Wwf, la strada per la pace passa dalle energie rinnovabili

«Rivedere il Pniec aumentando la quota di rinnovabili, visto che gli operatori si sono detti in grado di arrivare a circa 20 GW di nuove installazioni all’anno»

[28 Marzo 2022]

I combustibili fossili sono la principale fonte per le emissioni antropiche di gas serra, ma rappresentano anche una benzina formidabile per le guerre: si pensi agli innumerevoli conflitti che hanno attraversato – e ancora oggi attraversano il Medio Oriente –, ma anche al ruolo ricoperto dal gas naturale russo nell’invasione dell’Ucraina.

Non solo: la crisi climatica veicolata dai combustibili fossili è di per sé un formidabile acceleratore di tensioni sociali su territori, e non a caso il Wwf ha individuato ben 434 dispute e conflitti dal 2010 ad oggi scatenati per l’acqua (in particolare in Medio Oriente, India, Pakistan, Corno d’Africa e Africa Centrale).

Per non contribuire ad alimentare vecchie e nuove guerre, riducendo al contempo la gravità della crisi climatica, l’unica strada passa dal consumare meno energia – tramite efficienza e risparmio – e dal produrre tramite le rinnovabili quella di cui non possiamo fare a meno.

«I tempi della transizione vanno accelerati, non ritardati. La Ue ha fissato il target di riduzione delle emissioni a meno 55% entro il 2030 e prima del 2050 dovremmo arrivare alla completa neutralità climatica. Per l’Italia questo significa rivedere il Piano integrato energia e clima (Pniec), aumentando la quota di rinnovabili visto che gli operatori si sono detti in grado di arrivare a circa 20 GW di nuove installazioni all’anno. Siamo invece in una fase di forte stallo: lo scorso anno si è istallato meno di 1 GW di nuova capacità rinnovabile – afferma Mariagrazia Midulla del Wef Italia, che ha presentato l’analisi Rinnovabili, energie per la pace – Servirebbe un Piano clima che coordini le diverse azioni e anche politiche energetiche e politiche industriali: questa è una delle proposte che il Wwf e le altre associazioni ambientaliste hanno avanzato con la legge sul Clima».

Si tratta di una missione possibile: in Italia tra il 2005 e il 2015 siamo passati dal 7,5% al 17,5% di rinnovabili a copertura della domanda primaria di energia per poi sostanzialmente fermarci (oggi siamo attorno al 20%).

Elettricità futura, l’associazione degli operatori dell’energia elettrica di Confindustria, afferma di essere in grado di installare 60 GW di rinnovabili entro i prossimi 3 anni, a patto di ottenere le relative autorizzazioni. Ciò permetterebbe di ridurre drasticamente la bolletta elettrica e creare 80.000 nuovi posti di lavoro. Non solo, 60 GW di rinnovabili comporterebbero un risparmio di 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero del 20% del gas importato. Il settore è pronto a investire 85 miliardi di euro nei prossimi 3 anni.