Lungo la costa i territori più inquinati della regione

Sin, in Toscana resta da bonificare una superficie pari a 1.680 campi da calcio

Ferruzza (Legambiente): «Le bonifiche devono diventare un tema prioritario sia a livello nazionale che regionale»

[6 Luglio 2021]

La Goletta verde di Legambiente è sbarcata oggi a Marina di Carrara per denunciare – con la campagna #liberidaiveleni – le vertenze ambientali croniche che gravano sulla Toscana e soprattutto sui toscani della costa, lungo la quale si snodano tutti i Siti d’interesse nazionale (Sin): Massa Carrara, Livorno, Orbetello e Piombino.

Si tratta delle aree più inquinate della Toscana, che assommano una superficie complessiva da bonificare di 1.147 ettari, pari a circa 1.680 campi da calcio. Dei 4 Sin, individuati ormai due decenni fa, quello messo meglio – il che è tutto dire – è quello di Piombino: secondo i dati ministeriali aggiornati a inizio 2021, qui la bonifica dei terreni risulta al 45% e al 4% quella della falda (per quest’ultima vennero stanziati 50 mln di euro dall’Accordo di programma del 2014, che ancora attendono di essere spesi).

Il Sin di Massa Carrara vede invece solo l’8% delle aree a terra e il 3% delle acque di falda con procedimento di bonifica concluso, mentre quelli di Livorno e Orbetello sono addirittura fermi allo 0% di procedimenti conclusi per terreni e falde per i due siti.

«Ci chiediamo ancora una volta quanto si dovrà aspettare per arrivare agli interventi di bonifica reale e concreta per i Sin toscani – dichiara Fausto Ferruzza, presidente del Cigno verde regionale – Qui non si tratta solo di restituire alla cittadinanza porzioni di territorio abbandonate ormai da troppo tempo, ma anche tutelare la salute di chi convive da quasi un secolo con una situazione di inquinamento e degrado ambientale estremamente preoccupante. Le bonifiche devono diventare un tema prioritario sia a livello nazionale che regionale perché non c’è più tempo di attendere».

Oltre a denunciare il perpetuo stallo sulle bonifiche dei Sin, Legambiente punta a invertire la rotta con la presentazione di un dossier (in allegato, ndr) sullo stato dell’arte e sulle proposte per iniziare finalmente a fare qualche passo avanti.

Secondo il Cigno verde bisogna uscire dall’era delle caratterizzazioni – spesso le uniche cose fatte finora, cui però non è seguita una progettazione per la bonifica – e procedere con degli interventi di bonifica che superino, quando possibile, il mero conferimento dei terreni contaminati in discarica: ovvero azioni di bonifica “in situ” e “on site”, posto che per i rifiuti da bonifica non altrimenti gestibili lo smaltimento in sicurezza resta comunque l’unica opzione da poter percorrere. Inoltre, è urgente da parte delle istituzioni individuare, assieme alle aziende e alle parti sociali coinvolte, un chiaro percorso di riqualificazione e riconversione impiantistica – come a Livorno, dove è ancora in ipotesi la realizzazione di una bioraffineria e/o un polo di riciclo chimico all’interno della raffineria Eni di Stagno – che tenga assieme le esigenze ambientali con quelle occupazionali ed economiche: non è più tollerabile il ricatto dell’occupazione a fronte del risanamento ambientale.

Sul fronte sanitario, invece, per Legambiente è fondamentale la piena attuazione della delibera di Giunta n. 1520 del 9/12/19 che indica gli interventi per tutelare la popolazione residente nei Sin, potenziando le attività sanitarie nel territorio, migliorando le liste di attesa, garantendo visite specialistiche per la prevenzione, diagnosi e cura degli abitanti e occupati in Zia, migliorando i servizi su diagnosi prenatale e malformazioni congenite e prevenendo con screening oncologici.

«È da molto tempo che chiediamo che la transizione ecologica non sia un’utopia per alcuni territori che sembrano aver perso la speranza del cambiamento – conclude Sibilla Amato, portavoce di Goletta verde – partendo proprio dai territori dimenticati per decenni, a iniziare da quelli dove è urgente e necessario un’opera di risanamento ambientale. Le vertenze ambientali croniche, ancora irrisolte, saranno al centro di Goletta verde 2021 per accendere i riflettori sulle questioni dimenticate dal PNRR e che hanno bisogno di essere affrontate per dare una prospettiva ai 6 milioni di cittadini e cittadine che vivono nei territori da bonificare in tutta Italia».