Venti milioni di euro contro le maleodoranze nel polo industriale e ambientale di Pontedera

È l’ammontare degli investimenti in due anni solo da parte Geofor. Nell’area una dozzina di aziende, tra le migliori realtà della green economy europea

[7 Settembre 2016]

Nella località Gello, e più in generale all’interno del polo industriale e ambientale di Pontedera (sì, dove c’è economia circolare “industriale” e “ambientale” vanno a braccetto), vive una delle più rilevanti esperienze di green economy non solo a livello toscano ma europeo. Nell’area, oltre ai laboratori di ricerca applicata Pont Tech e Pont Lab, trovano spazio aziende come Revet, Revet Recycling, Ecofor service, Ecoacciai, D&D,  Franco Valori, Beton Valdera, Geofor, Giorgi Demolizioni, Mansider, Le Rose. Secondo gli ultimi dati disponibili per l’area parlano di un fatturato di circa 350 milioni di euro, per 600 dipendenti diretti. 400mila sono invece i materiali trattati ogni anno, in primis rifiuti gettati dai cittadini e dalle imprese del territorio.

Rifiuti che, come noto, di per sé non hanno un buon odore. Soprattutto d’estate, quando l’arsura contribuisce a scatenare maleodoranze – non inquinanti – che si disperdono nell’aria circostante, scatenando proteste. Negli ultimi giorni è finita nel mirino in particolare la Geofor, che nell’area gestisce  un impianto di compostaggio e un’area aperta adibita allo stoccaggio dei rifiuti solidi urbani in attesa di trasferimento alla discarica Belvedere (Legoli). Per esprimere il proprio «dissenso contro le maleodoranze» alcuni cittadini hanno raccolto nell’area oltre mille firme, tornando così a sollecitare l’attenzione delle autorità.

Dall’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) hanno risposto facendo il punto della situazione sul tema, evidenziando alcune «criticità strutturali e gestionali, segnalate da tempo agli enti locali» e suggerendo due linee di intervento rivolte alla discarica per i rifiuti speciali Ecofor e l’impianto di compostaggio gestito da Geofor. Gli “enti locali”, nella persona del sindaco di Pontedera Simone Millozzi, sottolineano che su «entrambe le questioni (l’utilizzo di ulteriori e nuovi materiali non porosi per la copertura della discarica e gestione della fase transitoria durante la costruzione del nuovo impianto di compostaggio) le aziende interessate si sono attivate e si stanno attivando. Vigileremo affinché le soluzioni indicate ci consentano di raggiungere l’obiettivo prefissato».

Nel mentre ha trovato positiva conclusione anche la querelle che ha visto contrapposti Geofor e due ristoratori nell’area di Gello, con i quali l’azienda ha stipulato convenzioni per i pasti dei dipendenti. Convenzioni tagliate e poi – oggi – ripristinate a seguito di polemiche proprio sulle maleodoranze.

«I ristoratori – osserva il presidente Geofor, Paolo Marconcini – non rinunciano al loro diritto di critica nei confronti delle maleodoranze, nessuno ha chiesto e chiederà loro questo. Riconoscono che il ruolo delle aziende che lavorano nel settore dei rifiuti è importante per il territorio e il polo ambientale in cui sono venuti ad operare. Le maleodoranze non ci devono essere e invece a volte si verificano per diverse cause e diversa provenienza e vanno combattute. Però ciò è un po’ diverso dal dire che tutti i giorni siamo avvolti da miasmi imbarazzanti e dannosi».

«Le maleodoranze – prosegue il presidente Geofor – ci sono state e talora ci sono e non stanno bene a noi operatori del settore dei rifiuti, per primi, che tutti giorni siamo qui al lavoro. Ci stiamo impegnando a fondo per contenerle ed eliminarle. Trattiamo rifiuti e non margherite». Rifiuti urbani e speciali, a seconda dell’azienda considerata nel polo industriale/ambientale di Pontedera. «Di questi diversi rifiuti bisogna farsi carico. Non si può pensare di mandarli altrove, oltretutto buttando soldi e infrangendo un principio di prossimità che le norme e l’etica contemplano».

«Il vecchio e ormai inadeguato impianto di compostaggio sarà chiuso in anticipo, a dicembre – conclude Marconcini – Entro fine anno Geofor darà avvio ai lavori di costruzione del nuovo impianto dell’organico anaerobico e aerobico per trarre energia e compost dagli avanzi del cibo, in un ambiente confinato e aspirato, eliminando le maleodoranze. Per due anni, il tempo di costruzione del nuovo, saremo solo stazione di trasferimento dell’organico in impianti esterni, selezionati con gara e procedure trasparenti. Lo faremo al chiuso per limitare o impedire la trasmissione di odori, ristrutturando un capannone del compostaggio dismesso.  Copriremo anche la piattaforma di trasferimento dei rifiuti indifferenziati, sia pure in diminuzione e assai poco odorigeni, attualmente all’aperto. Alla fine avremo speso in due anni poco meno di 20 milioni di euro. Aspiriamo a divenire un’azienda modello. Ed è strano che proprio ora che siamo impegnati in questa fase risolutiva ci sia tutta questa alzata di scudi: sarà solo puzzo o la paura oscurantista del nuovo impianto? Comunque le istituzioni pubbliche e gli enti che tutelano la qualità dell’ambiente svolgeranno il loro compito e noi siamo a disposizione».