Guardando ai parametri Oms anziché a quelli Ue la situazione peggiora

Toscana, le città bocciate da Legambiente sull’inquinamento atmosferico

Ma sull'intero territorio regionale la qualità dell’aria è in miglioramento: rimangono criticità estese per l’ozono, sforamenti per il PM10 a Capannori e per l’NO2 a Firenze

[30 Settembre 2020]

Nell’ultima edizione speciale del dossier Mal’aria, pubblicata oggi da Legambiente, le città della Toscana non brillano di certo per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico: analizzando i dati relativi ai capoluoghi nell’arco di tempo 2014-2018 solo uno raggiunge la sufficienza, mentre tutti gli altri sono – talvolta ampiamente – sotto.

Osservando il rispetto dei parametri indicati dall’Oms, più stringenti di quelli indicati dall’Ue, nella pagella stilata da Legambiente solo la città di Grosseto si merita un 7; Pistoia e Pisa si fermano a 5; Livorno e Massa a 4; Arezzo, Firenze, Lucca, Prato a 3; Siena non classificata per dati insufficienti.

Una situazione che complessivamente appare drammatica, a dire il vero più di quanto non emerga dal report Mal’aria Toscana pubblicato sempre da Legambiente a gennaio e incentrato – a differenza dell’odierna edizione speciale – sui dati più recenti, quelli relativi al 2019. Un dossier dove si parla di un «trend generale in costante miglioramento» per quanto riguarda la qualità dell’aria, mettendo comunque in evidenza importanti criticità che restano da affrontare: su tutte l’inquinante ozono nelle aree più assolate, il PM10 a Capannori e l’NO2 a Firenze.

Anche l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), che ha recentemente pubblicato l’analisi dei dati forniti dalla rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, insieme ai dati forniti dalle stazioni locali e all’analisi delle serie storiche, descrive un situazione complessivamente positiva in Toscana, singole criticità a parte.

Se per Capannori il problema è come detto il PM10 (oltre i 35 sforamenti annui), l’unica vera altra criticità evidente a livello regionale, secondo quanto previsto dalla normativa (D.lgs 155/2010), è quella relativa all’ozono, ancora molto lontano da raggiungere il rispetto di entrambi i valori obiettivo (per la protezione della popolazione e della vegetazione).

Entrando nel merito dei singoli inquinanti è possibile sintetizzare la seguente situazione:

PM10: il limite massimo pari a 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 μg/m3 è stato rispettato in tutti i siti eccetto presso LU-Capannori, stazione di fondo della Zona del Valdarno Pisano e Piana Lucchese presso la quale sono stati registrati 38 superamenti, mentre il limite di 40 μg/m3 come media annuale è rispettato in tutte le stazioni come negli ultimi 10 anni.

PM2,5: il limite normativo di 25 μg/m3 come media annuale è stato rispettato in tutte le stazioni della Rete Regionale.

Biossido di azoto: il valore limite di 40 μg/m3 come media annuale è stato rispettato in tutte le stazioni eccetto presso FI-Gramsci, stazione di traffico dell’Agglomerato di Firenze presso la quale la media annuale è risultata pari a 56 μg/m3. Il limite massimo di 18 superamenti della media oraria di 200 μg/m3 è stato invece rispettato in tutte le stazioni dal momento che non si è verificato alcun episodio di superamento.

Ozono: è stata confermata la criticità di questo parametro nei confronti di entrambi i valori obiettivo previsti dalla normativa che non sono stati raggiunti nel 80% delle stazioni. Infatti entrambi i valori obiettivo per la protezione della popolazione e per la protezione della vegetazione non sono stati rispettati in 8 dei 10 siti di monitoraggio. Inoltre nell’arco del 2019 si sono verificati 13 superamenti della soglia di informazione, che hanno coinvolto tre stazioni: FI-Settignano, PT-Montale e LU-Carignano. La soglia di allarme per l’ozono non è invece mai stata superata.

Monossido di carbonioBiossido di zolfo e benzene: il monitoraggio relativo al 2019 ha confermato l’assenza di criticità ed il pieno rispetto dei valori limite.

Idrogeno solforato: i valori registrati presso le stazioni della rete regionale sono ampiamente inferiori al riferimento dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), per entrambi i siti di monitoraggio. Per quanto riguarda il valore indicato per la percezione del disagio olfattivo soltanto presso il sito di PI-Montecerboli si è verificata una percentuale significativa di ore in cui è stato superato questo valore, anche se è stata nettamente inferiore agli anni precedenti.

Metalli pesanti: il monitoraggio relativo al 2019 ha confermato l’assenza di criticità ed il pieno rispetto dei valori limite per il piombo e dei valori obiettivo per arsenico, nichel e cadmio.

Guardando ai valori indicati all’Oms, anche per il report Arpat – come per l’edizione speciale di Mal’aria pubblicata da Legambiente – il panorama della regione Toscana risulta meno positivo per alcuni parametri, per i quali come già accennato i valori di riferimento sono molto più restrittivi rispetto alla normativa europea e quindi al D.lgs 155/2010:

  • per il PM10 nel 65% delle stazioni si sono verificati più di 3 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 μg/m3e nel 50% delle stazioni la media annuale è stata superiore a 20 μg/m3;
  • nell’87% delle stazioni la media annuale di PM2,5 è stata superiore a 10 μg/m3;
  • nel 100% delle stazioni la massima media giornaliera di 8 ore per l’ozono è stata superiore a 100 μg/m3;
  • una stazione su sette della rete regionale in cui viene misurato il benzene ha registrato una media annuale superiore al riferimento di 1,7 μg/m3indicato come media annuale.

Differente è la situazione per altri inquinanti:

  • il riferimento di 200 μg/m3come massima media oraria per il biossido di azoto, sebbene molto più stringente del limite, è rispettato nel 100% delle stazioni;
  • il valore guida di 20 μg/m3della concentrazione massima giornaliera per il biossido di zolfo, anche questo molto più stringente del limite in vigore in Italia, è rispettato nel 100% delle stazioni;
  • monossido di carbonio e piombo, per i quali i valori di riferimento dell’OMS coincidono con i limiti vigenti, fanno registrare il rispetto nel 100% delle stazioni.