Starace: «La strada del cambiamento è tracciata»

Unire i puntini della mobilità elettrica, per mettere a sistema le eccellenze già presenti in Italia

Realacci: «Il percorso raccontato da Fondazione Symbola ed Enel è spesso stato avviato dalle imprese senza un adeguato accompagnamento pubblico. È ora di recuperare questo ritardo»

[11 Gennaio 2023]

Puntare sulla mobilità elettrica rappresenta una delle principali strategie che abbiamo a disposizione per unire la decarbonizzazione della nostra economia – oltre all’abbattimento dell’inquinamento atmosferico che ancora ammorba il Paese – con la costruzione di filiere industriali sostenibili.

Che lo voglia o meno, il vasto mondo dell’automotive dovrà fare i conti con la transizione in corso, ma non per questo deve rassegnarsi a giocare di rimessa. Anzi: autorevoli studi mostrano già che i posti di lavoro nel comparto possono crescere del 6% al 2030, se la transizione verrà governata da politiche industriali adeguate.

Si tratta di unire i puntini, mettendo a rete tra loro le competenze già oggi abbondantemente presenti lungo lo Stivale, che Fondazione Symbola, Enel ed Enel X Way raccontano oggi con “100 italian e-mobility stories 2023”, il rapporto dove si mettono in vetrina cento eccellenze della mobilità elettrica made in Italy.

«Il rapporto realizzato con Fondazione Symbola, giunto alla quarta edizione, racconta una tra le filiere più innovative e dinamiche del Paese – dichiara Francesco Starace, ad e dg di Enel – La strada del cambiamento è tracciata come  dimostrano i numeri e i progetti di alcune delle più importanti eccellenze presenti nel volume: imprese, centri di ricerca, università e associazioni che con talento e passione sviluppano soluzioni tecnologiche all’avanguardia per la mobilità elettrica e, in linea con i principi del Manifesto di Assisi, contribuiscono a creare un’economia e una società più a misura d’uomo e per questo con ampie prospettive di crescita».

Negli ultimi anni gli italiani hanno visto progressivamente crescere le colonnine di ricarica, le automobili ibride ed elettriche circolanti, ma soprattutto e-bike e monopattini elettrici che ormai fanno parte del nostro paesaggio urbano.

Una transizione che viene raccontata attraverso 100 storie di aziende, università, centri di ricerca e realtà del terzo settore che rappresentano la filiera della e-mobility. Dai grandi studi di design impegnati a ridefinire forme e stile dei veicoli del futuro, ai produttori di componenti chiamati ad alleggerire il peso dei veicoli grazie all’impiego di nuovi materiali (come leghe leggere, alluminio e titanio al posto dell’acciaio) fino ai produttori di veicoli, anche piccoli, per le diverse forme di mobilità che nel frattempo sono emerse, prime tra tutte il car sharing.

In questo nuovo mercato l’Italia, come raccontato nel presente rapporto, può avere un ruolo di primo piano avendo un ampio spettro di competenze e tecnologie lungo tutta la filiera: dalle case automobilistiche a chi realizza e-bike e veicoli leggeri, passando per motorini e autobus elettrici. Nella componentistica troviamo il cuore pulsante di questa filiera, in cui le nostre aziende creano, prototipano e realizzano motori, statori, freni, elettronica e componentistica, fino a scocche e pacchi batterie con la presenza di un Battery Hub dedicato per l’assemblaggio a Torino. Ma anche designer, chiamati in tutto il mondo a ripensare le nuove forme della mobilità elettrica. Non mancano, per arrivare alle forme più avanzate di mobilità, i servizi di sharing, le multiutility, le soluzioni per la ricarica, le relative app e la comunicazione e gli studi di associazioni a supporto della filiera. In Italia avanzano progetti per la realizzazione di gigafactory: oltre allo stabilimento FIB Teverola 2, nel casertano, che dovrebbe aggiungersi all’omonima centrale dalla capacità produttiva di 350 MWh, sono in sviluppo i progetti di Italvolt, che a regime ospiterà 3 mila dipendenti e sorgerà nell’ex Olivetti di Scarmagno, nella provincia di Torino, e quello di Automotive Cells Company (ACC), joint-venture tra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies, che mira ad una produzione di almeno 120 GWh entro il 2030 con una nuova gigafactory negli ex stabilimenti Stellantis in provincia di Campobasso, a Termoli.

«La filiera raccontata da Fondazione Symbola ed Enel ci dice che il nostro Paese ha tutte le condizioni per affrontare le crisi – conclude il presidente di Fondazione Symbola, Ermete Realacci – Occorre costruire insieme (con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali e culturali, come afferma il Manifesto di Assisi) un’economia e una società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro, più attente alla crisi climatica, più giuste, resilienti, competitive. Un percorso per superare le crisi che vede nella sostenibilità e nella sfida ai cambiamenti climatici la strada per far ripartire l’economia orientandola verso un nuovo futuro. Il percorso che raccontano è spesso stato avviato dalle imprese senza un adeguato accompagnamento pubblico. È ora di recuperare questo ritardo».