Assemblea Irena: così il mondo non raggiungerà gli obiettivi climatici e di sviluppo, sta regredendo

L’azione non può essere più ritardata. Le priorità di Irena per l'energia rinnovabile e la COP28 Unfccc.

[16 Gennaio 2023]

«Le azioni a breve termine devono avere la massima priorità per accelerare con urgenza la transizione energetica nei prossimi anni e correggere la rotta per arrivare agli 1,5° C fino al 2050». E’ il messaggio inviato dai leader energetici dalla 13esima Assemblea dell’International Renewable Energy Agency (Irena)  che si è tenuta il 14 e 15 gennaio ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti che, dal 30 novembre al 12 dicembre ospiteranno a Dubai la 28esima Conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change (COP28 Unfccc).

Introducendo il lavori dell’Assemblea, Il direttore generale di Irena, l’italiano Francesco  La Camera, ha sottolineato che «Abbiamo una notevole opportunità e responsabilità per garantire che le decisioni energetiche di oggi ci pongano su una traiettoria positiva per lo sviluppo sostenibile. L’Assemblea consente ai governi di allineare gli sforzi sulla costruzione di un nuovo sistema energetico, realizzando il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi e su priorità globali critiche come la creazione di posti di lavoro, lo sviluppo industriale e le catene di approvvigionamento green, la sicurezza energetica e l’accesso universale all’energia pulita».

Il presidente di turno della 13esima assembrlea Irena, ministro per l’energia e le energie nuove e rinnovabili dell’India, Raj Kumar Singh,  ha aggiunto che «La transizione energetica non è solo una priorità in questi tempi decisivi, ma una responsabilità per Paesi, industrie e comunità. L’India continua a portare avanti un’azione visibile verso il suo forte impegno. Non vediamo l’ora di facilitare le discussioni sulla traiettoria della transizione energetica in preparazione del processo del Global Stocktake».

L’energia ha un impatto enorme sulla realizzazione dell’azione per il clima. Il World Energy Transitions Outlook di Irena delinea una direzione per rimanere sulla strada giusta fino al 2050 e sottolinea che «Rimanere su questa strada dipende da un’azione sufficiente entro il 2030» e dimostra che «Le tecnologie per realizzare tali progressi esistono già».

Per l’Outlook Irena i principali driver della transizione energetica sono «L’efficienza e l’elettrificazione, abilitati dall’energia rinnovabile, dall’idrogeno verde e dalla bioenergia moderna sostenibile». Fondamentalmente, il rapporto attira l’attenzione sulle politiche e sulle loro implicazioni socio-economiche per fornire le diverse iniziative necessarie adatte alle circostanze dei singoli Paesi e regioni. Attraverso il suo contributo al Global Stocktake, Irena  continua a dimostrare che «Le transizioni energetiche basate sulle fonti rinnovabili sono tecnicamente fattibili, economicamente sostenibili e, se adeguatamente gestite, sono una fonte di soluzioni a priorità politiche come la creazione di posti di lavoro, lo sviluppo industriale, la sicurezza energetica e la accesso universale all’energia».

Il summit Irena è stato infatti il primo appuntamento dell’agenda energetica globale del 2023 che è iniziata con una discussione ad alto livello su ” World Energy Transition  – The Global Stocktake” alla quale hanno partecipato 1.500 delegati e Irena  sottolinea che «Il primo Global Stocktake alla COP28 alla fine di quest’anno rappresenta un punto cardine per identificare i gap e le opportunità per l’attuazione dell’Accordo di Parigi. Come stabilito nell’Accordo, ha valuta i progressi collettivi verso il raggiungimento degli obiettivi climatici a lungo termine e costituisce la base per definire azioni prioritarie immediate per ideare una via pratica da seguire nei prossimi 7anni fino al 2030.

All’Assemblea di Abu Dhabi, i membri dell’Irena hanno confermato la loro disponibilità a «Sostenere pienamente la presidenza della COP28 degli Emirati Arabi Uniti stabilendo le ultime conoscenze sulla transizione energetica basata sulle fonti rinnovabili e sfruttando la cooperazione internazionale attraverso la piattaforma globale dell’Agenzia. Costruire una comprensione comune su come deve essere la roadmap verso il 2030 è fondamentale per guidare un’agenda energetica globale».

Al summit, i leader energetici dei governi, del settore privato e delle organizzazioni internazionali hanno fornito approfondimenti sulle azioni prioritarie necessarie nei prossimi anni, fino al 2030, per dimezzare le emissioni e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. E hanno concluso che: «Il mondo non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi climatici e di sviluppo e in alcuni casi sta addirittura regredendo. L’azione non può essere ritardata e deve essere intrapresa con soluzioni già disponibili. Sebbene ogni Paese sia diverso, ognuno deve trovare un modo per bilanciare le priorità nazionali con obiettivi a breve e lungo termine per accelerare le azioni guidate a livello nazionale nel mondo. Il Global Stocktake è un processo importante. Altrettanto importante è trovare un accordo comune sulle priorità globali dopo la COP28 di Dubai. Irena resta la piattaforma globale per le transizioni energetiche per guidare l’azione a un ritmo più rapido».

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha partecipato all’Assemblea con un videomessaggio nel quale ha fatto notare che «Mentre vi riunite per fare il punto sulla transizione energetica mondiale, emerge un fatto chiaro:  il nostro mondo è ancora dipendente dai combustibili fossili, con l’obiettivo di 1,5 gradi che scivola rapidamente fuori portata. Con le attuali politiche, siamo diretti verso 2,8 gradi di riscaldamento globale entro la fine del secolo. Le conseguenze saranno devastanti. Diverse parti del nostro pianeta saranno inabitabili. E per molti questa è una condanna a morte.  Se vogliamo evitare la catastrofe climatica, le energie rinnovabili sono l’unica strada credibile da percorrere. Solo le rinnovabili possono salvaguardare il nostro futuro, colmare il gap di accesso all’energia, stabilizzare i prezzi e garantire la sicurezza energetica.  Oggi, la loro quota nell’elettricità globale è di circa il 30%. Questa deve raddoppiare a oltre il 60% entro il 2030 e il 90% entro il 2050. Ed è possibile, se agiamo ora.

Per riuscirci, Guterres ha presentato un piano energetico in 5 punti per una giusta transizione: «Primo, dobbiamo rimuovere le barriere della proprietà intellettuale e trattare le principali tecnologie rinnovabili, incluso lo stoccaggio di energia, come beni pubblici globali. Secondo, dobbiamo diversificare e aumentare l’accesso alle catene di approvvigionamento di materie prime e componenti per le tecnologie rinnovabili, senza degradare il nostro ambiente. Questo può contribuire a creare milioni di posti di lavoro verdi, soprattutto per le donne e i giovani nei Paesi in via di sviluppo. Terzo, i decisori devono ridurre la burocrazia, accelerare le approvazioni di progetti sostenibili in tutto il mondo e modernizzare le reti. Quarto, i sussidi energetici devono passare dai combustibili fossili all’energia pulita ed economica. E dobbiamo sostenere i gruppi vulnerabili colpiti da questa transizione. Quinto, gli investimenti pubblici e privati ​​nelle rinnovabili dovrebbero triplicare fino ad almeno 4 trilioni di dollari l’anno».

Anche per La Camera, «Sebbene le transizioni energetiche stiano progredendo in tutto il mondo, gli sforzi devono essere accelerati, garantendo al contempo che i benefici siano distribuiti uniformemente tra Paesi e comunità. La cooperazione internazionale svolgerà un ruolo fondamentale nel garantire che tutti i Paesi abbiano l’opportunità di accelerare la diffusione di tecnologie climate-proof  e garantire gli investimenti necessari per raggiungere i loro obiettivi. L’adesione di Irena offre una piattaforma unica per guidare un’agenda energetica globale verso la COP28 e oltre».

All’assembra Irena è intervenuto anche il Presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu, l’ungherese Csaba Kőrösi, che ha evidenziato che «Il successo nella protezione del clima dipende dalla transizione verso l’energia pulita. Ma la transizione energetica che abbiamo previsto era un’agenda in tempo di pace. Come funzionerà in tempi di grandi scontri politici quando le forniture energetiche si trasformeranno in uno strumento di conflitto? Sebbene possano verificarsi battute d’arresto a breve termine, insieme a un probabile aumento delle emissioni di gas serra che portano al riscaldamento globale, L’energia green ha vantaggi a lungo termine. Se guardiamo ai trend degli investimenti, l’impatto a lungo termine del conflitto potrebbe essere l’opposto. Dal solare all’eolico, dal moto ondoso al geotermico, le fonti di energia rinnovabile sono disponibili per ogni clima. Il loro utilizzo ha il potenziale di rafforzare la sovranità energetica».

Anche per Kőrösi «E’ urgente agire ora. Siamo in una disperata corsa contro il tempo. Abbiamo bisogno di un’audace azione di trasformazione per ridurre il cambiamento climatico. Abbiamo la conoscenza. Abbiamo i mezzi. Dovremmo avere solo la volontà».

Il capo dell’Onu  Guterres ha concluso: «Oggi, la maggior parte degli investimenti nelle rinnovabili avviene nel mondo sviluppato. Nei Paesi in via di sviluppo il prezzo delle tecnologie rinnovabili può essere 7 volte superiore. Dobbiamo lavorare tutti insieme per ridurre il costo del capitale per le energie rinnovabili e garantire che i finanziamenti arrivino a coloro che ne hanno più bisogno. Le banche multilaterali di sviluppo devono fare la loro parte investendo massicciamente nelle infrastrutture per le energie rinnovabili, assumendosi maggiori rischi e sfruttando la finanza privata. I Paesi sviluppati devono collaborare con le agenzie di credito per aumentare gli investimenti verdi nei Paesi in via di sviluppo. E sollecito i ministri dell’energia e altri a promuovere politiche nazionali ambiziose e una maggiore equità sociale ed economica, anche tassando i sovra-profitti di coloro che sfruttano l’odierna crisi energetica. Accolgo con favore i partenariati per la transizione energetica giusta che sono stati istituiti per sostenere il Vietnam, l’Indonesia e il Sudafrica. Tali iniziative sono un primo passo fondamentale. Ma dobbiamo andare più veloci e più lontano. Questo è il motivo per cui ho chiesto un patto di solidarietà per il clima nel quale tutti i grandi emettitori facciano uno sforzo in più per ridurre le emissioni in questo decennio e garantire il supporto finanziario e tecnologico ai paesi che ne hanno bisogno. Insieme, diamo il via a una rivoluzione delle energie rinnovabili e creiamo un futuro più luminoso per tutti».