Perimetrati fino a vent'anni fa, nell’ultimo le bonifiche sono avanzate del 2%

Sin, sono «oltre 160.000» gli ettari di territorio più inquinati d’Italia che restano da bonificare

Per il 65% si tratta di aree pubbliche. Morassut: «Stiamo lavorando per accelerare i tempi e snellire le procedure, attraverso la necessaria riforma del Testo unico dell'ambiente. Inoltre abbiamo previsto l'aumento delle risorse»

[18 Giugno 2020]

Sin, eppur si muove. Di poco, ma almeno in un anno le aree con bonifica conclusa sono pari al 17% contro il 15% certificato dall’Ispra nel 2019. Lo rivela Daniele Baldi, Coordinatore area tematica Sigea (Società italiana di geologia ambientale) Bonifica siti inquinati, che fa il punto della situazione  alla vigilia della Conferenza sulle bonifiche dei territori che si terrà domani (on line) da Gela.

Il dato, pur significativo, va inserito dentro un nodo non sciolto ormai da vent’anni. Lo stesso Baldi ha infatti ricordato che “Oggi sono 41 i Siti di interesse nazionale (Sin), di cui 4 nella Regione Sicilia, presenti sul territorio nazionale per un totale di 161.250 ettari di aree a terra e a mare, il 65% delle quali pubbliche e il 35% private. Le aree Sin con procedimento amministrativo avviato corrispondono indicativamente alla metà del totale e, in queste stesse aree, il ministero dell’Ambiente ha approvato progetti di bonifica sul 14% della superficie mentre le aree con bonifica conclusa sono pari al 17%”.

Un quadro, va detto, desolante, in parte causato da un coacervo burocratico per il quale sta cercando di trovare il bandolo della matassa il ministero dell’Ambiente. All’evento di domani parteciperà anche il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut con delega alle bonifiche – il ministero è tra i promotori e ha istituito a gennaio una Direzione generale proprio sulle bonifiche – che sul tema dà un incoraggiante aggiornamento, confermando l’indirizzo espresso proprio sulle pagine di greenreport a inizio anno: “Stiamo lavorando per accelerare i tempi e snellire le procedure di bonifica, attraverso la necessaria riforma della parte del Testo unico dell’ambiente che riguarda le bonifiche. Inoltre, abbiamo previsto l’aumento delle risorse pubbliche per finanziare gli interventi con i nuovi progetti Fondo sviluppo e coesione 2021-2027”. Proprio la  proliferazione normativa è una delle criticità che secondo l’Ispra rallenta oltremodo il tutto.

A oltre vent’anni dalle prime perimetrazioni dei Sin rimane, comunque, l’ammontare enorme di aree da bonificare, ricordato da Baldi. Da questo punto di vista scoraggia constatare una situazione tanto annosa che persino sul sito del ministero i documenti ufficiali che aggiornano l’iter delle bonifiche sono rimasti fermi a fine 2018

Morassut, però, cerca di dispensare un po’ di ottimismo, quantomeno della volontà: “Con oltre 160.000 ettari di territorio inquinato, pari a una volta e mezzo l’estensione dell’intera capitale d’Italia, il nostro Paese si trova ad affrontare una grande emergenza. Restituire ai cittadini suolo sano è un dovere e un impegno prioritario per lo Stato e le Regioni. Vogliamo recuperare il territorio inquinato e dargli nuova vita, realizzando servizi, infrastrutture verdi, insediamenti industriali sostenibili di nuova generazione, attività produttive, impianti per la produzione di energia pulita”.

Non resta che aspettare per verificare se dalle parole si passerà finalmente ai fatti, che significa bonifiche, in grado di portare salute (ambientale e umana) ma anche lavoro.

Secondo le stime fornite da Confidustria ormai quattro anni fa, per concludere le bonifiche sarebbero necessari investimenti pari a circa 10 miliardi di euro, mentre finora lo Stato ha stanziato risorse «nell’ordine di milioni di euro». Eppure investendo nelle bonifiche dei Sin questi 10 miliardi di euro Confindustria stima che il livello della produzione aumenterebbe di oltre il doppio, innescando 200.000 posti di lavoro in più e ripagandosi in gran parte da solo: tra imposte dirette, indirette e maggiori contributi sociali allo Stato rientrerebbero 4,7 miliardi di euro, oltre all’inestimabile valore di un ambiente finalmente sano.