Dall’Olanda (e Germania?) via libera alle trivellazioni nel Mare del Nord

Ma le Isole frisone si oppongono: forti preoccupazioni ambientali. Grünen in difficoltà

[3 Giugno 2022]

Il governo olandese ha annunciato che i Paesi Bassi e la Germania, inizieranno a sviluppare un nuovo giacimento di gas nel Mare del Nord. Si tratta un progetto congiunto che trivellerà pozzi per estrarre gas a circa 12 miglia al largo delle coste dei due Paesi, vicino all’isola olandese di Schiermonnikoog e all’isola tedesca di Borkum che sono due comuni che fanno integralmente parte di Parchi nazionali.

Il piano di trivellazione al confine olandese-tedesco non è nuovo, ma è rispuntato negli ultimi mesi come parte del piano dell’Unione europea per affrancarsi dal gas russo e il segretario di Stato olandese per le industrie estrattive, Hans Vijlbrief, ha confermato che i Paesi Bassi «hanno rilasciato i permessi per la parte olandese», aggiungendo che in Germania «E’ in corso una  procedura accelerata per i permessi».

Nel 2021 il land tedesco della Bassa Sassonia non aveva rilasciato permessi per il progetto a causa di problemi ecologici per le vicine isole di Schiermonnikoog e Borkum e l’ingresso dei Grünen al governo federale sembrava aver messo una pietra tombale sul progetto, ma i governi olandese e tedesco sembrano aver decisamente cambiato idea e il ministero olandese ha evidenziato che l’Aja e Berlino «Stanno  ora prendendo una decisione diversa a causa della guerra in Ucraina».

Il via libera alle trivellazioni è arrivato appena un giorno dopo che la compagnia russa Gazprom aveva annunciato la sospensione delle forniture a GasTerra per il rifiuto del fornitore olandese di pagare il gas in rubli. SE verrà approvato anche dal governo tedesco, il primo gas della trivellazione congiunta del Mare del Nord potrebbe essere prodotto entro la fine del 2024.

Intanto, i sindaci di entrambe le isole hanno confermato di essere contrari al progetto che secondo loro potrebbe danneggiare l’ambiente e l’economia turistica. Ma il governo olandese ribatte che  studi che aveva commissionato indicano che «I danni saranno minimi sia durante la trivellazione di pozzi che durante la produzione di gas».

Il piccolo Comune insulare di Schiermonnikoog (941 abitanti) non ci sta e in comunicato ribadisce che «Il comune di Schiermonnikoog è contrario all’estrazione di gas in questa località. Il consiglio comunale di Schiermonnikoog ha precedentemente votato all’unanimità contro le trivellazioni di gas intorno all’isola. Siamo del parere che il percorso di trivellazione del gas nelle vicinanze della nostra isola sia indesiderabile per vari motivi. Il comune ritiene che gli investitori dovrebbero cercare fonti di energia sostenibili».

La sindaca di Schiermonnikoog, Ineke van Gent, del partito di sinistra/verde GroenLinks ed ex parlamentare, ha sottolineato: «Non dovremmo più trivellare nel passato per il gas, ma investire nel futuro con le fonti rinnovabili».

Il Comune frisone olandese fa notare che «L’estrazione del gas è contraria agli obiettivi climatici. Inoltre, l’estrazione di gas minaccia riserve naturali uniche sia nei Paesi Bassi che in Germania. I Comuni insulari accolgono ogni anno centinaia di migliaia di turisti, che vengono per la nostra natura speciale. La natura incontaminata e la conservazione del sensibile ecosistema del Mare di Wadden costituiscono quindi la base per la sopravvivenza economica e la sopravvivenza dei Comuni dell’isola di Wadden.  Il permesso è disponibile per le osservazioni pubbliche da venerdì. Il Comune continuerà a chiedere di non trivellare il gas vicino al mare di Wadden e alle isole di Wadden. Ci auguriamo che gli investitori del gas vogliano investire i loro soldi in soluzioni veramente sostenibili».

E’ lo stesso linguaggio e sono le stesse argomentazioni usate dai Verdi tedeschi nella campagna elettorale che li ha portati al governo a Berlino insieme ai socialdemocratici e ai liberali ed è chiaro che sono proprio i Grünen quelli ad essere più in difficoltà di fronte a un progetto che prevede di estrarre gas offshore di fronte ad isole protette che sono uno degli hotspot della biodiversità europea e mondiale.