Una transizione incentrata sul fotovoltaico eolico e solare può comportare impatti ambientali significativamente ridotti rispetto ad altri tipi di energia rinnovabile

Coalizione CleanAction: «Il passaggio alle energie rinnovabili deve proteggere la natura»

La rapida transizione verso l'energia rinnovabile offre opportunità per ripristinare il rapporto interrotto tra produzione di energia e natura

[20 Aprile 2023]

Secondo l’”Updated roadmap to Net Zero Emissions by 2050” dell’International energy agency (Iea), per limitare il riscaldamento globale a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali ed evitare i peggiori rischi del cambiamento climatico, entro il 2050  l’energia rinnovabile dovrà rappresentare oltre il 90% della produzione di elettricità a livello globaleIl primo rapporto “Nature-safe Energy: Linking energy and nature to tackle the climate and biodiversity crises” presentato dalla Coalition Linking Energy And Nature for action (CLEANaction che comprende  WWF, BirdLife International, International Renewable Energy Agency, ICLEI – Local Governments for Sustainability, The Nature Conservancy, Alliance for Rural Electrification, Ørsted, Iberdrola, Spoor e PACJA.)  conferma che «Anche quando si considera l’intera gamma di impatti ambientali, dall’approvvigionamento delle materie prime all’operazione finale, la generazione e lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili è in genere molto meno dannoso per l’ambiente rispetto all’utilizzo di combustibili fossili».

Il rapporto CLEANaction sostiene che «Una transizione incentrata sull’eolico e sul solare può comportare impatti ambientali significativamente ridotti rispetto ad altri tipi di energia rinnovabile, sebbene altre fonti rinnovabili possano essere la soluzione più appropriata a seconda delle circostanze locali» e spiega come, «In un decennio vitale per l’azione, il potenziale di impatti negativi della transizione energetica può essere gestito con attenzione per garantire che le tecnologie di energia rinnovabile che causano il minor danno alla natura abbiano la priorità e quelle che sono controproducenti in termini climatici siano evitate».

La coalizione ambientalista e di imprese rinnovabili evidenzia che «Purtroppo l’approccio dell’Ue è ben al di sotto di questo, con la nuova legislazione concordata nell’ambito dell’iniziativa “RePowerEU” che crea esenzioni dannose dalle norme di protezione ambientale e il continuo sostegno dell’Ue per bruciare più alberi e raccolti per produrre energia».

Uno degli autori del rapporto, Alex Mason, responsabile clima ed ‘energia del Wwf EU, sottolinea che «Questo rapporto dimostra ancora una volta che la transizione verso un sistema di energia rinnovabile, basato sull’eolico e sul solare, fornirà un ambiente migliore per le persone e la natura, rispetto all’attuale sistema distruttivo basato sui combustibili fossili. Ma dobbiamo pianificare attentamente l’espansione di tali tecnologie per ridurre al minimo gli impatti sulla natura e sulle comunità ed evitare false soluzioni come bruciare alberi e raccolti o costruire nuove centrali idroelettriche. Stiamo affrontando grossi problemi a questo proposito, poiché i responsabili politici dell’Ue stanno cercando di accelerare l’espansione delle energie rinnovabili minando le leggi essenziali sulla protezione della natura e la consultazione pubblica. Il rapido dispiegamento delle energie rinnovabili richiede una buona mappatura della sensibilità della fauna selvatica e un approccio alla pianificazione territoriale basato sugli ecosistemi, per garantire il miglior risultato per le persone e la natura. Abbiamo anche bisogno di restrizioni molto più severe su quali tipi di biomassa possono essere bruciati e considerati rinnovabili, qualcosa che rimane una macchia sulla leadership climatica dell’Ue»,

La mappatura esistente su scala globale dei siti per l’eolico e il solare indica che, per raggiungere le proiezioni dell’Iea er un sistema energetico coerente con il mantenimento dell’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5º C, c’è abbastanza energia disponibile nelle aree che hanno un basso conflitto con la biodiversità.

Per CLEANaction, «Sono inoltre necessari cambiamenti significativi nel modo in cui reperiamo e rintracciamo i materiali, come gli elementi delle terre rare, per sviluppare la nostra infrastruttura energetica. Un nuovo modello economico circolare è essenziale per ridurre gli impatti ambientali. Anche in questo caso, le recenti proposte legislative della Commissione europea sulle materie prime critiche cercano di minare la legislazione sulla natura piuttosto che facilitarne l’effettiva applicazione. Un modello circolare economico ed efficiente dal punto di vista energetico dovrebbe dare la priorità alla riduzione delle materie prime, nonché al riutilizzo e al riciclaggio per ridurre al minimo l’ulteriore estrazione e gli impatti legati allo smaltimento delle apparecchiature a fine vita. Quando si verifica l’estrazione mineraria, devono essere messe in atto rigorose misure di salvaguardia ambientale e sociale per evitare il degrado dell’habitat naturale e altri danni».

Per un futuro davvero a energia pulita che tenga pienamente conto dell’impatto sulla natura, CLEANaction esorta i governi a: Intraprendere una pianificazione energetica a livello strategico su scala nazionale o regionale per identificare potenziali risparmi energetici, fonti di energia rinnovabile idonee e siti per l’espansione energetica in aree a bassa sensibilità alla biodiversità. Considerare l’impatto sulla natura nella fase iniziale della pianificazione integrata dell’energia pulita, tenendo conto dell’intera catena del valore (dall’approvvigionamento dei materiali allo smaltimento). Sviluppare schemi normativi nazionali che richiedano agli sviluppatori di energia di contribuire agli obiettivi nazionali di conservazione. Investire in una mappatura tempestiva della sensibilità della natura per aiutare a dirigere l’ubicazione della tecnologia attraverso dati adeguati e richiedere all’industria di evitare le aree protette, le aree chiave per la biodiversità e altre aree di particolare sensibilità e valore. Applicare rigorosi processi di valutazione dell’impatto ambientale e gli standard richiesti a tutti i nuovi sviluppi, secondo le migliori pratiche. Adottare un approccio di economia circolare con efficienza energetica ottimizzata, per massimizzare il riutilizzo dei materiali energetici e ridurre al minimo la domanda di risorse naturali.

CLEANaction invita gli investitori e gli sviluppatori di energia rinnovabile a: Integrare precocemente la biodiversità, i rischi sociali e ambientali nella pianificazione delle energie rinnovabili e nelle decisioni di investimento. Applicare efficaci salvaguardie della biodiversità e procedure di valutazione dell’impatto ambientale per evitare e minimizzare gli impatti e compensare eventuali impatti residui per ottenere risultati netti positivi. Garantire la tracciabilità delle materie prime e tenere conto degli impatti della catena di approvvigionamento all’interno degli impegni aziendali nei confronti della natura. Applicare un approccio circolare per ridurre al minimo l’uso di materie prime e massimizzare il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali. Rafforzare l’informativa e il reporting aziendale sulla biodiversità, gli impatti ambientali e sociali.