Confermata la chiusura della centrale a carbone di La Spezia entro il 2021

Wwf: «Il carbone è il peggiore tra i combustibili fossili, sia per la salute che per l'ambiente». Webinar di Legambiente Liguria

[16 Febbraio 2021]

Con una lettera inviata al Comune di La Spezia, il ministero dell’ambiente ha confermato che la centrale a carbone di La Spezia dovrà cessare la sua attività entro il 2021 nella lettera inviata al comune della città ligure, ribadendo che «Il decreto di riesame dell’Aia D.M. 351 del 6 dicembre 2019 è ad oggi pienamente vigente e pertanto resta valida la prescrizione che prevede la cessazione dell’utilizzo del carbone al 2021, per l’unico gruppo ancora in esercizio nella centrale di La Spezia».

Il Wwf  evidenzia che la presa di posizione del ministero «Fornisce un messaggio chiaro del fatto che occorre rispettare le procedure ambientali e, di fatto, andare a chiudere gli impianti termoelettrici a carbone non più rispondenti alle prescrizioni delle procedure ambientali stesse».
Esprimendo tutta la sua soddisfazione, il Wwf «auspica che questo pronunciamento non venga ostacolato da altri dicasteri in base a supposte carenze di rete, dal momento che in Liguria c’è già un gruppo da quasi 800MWe funzionante di un’altra centrale a gas (Vado Ligure) che lavora a scartamento ridotto (ha prodotto appena 1.900 GWh/anno quando ne avrebbe potuti produrre oltre 5.000)».

Per il Panda, «La chiusura della centrale a carbone di La Spezia (600MWe) rappresenta una tappa importante per l’uscita dalla produzione elettrica a carbone del nostro Paese. Le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, insieme ad altre attività legate alla green economy –come dettagliato in uno studio commissionato dal WWF e svolto dall’ENEA nel 2016- possono e devo rappresentare una giusta transizione verso nuove occasioni di sviluppo sostenibile, più confacenti anche alla vocazione del territorio. Il carbone è – presto dovremo poter dire “era” – il peggiore dei combustibili fossili, sia per il clima che per la salute e l’ambiente. Questo però non deve diventare un alibi per puntare sul gas, un combustibile che non consentirebbe di contrastare i cambiamenti climatici e che ci porterebbe lontani da quella transizione energetica che dovrà essere imperniata su fonti rinnovabili, efficienza energetica, sistemi di accumulo adeguati, reti intelligenti, trasporti efficienti, ecc. Proprio la nascita del Ministero della Transizione Ecologica deve rappresentare l’inizio di una nuova fase, in cui imprese, istituzioni, parti sociali e società civile possano identificare le strade migliori per partecipare da protagonisti all’economia decarbonizzata ed evitare il più possibile il lock-in in progetti e fonti del passato».

Sul tema, per il 17 Febbraio alle ore 17,30, Legambiente Liguria ha organizzato il webinar “Enel e la vicenda spezzina: verso la decarbonizzazione, la transizione e il futuro dell’area” alla quale parteciperanno Stefano Sarti, presidente Legambiente La Spezia; Monica Paganini, sindaco di Arcola; Marco Grondacci, giurista ambientale; Paolo Musetti, segreteria Filctem Cgil; Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia Legambiente. Sono stati invitati Regione Liguria, Comune della Spezia ed ENEL.

Per Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria, bisogna «Puntare sulle rinnovabili, accelerando su eolico e fotovoltaico, perché ad oggi sono l’unico modo per produrre energia in alternativa al nucleare o alle fonti fossili. Ma bisogna fare le cose per bene».