Con l’embargo del gas russo, fino a 12 milioni di tonnellate di CO2 in meno

Razionamento energia: con un 1° C in meno di riscaldamento 2 milioni di tonnellate di CO2 in meno

[19 Aprile 2022]

Secondo uno studio della Società italiana di medicina ambientale (SIMA), «Un eventuale embargo del gas russo produrrebbe in Italia un abbattimento delle emissioni inquinanti, e fino a -12 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera».

La ricerca SIMA, che punta a capire come lo stop alle importazioni del gas russo potrebbe influire sull’ambiente e sull’aria che respiriamo, prende in considerazione due scenari caratterizzati da una riduzione delle forniture energetiche verso attività produttive, condomini e abitazioni private, escludendo il comparto dei trasporti, e spiega che «Nella prima ipotesi, una riduzione dei consumi energetici del 25% rispetto agli standard attuali presso industrie, attività e case private, e per la durata complessiva di 3 mesi, determinerebbe una diminuzione delle emissioni di CO2 in atmosfera pari a circa 9 milioni di tonnellate. Nel caso in cui il razionamento energetico fosse più pesante e pari al 33% dei consumi attuali di luce e gas, l’abbattimento delle emissioni di CO2 raggiungerebbe il record di 12 milioni di tonnellate in 3 mesi».

L’ONG scientifica evidenzia che «I vantaggi per l’ambiente interesserebbero però anche altri inquinanti: il comparto “residenziale” è responsabile da solo del 64% della quantità di PM2,5 prodotta e liberata in atmosfera, e del 53% di PM10. Una riduzione del consumo di gas naturale per i riscaldamenti degli edifici porterebbe ad una conseguente riduzione anche delle emissioni di polveri sottili nell’aria – analizza la Società Italiana di Medicina Ambientale».

Lo studio calcola anche i benefici legati ad una riduzione delle temperature dei riscaldamenti negli edifici pubblici e nelle abitazioni private: «Un calo di 1° C negli impianti di riscaldamento rappresenta un risparmio di circa il 7% sulle emissioni di CO2, pari a -2 milioni di tonnellate immesse in atmosfera».

Alessandro Miani, presidente SIMA, conclude: «Un eventuale embargo del gas russo, se non accompagnato da soluzioni per coprire il fabbisogno energetico nazionale, porterebbe inevitabilmente ad una riduzione delle forniture di luce e gas a partire dal prossimo autunno, come previsto del resto dal Piano di emergenza nazionale sul gas Una riduzione che avrebbe innegabili effetti positivi sull’ambiente e, quindi, sulla salute umana, a patto tuttavia che il Governo non sostituisca il gas russo con un ritorno al carbone: una ipotesi che rappresenterebbe un enorme danno sul piano ambientale, con un conseguente aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera».