Sulle Alpi sventolano 19 bandiere verdi e 11 nere

VII Summit nazionale delle bandiere verdi 2023 di Legambiente : applicare la Carta di Budoia

[12 Giugno 2023]

«Adattamento creativo e innovativo, sostenibilità ambientale e valorizzazione del territorio» sono le parole d’ordine e d’azione che accomunano L le 19 verdi assegnate nel 2023 da Legambiente che sottolinea: «Dalle Alpi arrivano sempre più storie di sostenibilità ambientale. Protagonisti sono associazioni e operatori locali, piccoli comuni, enti culturali, in prima linea nel ripensare l’azione territoriale. A dimostrarlo le 19 bandiere verdi 2023 assegnate da Legambiente all’arco alpino e che ben raccontano la rivoluzione in atto nei territori montani che, con iniziative e progetti concreti e sostenibili, cercano di contrastare crisi climatica e spopolamento delle aree montane, facendo rete e rafforzando la comunità locale». 

Dal bioparco “Acqua Viva” progetto innovativo voluto dal comune di Caraglio (CN) e nato dal recupero di un’ex polveriera militare al comune di Enego (VI) in prima linea per essersi attivato nel ripristino forestale dopo la tempesta Vaia; dalle associazioni e gli enti promotori dell’Iniziativa “Baumgart” per il recupero dei frutteti tradizionali nelle aree urbane di Bolzano all’impegno e alla memoria di Remo Cacitti, venuto a mancare lo scorso marzo, e che ha dato un contributo decisivo per la ricostruzione del centro storico di Venzone e del suo Duomo trecentesco, solo per citarne alcune, sono tante quindi le storie virtuose che arrivano dall’arco alpino e che Legambiente ha premiato a Venzone (UD) in occasione della due giorni del VII Summit nazionale delle Bandiere Verdi, pensato insieme a Legambiente Friuli Venezia Giulia, come momento di incontro e confronto tra esperti del settore, associazioni, cittadini, ed enti locali.

Il Piemonte si conferma la regina green d’alta quota con 5 vessilli verdi, seguita da Friuli-Venezia Giulia con 4, Veneto con 3 bandiere, Lombardia e Valle d’Aosta con rispettivamente 2 bandiere, Alto Adige, Liguria e Trentino rispettivamente con una bandiera.

Esperienze virtuose che per Legambiente «Meritano di essere replicate sul territorio montano e che devono essere accompagnate tenendo fede agli impegni e agli obiettivi della Carta di Budoiaun documento presentato a giungo 2017 alla Conferenza internazionale di Alleanza nelle Alpi in Friuli-Venezia Giulia e che mette al centro l’importanza dell’azione dei comuni alpini nell’adottare strategie adattamento locale ai cambiamenti climatici, valutare i potenziali rischi e opportunità derivanti ai cambiamenti climatici per i loro territori, e selezionare le misure per gestire e rispondere efficacemente agli impatti climatici presenti e futuri». Per questo l’associazione ambientalista, in vista della prossima edizione di Carovana dei ghiacciai 2023 in programma da metà agosto, ha lanciato dal Summit nazionale delle Bandiere Verdi un appello per chiedere la piena applicazione a livello locale della carta di Budoia e ha invitato tutti i piccoli comuni montani alpini, che ancora mancano all’appello, a sottoscriverla.  

Il Cigno Verde sottolinea che «Per contrastare la crisi climatica e il problema dello spopolamento, l’applicazione della Carta di Budoia e il replicare le esperienze virtuose rappresentano, in sintesi, due azioni fondamentali. In particolare, le storie virtuose già in atto permettono anche di contrastare quelle pratiche ancora non sostenibili» che Legambiente ha denunciato con le 11 bandiere nere assegnate quest’anno: «Ben 10 sono state attribuite a istituzioni pubbliche dell’arco alpino ad accezione del Piemonte, e una ad un privato. Il Friuli-Venezia Giulia incassa più bandiere nere, ben 3, seguita da Lombardia e Trentino (2 nere ciascuna), Valle d’Aosta, Veneto, Alto Adige con una bandiera nera per ognuna, Piemonte una».

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha detto che «La montagna sta dimostrando di essere un territorio resiliente e di offrire nuove opportunità rispondendo così a crisi climatica e spopolamento. Il mondo delle bandiere verdi è, infatti, la prova evidente di questa resilienza e forza delle comunità locali che puntano sempre di più su innovazione, sostenibilità ambientale, valorizzazione del territorio e adattamento innovativo. Ma la montagna non deve essere lasciata sola, oltre al grande lavoro che stanno facendo i territori, è importante mettere a sistema anche interventi nazionali e risorse, a partire da quelle del PNRR, che vadano a sostegno e supporto delle realtà montane ampliando e rafforzando anche i servizi di base e più politiche di mitigazione e di adattamento che mettano davvero al centro questi territori».

Vanda Bonardo, responsabile nazionale Legambiente Alpi, ha concluso: «La crisi climatica esaspera la convivenza uomo-natura, con conflitti che rischiano di diventare insostenibili per la nostra specie. E’ nelle pratiche di adattamento creativo e innovativo  che la gente di montagna potrà e dovrà cimentarsi dando il meglio di sé per salvaguardare sé stessa ma anche i territori che stanno a valle, tenendo fede anche agli impegni della carta di Budoia. Anche per questo è importante riconoscere l’impegno di coloro che attraverso i vari campi di attività provano a dare forma a nuovi significati e valori per le terre alte, a partire dalle bandiere Verdi esempi concreti da contrapporre alle bandiere nere, ossia a quelle pratiche che non fanno bene all’ambiente e che guardano al passato e non al futuro della montagna».