In Cina le proteste bloccano l’impianto di riprocessamento delle scorie nucleari Cnnc/Areva

Il Quotidiano del Popolo: chi ha diffuso bugie e voci verrà punito per disturbo dell’ordine sociale

[11 Agosto 2016]

Il Quotidiano del Popolo, il giornale ufficiale del Partito comunista cinese, scrive che  l’amministrazione comunale di Lianyungang ha annunciato su suo sito ufficiale Weibo che il progetto di riprocessamento del combustibile nucleare esaurito sino-francese al quale aveva dato il  via libero  sarà «temporaneamente sospeso».

A Lianyungang, una città della provincia orientale cinse di Jiangsu ci sono state manifestazioni con migliaia di persone contro il progetto di riprocessamento delle scorie nucleari che doveva essere realizzato dalla multinazionale di stato francese Areva e, di fronte alle proteste crescenti,  l’amministrazione cittadina ha comunicato che «Il governo popolare municipale di Lianyungang ha deciso di sospendere la selezione del sito e i lavori preliminari del progetto di riprocessamento nucleare».

Il lavori di costruzione dell’impianto, frutto di una partnership tra la China National Nuclear Corporation (Cnnc) e  Areva, avrebbero dovuto iniziare nel 2020 ed essere operativi entro il 2030.

Inizialmente il governo centrale cinese non aveva comunicato ufficialmente la scelta di Lianyungang, ma i cittadini di questa città a  480 Km de Shanghai sapevano che nel loro territorio era in costruzione una nuova centrale nucleare. Quando hanno capito che questo progetto era in realtà un impianto di riprocessamento delle scorie nucleari sono scesi in piazza a migliaia il 6 e 7 agosto.

Il Quotidiano del Popolo cerca di minimizzare dicendo che il programma è ancora allo statio di studio e selezione e che la decisione non è stata ancora presa, ma avverte che «Il programma di riprocessamento nucleare ciclo programma è la maggiore cooperazione strategica sino-francese strategico  ed è entusiasticamente supportato di entrambi governi. La Cnnc nuclear fuel reprocessing  Company (Cnfr), fondata nel  2001 è incaricata del lavoro preparatorio, di individuare il sito per l’impianti di riciclo delle scorie nucleari e di avviate cooperazione e negoziati con le comunità locali.

Da 2015, la Cnfr sta studiando i possibili siti in diverse probvince costiere della Cina, compresi Shandong, Fujian, Jiangsu e Zhejiang e aveva dato un’indicazione di massima per  Lianyungang. Senza però prendere una decisione definitiva. L’amministrazione municipale di Lianyungang aveva promesso di informare tempestivamente i cittadini e di aprire una consultazione costante per ricevere opinioni e suggerimenti. I manifestanti evidentemente non si fidano delle rassicurazioni del Partito comunista locale e hanno bloccato tutto  Ma Il Quotidiano del Popolo non l’ha presa bene e ammonisce: «Nel frattempo, quelli che hanno diffuso bugie e voci sul  progetto potranno essere puniti per saver disturbato l’ordine sociale».