Sviluppo sostenibile: le imprese chiedono al governo di cambiare passo

Il documento congiunto delle 10 associazioni imprenditoriali italiane più rappresentative

[29 Maggio 2019]

Alla Conferenza “Le imprese e la finanza per lo sviluppo sostenibile. Opportunità da cogliere e ostacoli da rimuovere” tenutasi ieri all’Auditorium Assolombarda di Milano, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile, le dieci associazioni imprenditoriali più rappresentative (Alleanza delle Cooperative Italiane, Confagricoltura, Confartigianato,   Cia – Agricoltori italiani, CNA, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Banche Assicurazioni Finanza, Unioncamere, UtilItalia), tutte aderenti all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) hanno inviata il Governo di accelerare la transizione dell’Italia a uno sviluppo sostenibile e ad aprire un tavolo di lavoro su questo tema presso la presidenza del Consiglio. Per la prima volta, le dieci associazioni imprenditoriali aderenti al Patto di Milano hanno indicato in un documento congiunto le linee di azione necessarie per accelerare il passo verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Ecco il documento integrale:

 

ACCELERIAMO LA TRANSIZIONE ALLA SOSTENIBILITà

LE IMPRESE PER L’AGENDA 2030

Noi Associazioni firmatarie del “Patto di Milano”: consce dell’urgenza, nello scenario globale, di accelerare l’inevitabile transizione del sistema economico e produttivo verso una maggiore sostenibilità economica, sociale e ambientale;

riconoscendo che la transizione verso un modello di economia circolare e sostenibile rappresenta l’occasione per accelerare lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese;

sottolineando il valore dello sviluppo sostenibile come paradigma di analisi, innovazione e azione per guidare le imprese e il Paese nel trasformare i rischi in opportunità, definendo scenari di resilienza in un orizzonte di lungo periodo;

consapevoli dell’importanza delle imprese e della finanza nel conseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, ma anche delle scelte del legislatore nell’abilitare la sostenibilità nelle imprese e nel promuovere la finanza per lo sviluppo sostenibile;

condividendo il valore della partnership, del confronto e della collaborazione tra gli attori pubblici, le Istituzioni e il mondo delle imprese; tenendo conto dell’evoluzione del quadro normativo in atto, anche a livello europeo; considerando le principali leve a disposizione dei decisori politici per favorire processi di integrazione della sostenibilità e la favorevole analisi costi-benefici che ne potrebbe derivare;

affermando nuovamente l’impegno assunto con il “Patto di Milano”, firmato nel 2017, nel promuovere un cambio di paradigma culturale ed economico verso i principi della sostenibilità e rinnovando l’impegno ad essere parte attiva di tale cambiamento; impegnandoci direttamente a promuovere – attraverso l’attività associativa – una sempre maggiore integrazione dello sviluppo sostenibile nelle imprese

IDENTIFICHIAMO

e sottoponiamo al decisore politico gli ambiti più rilevanti su cui focalizzare l’attenzione per la definizione di iniziative volte ad accelerare la transizione alla sostenibilità delle imprese.

Per la definizione di un contesto abilitante, si evidenzia l’importanza di un approccio strategico e organico orientato alla partnership che preveda:

lo sviluppo di una strategia complessiva per le politiche volte a conseguire gli Obiettivi dell’Agenda 2030, sollecitando uno sforzo collettivo e di sistema in grado di coinvolgere tutti i livelli amministrativi e di governo all’interno di una programmazione strategica – anche territoriale – condivisa;

l’adozione di una visione organica e multidisciplinare nella definizione di politiche pubbliche e iniziative private atte a garantire la transizione dell’intero sistema Paese verso un nuovo modello economico e sociale sostenibile;

l’armonizzazione delle misure attuate a livello nazionale con tutte le politiche per lo sviluppo sostenibile promosse in Europa, incluse quelle relative alla finanza sostenibile;

l’avvio di un percorso partecipato di accompagnamento delle imprese, in cui obiettivi e misure per conseguire la sostenibilità economica, sociale e ambientale siano condivisi, in modo da non essere percepiti come imposti o culturalmente estranei; la definizione di un set di misure – anche economiche e fiscali – volte ad accompagnare il sistema produttivo verso una transizione attiva, graduale e positiva; l’identificazione di metriche certe per valutare la sostenibilità di iniziative legislative specifiche, che permettano di affrontare in modo efficiente i trade-off esistenti dal punto di vista ambientale, sociale ed economico;

l’attuazione di misure strutturali di sostegno alle imprese, che permettano loro di approcciare e pianificare in maniera strategica l’integrazione della sostenibilità attraverso un inquadramento organico degli investimenti pubblici orientandoli ai criteri ESG;

la rimozione di ostacoli normativi, regolatori e procedurali alla transizione delle imprese verso una maggiore sostenibilità, promuovendo in particolare gli investimenti di lungo termine.

Sul fronte ambientale il riferimento è a misure atte a favorire il decoupling tra crescita economica e pressione ambientale attraverso la promozione di:

efficientamento energetico e autoproduzione di energia rinnovabile, decarbonizzazione, lotta e adattamento al cambiamento climatico;

una corretta ed efficiente gestione del suolo e dell’utilizzo dell’acqua; riduzione, recupero e riciclo dei rifiuti, favorendo la diffusione dell’economia circolare e della bio-economia, anche attraverso l’adozione di decreti sul fine-vita dei prodotti;

una selettiva e graduale riduzione degli incentivi dannosi per l’ambiente attraverso la diffusione di innovazioni tecnologiche positive per la sostenibilità; chiarezza, proporzionalità e coerenza regolatoria nella normativa inerente agli appalti, i Green Public Procurement (GPP) e i Criteri Ambientali Minimi (CAM) quali strumenti per orientare produzione e consumo sostenibili;

iniziative a favore dello sviluppo dell’intermodalità e del rinnovo del parco merci circolante, della diffusione dei carburanti alternativi, per l’adozione dei Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile.

A livello sociale si sottolinea l’importanza di promuovere una positiva transizione di domanda e o‑erta di lavoro verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – anche con una rinnovata qualificazione del capitale umano – attraverso misure, incentivi e partnership:

per l’istruzione e la formazione, anche finanziaria, e la valorizzazione di percorsi condivisi tra il sistema educativo a tutti i livelli e le imprese, atte a favorire la creazione di competenze trasversali necessarie per il mercato del lavoro attuale e futuro e utili a facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, anche stimolando l’autoimprenditorialità in forma profit e cooperativa;

per la valorizzazione del potenziale delle persone, promuovendo azioni dedicate a ra‑orzare percorsi di lifelong learning a vantaggio della competitività dell’impresa e dell’occupabilità dei dipendenti, anche attraverso la diffusione di buone pratiche;

potenziamento delle politiche attive del lavoro e di misure orientate alla creazione di impresa, alla promozione di lavoro buono e dignitoso e alla limitazione di fenomeni di degrado sociale, capaci di garantire maggiore produttività alle imprese, perseguendo l’equità di genere e tra generazioni e la valorizzazione di tutte le diversità.

Per quanto concerne lo sviluppo locale si ritiene centrale favorire la resilienza, l’innovazione e lo sviluppo sociale dei sistemi territoriali attraverso misure orientate a:

favorire la rigenerazione urbana e l’affermazione delle smart cities come modelli di riferimento per comunità socialmente ed economicamente inclusive;

favorire attività imprenditoriali vocate allo sviluppo sostenibile dei territori che – unitamente a politiche di rilancio dei servizi sociali – possano accrescere lo sviluppo economico e sociale di aree interne, rurali e periferiche.

Al fine di promuovere un modello economico maggiormente orientato allo sviluppo sostenibile, si evidenzia l’importanza di misure volte a:

favorire iniziative di rendicontazione non finanziaria, anche tra le PMI, con modalità a loro misura, attraverso la promozione di adeguati strumenti di capacity building e incentivazione per accompagnare le imprese meno strutturate, in forma profit e cooperativa, in un percorso di evoluzione e avvicinamento alla disclosure come opportunità;

supportare la ricerca e il trasferimento tecnologico a favore del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile;

favorire la creazione di luoghi aperti per l’economia creativa, collaborativa e della conoscenza (fabLab, living lab, makerspace, ecc.), lo sviluppo di incubatori d’impresa e l’efficacia di strumenti finanziari dedicati; favorire l’affermazione della legalità nell’intero sistema economico e sociale per contrastare la concorrenza sleale e fenomeni di dumping sociale, contrattuale, fiscale e ambientale;

garantire la coerenza tra le politiche pubbliche riguardanti la cooperazione internazionale in ambito di assistenza pubblica allo sviluppo, il potenziamento di strumenti dedicati al raggiungimento degli obiettivi europei destinati alle partnership internazionali, il rafforzamento dell’imprenditoria dei Paesi partner, anche per favorire il consolidamento della tutela dei diritti umani e del lavoro dignitoso nei paesi beneficiari di tali iniziative.

RINNOVIAMO L’IMPEGNO

a continuare con convinzione e fiducia il percorso avviato con la firma del Patto di Milano*, proponendo ai decisori pubblici e ai regolatori di collaborare per realizzare iniziative in grado di stimolare una più radicata cultura della sostenibilità nelle imprese e l’adozione di conseguenti principi e pratiche, auspicando l’istituzione di un tavolo di confronto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri.