Bonus facciate, Rete Irene a Franceschini: «Come bloccare il mercato della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio»

Castoldi: «E’ la leva perfetta che farà paralizzare un intero comparto e parte dell’economia»

[18 Ottobre 2019]

Al presidente di Rete Irene, Manuel Castoldi, non sono piaciute le dichiarazioni del ministro ai Beni e alle attività culturali Dario Franceschini sul bonus facciate che prevede una detrazione fiscale del 90% e ha inviato una durissima lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e allo stesso Franceschini per chiedere al governo «una riflessione più approfondita rispetto alle gravi conseguenze che tale affermazione ha già attivato».

Castoldi parte da alcune considerazioni: «Ci sono voluti più di 10 anni per mettere a punto un Decreto Ministeriale (26 giugno 2015) che è ritenuto il “testo unico” per le nuove costruzioni e per gli interventi di manutenzione sul patrimonio esistente, indicando nelle varie tabelle i requisiti minimi, di carattere energetico, cui devono rispondere i nuovi edifici e quelli in ristrutturazione (anche della sola facciata). E ci sono voluti più di tre anni perché l’Agenzia delle Entrate regolamentasse i Bonus (eco e sisma) nella loro possibilità di cessione; il tutto nello spirito di rendere le abitazioni meno energivore (quindi meno inquinanti – ecobonus) e più sicure (sisma bonus). Di fatto allo stato attuale, in base a questa legislazione, se si fa un intervento sulla facciata di un edificio esistente si è obbligati (salvo alcune deroghe ed esclusioni che per altro incidono poco) a mettere a norma energetica l’involucro edile e, nel caso fosse richiesto, di migliorare la sua prestazione antisismica. Quindi, in base a questo decreto ministeriale ed ai bonus relativi, non è possibile intervenire a “capocchia” sulle facciate, ma occorre studiarne l’efficienza energetica e sismica e porvi rimedio».

Rete Irene – una rete di imprese che da oltre 6 anni si occupa di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente – sottolinea che «Le imprese del settore in questi anni si sono attrezzate per essere pronte tecnicamente ad affrontare questo mercato assumendo tecnici ed aggiornando i propri lavoratori alle applicazioni di tecniche volte al miglioramento energetico e sismico, investendo e scommettendo sul Paese Italia».

Nella sua lettera Castoldi chiede al governo: «Oggi la risposta della Politica qual è? Il “bonus facciate” con detrazione al 90%! “Ci permettiamo di porre all’attenzione del Ministro Franceschini e del Presidente del Consiglio Conte una semplice domanda: avete pensato a quale reazione avrebbe suscitato la Vostra frettolosa dichiarazione? Allo stato di fatto le conseguenze sono molteplici: condomini che chiedono di spostare i termini di pagamento delle opere in corso nell’anno 2020 per ottenere il beneficio fiscale del 90%, altri che chiedono di avere delucidazioni sulla tipologia di intervento tecnico da dover adottare (risparmio energetico o abbellimento delle facciate per avere il 90% di detrazione?), progettisti che devono capire quale intervento è corretto progettare, Amministratori di Condominio che devono sapere quale è la giusta delibera da adottare, condomini che devono sapere quale è la giusta decisione da assumere, pena la loro personale responsabilità». Tornando su quanto dichiarato da Franceschini, il presidente di Rete Irene aggiunge: «Sono tante le riflessioni a cui badare, ma una su tutte fa comprendere la gravità di un’affermazione così improvvida: si è pensato alle conseguenze che si sarebbero ricondotte sul mercato e sulla filiera, quali la completa destabilizzazione delle trattative in essere, il pericolo concreto dello slittamento dei tempi di delibera e di partenza dei cantieri, il danno economico presumibile a carico delle imprese e degli operatori di filiera?».

Per Castoldi, «La dichiarazione fatta da Franceschini nelle ultime ore è sicuramente la leva perfetta che farà paralizzare un intero comparto e parte dell’economia» e Rete Irene conclude così la sua lettera al ministro e al premier: «Ritenendo che quanto da Voi fatto sia in ottica di buona fede ed in ottica di generare nuove ed importanti opportunità per lo sviluppo economico del Paese Italia, certi di averVi fatto comprendere le enormi difficoltà in cui avete posto tutta una filiera di settore, Vi chiediamo di porre chiarezza immediatamente e di dare delle risposte efficaci con l’urgenza del caso, anche con una decretazione urgente, per consentire al mercato di cui facciamo parte di non dover subire ulteriori danni ed ulteriori problemi a cui onestamente non siamo in grado di fare fronte. Consentendo a tutta la filiera di poter operare con la dovuta e doverosa serenità che tutti gli operatori economici di questo Paese meritano di avere, soprattutto date le condizioni avverse in cui comunque operiamo a prescindere dai continui proclami che la politica ci ha abitato a subire».