Presentato il nuovo report Utilitalia-Fondazione Utilitatis

Servizi pubblici, dalle utility italiane 10,4 mld di euro di valore aggiunto annuale

Castelli: «Investire nella sostenibilità non rappresenta solo una strada obbligata nel percorso verso la transizione ecologica, ma assicura ormai migliori performance aziendali a vantaggio delle comunità servite»

[12 Luglio 2021]

Il lavoro portato avanti dalle utility anche nel bel mezzo della crisi sanitaria ha permesso di mantenere attivi i servizi pubblici alla cittadinanza – dallo scorrere dell’acqua dai rubinetti alla raccolta rifiuti – ma anche di sostenere l’economia nazionale, in un 2020 particolarmente critico.

Il rapporto di sostenibilità 2020 Le Utilities italiane per la transizione ecologica e digitale, messo a punto da Utilitalia – la Federazione delle imprese di acqua, ambiente e energia – in collaborazione con la Fondazione Utilitatis documenta infatti come il valore aggiunto annuale del settore sia di 10,4 miliardi annui. Non da meno gli investimenti.

Per quanto riguarda la digitalizzazione, gli investimenti sono stati pari a 342 milioni (6,2 euro per abitante); 56.732 sono i chilometri quadrati di reti idriche distrettualizzate, mentre i contatori intelligenti del gas installati sono circa 3 milioni (67% del totale). Il capitolo decarbonizzazione è ritenuto fondamentale, con investimenti pari a 450 milioni (8,2 euro per abitante) e il 42% di energia prodotta da fonti rinnovabili, mentre gli investimenti in economia circolare sono stati pari a 280 milioni (5,4 euro per abitante).

«Le utilities rappresentano un settore strategico per l’Italia – commenta la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli – Un settore la cui rilevanza è data sia dal valore economico generato per gli azionisti, sia dalla qualità dei servizi offerti agli utenti, siano essi cittadini, imprese o enti locali. Energia, ciclo idrico e servizi ambientali sono imprescindibili per la vita di tutti noi. Siamo consapevoli di essere parte attiva, ed essenziale, del progresso del Paese; per questo, ci siamo strenuamente impegnati nell’anno appena trascorso: un anno segnato dal dramma umano, sociale ed economico della pandemia».

Guardando più nel dettaglio alle performance delle utility, di particolare interesse è il focus “Utilitalia 15”, ossia sulle 15 aziende associate che ottengono le migliori performance di sostenibilità. Nel caso dell’acqua, ad esempio, le perdite percentuali di rete in Italia si assestano al 42%, dato che scende al 37% nel caso delle “Utilitalia 15”; mentre il dato nazionale sulla qualità dell’acqua depurata passa dall’87% al 91% delle migliori 15 aziende. Per quanto riguarda i rifiuti, la raccolta differenziata delle aziende più votate alla sostenibilità raggiunge il 69% (contro una media italiana del 61%), mentre lo smaltimento in discarica crolla al 4% (media italiana 21%). Sul fronte dell’energia, gli investimenti per abitante delle “Utilitalia 15” sono passati tra il 2018 e il 2019 da 60 a 74 euro per abitante, e gli smart meter gas in esercizio dal 48% al 70%.

«Questi dati – conclude Castelli – dimostrano che investire nella sostenibilità non rappresenta solo una strada obbligata nel percorso verso la transizione ecologica, ma assicura ormai migliori performance aziendali a vantaggio delle comunità servite».