Da dove viene l’energia italiana?

Report di I4C sulla dipendenza energetica dell’Italia dall’estero

[18 Marzo 2022]

Il nuovo Report “Da dove viene la nostra energia?“ pubblicato da Italy for Climate (I4C) fornisce un quadro completo aggiornato al 2021 della dipendenza energetica dell’Italia dall’estero.

Il report conferma che «L’Italia è uno dei Paesi in Europa con la più alta dipendenza energetica dall’estero: ben il 77% del fabbisogno nazionale di energia è soddisfatto dalle importazioni, che riguardano essenzialmente i combustibili fossili (ovvero petrolio, gas e carbone)».

Quali sono i Paesi dai quali dipendiamo di più per l’importazione di energia fossile? In ordine di importazioni: Russia (25%), Algeria (15%), Azerbaigian (13%), Libia (9%), Iraq (6%), Qatar 4%), Arabia Saudita (4%), Usa (3%) e Nigeria (2%). Come si vede, si tratta di Paesi in gran parte autoritari e che o sono in guerra o che hanno in corso o sostengono conflitti in altri Paesi o che hanno guerre civili interne. Insomma, il petrolio e il gas e la pace e la democrazia non vanno molto d’accordo, e non solo in Russia.

Il rapporto evidenzia che il Paese dal quale importiamo più energia è  la Russia: «Il 25% del nostro fabbisogno viene proprio da questo Paese, e non solo per il gas. Infatti la Russia è anche l’unico Paese da cui dipendiamo significativamente per tutte e tre i combustibili fossili: provengono da questo Paese quasi il 40% delle importazioni di gas, il 12% di quelle di petrolio e ben il 52% di quelle di carbone».

Per quanto riguarda il gas, la quasi totalità di quello che importiamo deriva solamente da 4 Paesi: Russia, Algeria, Azerbaijan e Qatar». Nonostante quel che si vuole far credere, «La produzione italiana nel 2021 ha soddisfatto il 4% dei consumi nazionali di gas del 2021» e anche dando il via a nuove trivellazioni (operative tra quanto?) il nuovo gas estratto sarebbe solo una minima percentuale di quello che importiamo.

Italy for Climate  evidenzia che «Per quanto riguarda il petrolio, la dipendenza è più diversificata ma bastano cinque Paesi per soddisfare i due terzi del nostro import: Azerbaijan, Libia, Russia, Iraq e Arabia Saudita. Il greggio estratto in Italia nel 2021 è stato pari al 7% del consumo nazionale di prodotti petroliferi».

Invece, per quanto riguarda il carbone che il governo Draghi vede come alternativa agli altri combustibili fossili importati, la cantonata presa da quasi tutta la politica italiana è gigantesca: «L’Italia è totalmente dipendente dall’estero per soddisfare il suo fabbisogno. Quasi tre quarti del carbone consumato nel 2021 proviene da due soli Paesi: Russia e Usa».

Ma allora come possiamo uscirne? All’I4C  rispondono con un’ovvietà indigeribile da parte di chi in questi giorni di guerra div ce che basterebbe trivellare un po’ in mare e terra: «Nel Report esploriamo come l’aumento della produzione nazionale non ci renderà indipendenti per il consumo di combustibili fossili, perché le riserve nazionali sono molto limitate. L’unica via per uscire dalla dipendenza dell’Italia è la transizione energetica. Efficienza e fonti rinnovabili non solo ci permettono di affrontare la crisi climatica (che è l’obiettivo per il quale sono state concepite), ma sono anche le uniche efficaci e durature per affrontare i molti rischi legati alla dipendenza energetica. Se realizzassimo gli obiettivi di riduzione delle emissioni, arriveremmo già nel 2030 ad un risultato storico per il nostro Paese: più della metà del nostro fabbisogno (il 54%) sarebbe coperto con fonti energetiche nazionali(ricordiamo che oggi siamo fermi al 23% e che negli ultimi trent’anni il dato è migliorato solo di pochi punti percentuali)».