Cessate il fuoco in Libia. Ora via tutte le milizie straniere

L’Onu: «Privare il popolo libico della sua ricchezza petrolifera è un segno di inaccettabile testardaggine»

[21 Agosto 2020]

Stephanie Williams, rappresentate speciale del segretario generale dell’Onu in Libia, ha accolto calorosamente i punti di accordo nelle dichiarazioni rilasciate oggi dal Presidente del Consiglio di Presidenza libico Fayez Al-Serraj (Governo di accordo nazionale – Gna di Tripoli), e dal presidente della Camera dei Rappresentanti Aguila Saleh (Governo dell’Est libico), «che dimostrano il coraggio di cui la Libia ha urgenza necessario durante questi tempi difficili e che richiedono un cessate il fuoco, nella speranza che questo venga ripreso rapidamente dalla Commissione militare mista 5 + 5, con la partenza di tutte le forze straniere e mercenari dal suolo libico».

Il cessate il fuoco è stato finalmente annunciato da Al Sarraj sulla pagina Facebook del governo di Tripoli – riconosciuto dalla Comunità internazionale e appoggiato militarmente dalla Turchia  – dove si legge che «In base alla responsabilità politica e nazionale, alla luce della situazione attuale che sta vivendo il Paese e la regione, e alla luce dell’emergenza coronavirus, il capo del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico (Gna), Fayez Al Sarraj, ordina a tutte le forze militari di osservare un cessate il fuoco immediato e di fermare tutte le operazioni di combattimento in tutto il territorio libico».

Al Sarraj ha annunciato anche che nel marzo 2021 si terranno le elezioni «sulla base di un’adeguata base costituzionale su cui le due parti concordano».

Secondo quanto riporta Al Jazeera, Saleh, che sembra aver preso atto della sconfitta sul campo del generale Haftar – che, prima dell’intervento armato turco era riuscito quasi a conquistare Tripoli con l’aiuto di egiziani, francesi, russi e sauditi – j ha detto: «Chiediamo a tutte le parti di osservare il cessate il fuoco immediato e fermate tutte le operazioni militari in tutta la Libia. Il cessate il fuoco taglia la strada a ogni ingerenza straniera e si conclude con l’uscita dei mercenari dal Paese e lo smantellamento delle milizie. Cerchiamo di voltare la pagina del conflitto e aspiriamo ad un futuro di pace e alla costruzione dello Stato attraverso un processo elettorale basato sulla Costituzione».

Preso atto dell’accordo, la Williams «sollecita la rapida attuazione dell’appello dei due leader per la ripresa della produzione e dell’esportazione di petrolio secondo le indicazioni delineate nelle due dichiarazioni.  Privare il popolo libico della sua ricchezza petrolifera è un segno di inaccettabile testardaggine da parte degli attori locali e internazionali coinvolti. Chiedo a tutte le parti di partecipare a questa storica occasione e di assumersi le proprie responsabilità davanti al popolo libico».

L’inviata speciale dell’Onu rileva che «Le due iniziative hanno creato speranza per forgiare una soluzione politica pacifica alla crisi libica di lunga data, una soluzione che affermerà il desiderio del popolo libico di vivere in pace e dignità».

In una nota del ministero degli esteri italiano si legge che «L’Italia, che ha sostenuto in maniera costante e attiva gli sforzi dell’Onu nel quadro del Processo di Berlino assieme ai principali partners Ue, accoglie con grande favore i comunicati emessi oggi dal Consiglio Presidenziale e dalla Camera dei Rappresentanti dello Stato della Libia in merito ad alcuni principi fondanti di un percorso condiviso per superare l’attuale stallo istituzionale nel Paese, a partire da una immediata cessazione delle ostilità e dalla riattivazione della produzione petrolifera. Sulla scia delle recenti dichiarazioni sulla ripresa della produzione petrolifera, per la quale l’Italia auspica una concreta applicazione a tutte le articolazioni dell’industria petrolifera libica su tutto il territorio del Paese, tali sviluppi costituiscono un importante e coraggioso passo verso la stabilizzazione della crisi libica. L’Italia continuerà a svolgere il suo ruolo attivo di facilitazione per una soluzione politica alla crisi libica ed esorta tutte le parti interessate a dare un seguito rapido e fattivo al percorso delineato nei comunicati del Consiglio Presidenziale e dalla Camera dei Rappresentanti».