Snam punta sul biometano degli impianti Asja, per un valore di circa 100 milioni di euro

La prima fase prevede acquisizioni per 8,5 MW mentre altri 16 MW sono già in ipotesi

[15 Dicembre 2021]

Il 40% dell’energia consumata in Italia viene prodotta ancora a partire dal gas naturale, i cui prezzi stanno schizzando alle stelle portandosi dietro quelli delle bollette italiane. L’analogo rinnovabile di questo combustibile fossile, ovvero il biometano, rappresenta un ingrediente fondamentale per combattere la crisi climatica in corso permettendo al contempo all’Italia di conquistarsi una maggiore autonomia strategica nell’approvvigionamento energetico.

S’inserisce in quest’ottica l’accordo siglato ieri tra Snam (attraverso la propria controllata Snam4Environment, attiva nel settore del biometano e dell’economia circolare) e Asja ambiente Italia (società che dal 1995 opera nella produzione di energia da biogas, biometano e altre rinnovabili), per l’acquisizione di un portafoglio di impianti e progetti di sviluppo nel settore del trattamento della Forsu (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) e produzione di biometano.

L’operazione riguarda, nella prima fase, l’acquisizione di quattro società detentrici di altrettanti impianti in esercizio di recente costruzione con previsione di vita utile di circa 20 anni situati in Liguria, Lazio e Umbria, e l’ingresso in una società titolare di un impianto in costruzione e di uno in sviluppo in Sicilia. Tali impianti hanno una capacità totale di circa 8,5 MW di cui 6 MW in esercizio per un enterprise value di circa 100 milioni di euro.

L’accordo prevede inoltre che Snam, al verificarsi di certe condizioni, rilevi nel tempo da Asja ulteriori cinque società, proprietarie di altrettanti impianti dalla capacità totale di circa 16 MW, due dei quali in costruzione in Piemonte e Lombardia, e tre in via di autorizzazione in Sicilia.

Il perfezionamento dell’operazione avverrà nel corso dei prossimi cinque anni, in relazione allo stato di sviluppo dei diversi progetti la cui costruzione sarà a cura di Asja.

«Il biometano – spiegano nel merito Asja e Snam – è una fonte di energia rinnovabile e programmabile che si ottiene da biomasse agricole (colture dedicate, sottoprodotti e scarti agricoli e deiezioni animali), agroindustriali (scarti della lavorazione della filiera alimentare) e dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, valorizzando l’economia circolare. Il biometano può essere trasportato su lunghe distanze utilizzando le infrastrutture gas esistenti».

Con un vantaggio climatico evidente rispetto al gas di origine fossile: è una fonte energetica rinnovabile, poiché la produzione di energia elettrica tramite biogas emette in atmosfera CO2 di origine non fossile (dovuto alla naturale biodegradazione di scarti o rifiuti organici) e dunque ad impatto climatico neutro, e può essere immesso nella rete di distribuzione per consumi domestici o per i trasporti.