1,8 trilioni di dollari all’anno di sussidi dannosi per l’ambiente: «Il denaro pubblico sta finanziando la nostra stessa estinzione»

The B Team e Business for Nature: ridestinarli per salvare la natura, l’economia e l’umanità

[21 Febbraio 2022]

In vista dell’ultimo round negoziale della Convention on Biological Diversity (CBD COP15), The B Team e Business for Nature hanno pubblicato il briefing congiunto “Financing Our Survival: Building a Nature-Positive Economy through Subsidy Reform”, che riassume i messaggi chiave dello studio “Protecting Nature by Reforming Environmentally Harmful Subsidies: The Role of Business” pubblicato da Doug Koplow di  Earth TracK e Ronald Steenblik della Global Subsidies Initiative of the International Institute for Sustainable Developmene, e punta a informare i governi e il processo decisionale delle imprese sulla riforma delle sovvenzioni dannose per l’ambiente (Environmentally Harmful Subsidy – EHS).  Le EHS sono programmi governativi che incoraggiano la produzione o il consumo insostenibili e danneggiano la natura esaurendo le risorse naturali, degradando gli ecosistemi globali e danneggiando la salute del pianeta. Questi sussidi esistono in varie forme, dai pagamenti in contanti alla fornitura di credito da parte del governo, limiti di responsabilità, agevolazioni fiscali speciali o esenzioni normative o fornitura di beni o servizi di proprietà pubblica al di sotto del prezzo di mercato.

Il briefing parte da una domanda: «I sussidi governativi sono creati per favorire lo sviluppo socioeconomico, ma cosa accadrebbe se finissero per portare alla distruzione della natura, da cui la nostra società e la nostra economia dipendono per sopravvivere e prosperare?». Una domanda tutt’altro che irrealistica visto che, come dicono The B Team e Business for Nature  «Sfortunatamente, questa è la vera sfida che dobbiamo affrontare oggi». Il nuovo studio ha esaminato un’ampia gamma di sussidi dannosi per l’ambiente in tutti i settori e stima che «Il mondo stia spendendo almeno 1,8 trilioni di dollari all’anno, equivalenti al 2% del PIL globale, per sussidi che sono guidando la distruzione degli ecosistemi e l’estinzione delle specie. In altre parole, il denaro pubblico sta finanziando la nostra stessa estinzione. Tuttavia, con determinazione politica e una radicale collaborazione tra settore pubblico e privato, possiamo riformare questi sussidi dannosi e creare opportunità per un’economia equa, positiva per la natura e a zero emissioni».

Per farlo, come dimostra l’assurdo dibattito politico di questi giorni sull’energia in Italia, occorre più consapevolezza, trasparenza e divulgazione dei dati sui sussidi sia dei governi che delle imprese.

çPer le due organizzazioni, la COP15 CBD  che si terrà entro la fine dell’anno a Kunming, in Cina, «E’ la nostra migliore occasione per adottare un ambizioso Post-2020 Global Biodiversity Framework che includa un linguaggio chiaro sulla riforma dei sussidi e acceleri l’azione imprenditoriale».

Gli EHS sono prevalenti in un’ampia gamma di settori, tra cui agricoltura, costruzioni/edilizia abitativa, silvicoltura, combustibili fossili, pesca, trasporti e acqua. Questi settori rappresentano la stragrande maggioranza delle emissioni di gas serra e degli impatti sugli ecosistemi.

Il World Economic Forum classifica il fallimento dell’azione climatica, gli estremi climatici e la perdita di biodiversità come le tre principali minacce che deve affrontare l’umanità, alimentate in parte dal flusso imponente di denaro pubblico che va alle industrie e alle pratiche dannose. Queste sfide ambientali a loro volta peggiorano le disuguaglianze sociali poiché le popolazioni più vulnerabili sono spesso le più colpite dai disastri naturali.

Il briefing evidenzia che «La portata e la natura dell’EHS dimostrano l’entità della sfida e le potenziali opportunità offerte dalla riforma , in particolare dell’aumento della finanza sostenibile. La riforma delle sovvenzioni deve tenere conto delle varie forze economiche e sociali che entrano in gioco, nonché dell’imperativo per una transizione giusta ed equa. Una riforma gestita con sensibilità significa fornire sostegno alle famiglie più povere e alle comunità più vulnerabili, ad esempio tramite trasferimenti di denaro mirati. Una maggiore trasparenza e una comprensione più profonda dei flussi finanziari delle sovvenzioni sono prerequisiti per garantire una riforma EHS efficace e responsabile».

Secondo Elizabeth Mrema, segretaria esecutiva della CBD, «Questo rapporto è di fondamentale importanza. L’azione trasformativa su incentivi e sussidi dannosi per la biodiversità sarà decisiva in questo decennio per piegare la curva della perdita di biodiversità. Credo fermamente che questo rapporto tempestivo aiuterà a generare il necessario slancio politico e contribuirà al global biodiversity framework ».

Per creare una maggiore trasparenza, l’obiettivo principale dovrebbe essere la divulgazione di tutti i sussidi, il che permetterà a sua volta agli esperti di valutare accuratamente i sussidi dannosi per l’ambiente e di mapparne i flussi. Inoltre. è necessario un processo di monitoraggio chiaro e universale sia per i governi che distribuiscono i sussidi sia per i beneficiari, in particolare le imprese, che li ricevono. Questo  monitoraggio deve avvenire in tutti i settori e andare oltre i confini politici.

I governi dovrebbero prima di tutto reindirizzare sussidi dannosi, cosa essenziale per portare a molti risultati positivi per la natura. «Ad esempio – si legge nel briefing –  possono liberare ingenti risorse governative per sostenere i bisogni sociali e i mezzi di sussistenza locali, reindirizzare i capitali verso il ripristino ecologico, comprese soluzioni basate sulla natura e colmare il gap finanziario della biodiversità riducendo il degrado ambientale e sbloccando i finanziamenti necessari per mitigarlo».

La COP15 CBD, nella quale i Paesi di tutto il mondo dovrebbero approvare il Post-2020 Global Biodiversity Framework, rappresenta un momento critico per catalizzare l’azione globale sulla riforma dei sussidi e  The B Team e Business for Nature invitano tutti i governi ad «Adottare un obiettivo chiaro e ambizioso all’interno del Global Biodiversity Framework all’UN Convention on Biological Diversity (CBD COP15) che impegni i governi a reindirizzare, riutilizzare o eliminare tutti i sussidi dannosi per l’ambiente entro il 2030 e ad  aumentare gli incentivi positivi per realizzare un mondo equo, netto zero e nature-positive».

Ed è un appello rivolto anche alle imprese  che, come ricorda il briefing, «Fanno affidamento sulla natura in ogni fase della catena del valore, quindi ricevere e fare pressioni per sussidi che danneggiano la natura non è sostenibile. Gli EHS creano rischi operativi, per la catena di approvvigionamento e per reputazione della imprese, distorce i prezzi di mercato, l’allocazione delle risorse e le decisioni di investimento, incoraggia la produzione e il consumo non sostenibili per l’economia e crea concorrenza sleale».

Invece, la riforma EHS creerebbe diverse opportunità per le imprese, compresi: «Il sostegno alle ambizioni dell’Accordo di Parigi sul clima, l’aumento del posizionamento competitivo e l’interesse degli investitori motivati ​​dai criteri ESG. Una riforma informata dei sussidi può aumentare le opportunità commerciali e di investimento, creare posti di lavoro, invertire la perdita della natura e contribuire a garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta.  Le aziende lungimiranti capiscono che devono prepararsi per la riforma dei sussidi e anche gli investitori stanno iniziando a riconoscere i rischi finanziari degli EHS».

Per questo  The B Team e Business for Nature chiedono a imprenditori e investitori di: «Sostenere che i governi riformino i sussidi reindirizzando, riproponendo o eliminando i sussidi dannosi per l’ambiente verso un mondo equo, a zero emissioni e nature-positive entro il 2030. Collaborare in tutti i settori della società per aumentare la consapevolezza dei vantaggi competitivi, reputazionali e per gli investitori derivanti dalla divulgazione delle sovvenzioni e promuovere azioni per la riforma delle sovvenzioni. Supportare lo sviluppo di standard internazionali , quadri e linee guida per la divulgazione obbligatoria dei criteri ESG che includa i sussidi».

Christiana Figueres, di The B Team ed ex segretaria esecutiva dell’Unfccc, ha commentato: «La natura sta diminuendo a un ritmo allarmante e non abbiamo mai vissuto su un pianeta con così poca biodiversità. Almeno 1,8 trilioni di dollari stanno finanziando la distruzione della natura e cambiando il nostro clima, creando al contempo enormi rischi per le stesse imprese che ricevono i sussidi. Nel frattempo, non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo di finanziamento climatico dell’Accordo di Parigi di 100 miliardi di dollari all’anno. I sussidi dannosi devono essere reindirizzati verso la protezione del clima e della natura, piuttosto che finanziare la nostra stessa estinzione».

Paul Polman, Business leader, attivista e coautore di “Net Positive”, conclude: «Pochi sono a conoscenza dei 1,8 trilioni di dollari di sussidi perversi elargiti dai governi a livello globale, che portano al degrado ambientale, alla povertà e che presto saranno il principale fattore del cambiamento climatico. E’ ora di fermare le lobby egoistiche e miopi che perpetuano i sussidi dannosi, indirizzando invece il denaro pubblico verso il sostegno delle aziende responsabili nella transizione verso modelli di business positivi per natura».