Sottovalutate anche economia circolare, tutela della biodiversità e mobilità sostenibile

Ronchi, sulla transizione verde il Pnrr italiano non rispetta le indicazioni Ue: fondi a rischio

«Non sono indicate né le riforme, né la quantificazione degli investimenti necessari per l’azione climatica: dalle voci presenti si deduce che si è lontani dal 37% indicato dall’Ue»

[29 Gennaio 2021]

Gli oltre 200 miliardi di euro di risorse Ue attesi in Italia per finanziare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) non sono un assegno in bianco, che si tratti di trasferimenti o prestiti, ma si tratta di fondi condizionati al perseguimento di una transizione economica imperniata su due assi: verde e digitale. La proposta di Pnrr approvata dal Governo rischia di non centrare l’obiettivo e in questo caso anche l’arrivo delle risorse sarebbe a rischio, secondo l’analisi condotta da Edo Ronchi.

Secondo il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e già ministro dell’Ambiente «l’analisi degli impatti, climatici e ambientali, utilizzando i criteri della tassonomia sugli investimenti eco-sostenibile in questa proposta di Piano, non c’è. Non sono indicate né le riforme, né la quantificazione degli investimenti necessari per l’azione climatica: dalle voci presenti si deduce che si è lontani dal 37% indicato dall’Ue  (circa 77,7 miliardi); non viene esplicitato quali riforme siano necessarie e quali misure vadano finanziate per raggiungere il nuovo e impegnativo target di riduzione del 55% delle emissioni al 2030,  né quali effetti di riduzione dei gas serra producano le riforme e gli investimenti  previsti dal Piano».

Saremmo dunque lontani dal rispetto di condizioni riassunte nella “Guida agli Stati membri per la predisposizione dei Piani” pubblicata dalla Commissione Ue il 22 gennaio scorso. Altre parti sociali, come le associazioni d’impresa di settore, si erano già espresse sulla parziale inadeguatezza del Pnrr in ambito transizione ecologica (nonostante sia questa la missione che assorbe la maggior parte delle risorse del Piano, 68,9 miliardi di euro). Sotto questo profilo anche Ronchi aggiunge che la portata della transizione all’economia circolare è sottovalutata tanto nelle riforme che negli investimenti; la biodiversità non è esplicitamente citata; sono scarse le risorse previste per rendere più ecologiche le aree urbane e per la mobilità urbana sostenibile.

«Dei circa 67 miliardi di Next Generation EU destinati dalla proposta di Piano italiano alla transizione verde – precisa Ronchi (nella foto, ndr) – oltre 30 miliardi sono impiegati per sostituire finanziamenti già stanziati per progetti già ‘in essere’». Si tratta di un dato che si ritrova con proporzioni diverse anche per altre missioni del Pnrr, pensato per risparmiare spesa sugli interessi e dunque tenere sotto controllo l’aumento del debito pubblico. Ma in quest’ambito si tratta di una scelta particolarmente marcata, come sottolinea Ronchi: «Il Piano non indica i criteri seguiti per tale scelta e non spiega come mai una quota così alta – nettamente la più alta fra tutte le 6 missioni – sia stata destinata a progetti già ‘in essere’ proprio per la transizione verde, riducendo quindi notevolmente le disponibilità per nuovi progetti in questa missione. Anche su questo nodo – conclude l’ex ministro dell’Ambiente – sarà bene verificare l’applicazione dei criteri europei che limitano questa possibilità, ricordando anche che sono ammesse ai finanziamenti di Next Generation EU solo misure avviate a partire  dal 1º febbraio 2020».