle, è quindi fondamentale che le amministrazioni si impegnino per chiedere fin da subito una moratoria che blocchi qualsiasi autorizzazione relativa alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi».