Corsini: «La nostra Port Authority punta al carbon free»

Dal porto di Livorno emissioni di CO2 pari a quelle di 63.000 auto

Fratoni: «Stiamo lavorando con l'Autorità portuale per migliorare le condizioni ambientali»

[20 Settembre 2019]

Da sempre Livorno è una città che vive in simbiosi col suo porto, e lo sbocco sul mare è ancora oggi – nonostante le difficoltà inanellate negli ultimi decenni – vitale per l’economia cittadina presente e futura; occorre però lavorare ancora molto affinché questa infrastruttura fondamentale per gli assetti del territorio possa svilupparsi in modo sostenibile. Come documenta infatti il Rapporto sulla Carbon footprint del sistema portuale dell’Alto Tirreno, elaborato direttamente dall’Autorità portuale, gli impatti emissivi del porto labronico sono oltremodo significativi.

Come riassume la stessa Authority, in un anno – dal 1° maggio del 2018 al 2 maggio del 2019 –  a Livorno sono arrivate 5.663 navi tra containership, navi da crociera, traghetti, car-carrier e Ro/Ro, e complessivamente dal porto di Livorno sono arrivate 150.000 tonnellate di emissioni, con l’anidride carbonica che pesa per oltre il 97%. Circa il 56% di tutta la CO2 (83.000 tonnellate) è stata emessa direttamente dalle navi durante i movimenti portuali, il 37% deriva dalle attività industriali svolte nelle aree portuali, mentre il restante 7% è composto da emissioni indirette derivanti dal consumo di energia elettrica prodotta da aree esterne a quelle portuali.

Prese tutte assieme, le navi arrivate nel porto di Livorno si sono fermate in porto per un totale di 59.000 ore e hanno emesso tanta CO2 quanta quella prodotta in un anno da 63.000 auto (circa il 70% di tutte le automobili registrate nel Comune). Ma non c’è solo la CO2: per quanto riguarda ad esempio le emissioni di SOx (ossidi di zolfo), in un anno le navi analizzate hanno inquinato quanto 108 milioni di auto (ben 1,245 volte la SOx emessa in un anno da tutte le automobili della città di Livorno).

Che fare? «La nostra Port Authority – spiega il presidente Stefano Corsini – ha da tempo inserito nella pianificazione strategica dell’ente obiettivi e azioni specifiche per supportare la transizione verso processi globalmente sostenibili e carbon free». Le opzioni disponibili per la decarbonizzazione, che siano orientate alla riduzione della domanda di energia (efficientamento energetico), oppure all’uso di vettori energetici meno impattanti, restano a oggi tutte sul tavolo; ad esempio, nel report si sottolinea che se tutte le navi del porto di Livorno utilizzassero il Gnl come combustibile si avrebbe una riduzione del 20% delle emissioni di CO2, mentre quelle di SOx tenderebbero ad annullarsi.

Nel mentre, per trovare la strada più giusta da percorrere è scesa in campo anche la Regione: «Sono dati significativi quelli diffusi dal report elaborato dalla direzione Sviluppo della Port Authority di Livorno – dichiara oggi l’assessore toscano all’Ambiente, Federica Fratoni. E dico subito che in accordo con l’assessore ai trasporti Vincenzo Ceccarelli, metteremo a punto azioni di supporto a quelle che intende realizzare l’Autorità portuale di Livorno secondo le rispettive competenze. Questi numeri sugli inquinanti si riferiscono a uno dei principali porti italiani e a un luogo che per sua stessa natura è critico dal punto di vista ambientale a causa delle molteplici e particolari attività industriali che vi insistono. Per questo da qualche tempo stiamo lavorando con l’Autorità portuale labronica con l’obiettivo di migliorare le condizioni ambientali».