Per la transizione previsti investimenti da 9 mld di euro l’anno e incentivi almeno al 30%

Riscaldamento, la Germania pianifica l’addio alle caldaie a gas e gasolio già dal 2024

A partire dal prossimo anno tutti i nuovi impianti dovranno essere alimentati per il 65% da fonti rinnovabili

[20 Aprile 2023]

Dopo i trasporti e le industrie energetiche, il settore residenziale italiano è il singolo comparto da cui arrivano più emissioni climalteranti: il 19,9%, secondo gli ultimi dati Ispra. La strada della decarbonizzazione passa dunque obbligatoriamente da qui.

Si tratta di una sfida in grado di riqualificare il patrimonio immobiliare quanto di creare nuovi posti di lavoro verdi, oltre a portare risparmi in bolletta per i consumatori. Ma se l’Italia sembra spaventata – il ministro dell’Ambiente ha bollato come «non raggiungibili» i nuovi obiettivi Ue al 2030 – la Germania accelera i tempi, assicurandosi ancora una volta un vantaggio competitivo.

Il Governo tedesco ha infatti approvato ieri un disegno di legge per garantire la sostenibilità di ogni nuovo impianto di riscaldamento installato in Germania. «Il modo in cui riscaldiamo le nostre case ha un impatto diretto sui nostri portafogli – spiega la ministra per l’Edilizia, Klara Geywitz – Il gas probabilmente non sarà mai così economico come lo era prima della guerra in Ucraina». La soluzione passa dunque dalle energie rinnovabili.

Dunque, dal 1 gennaio del 2024 ogni nuovo impianto di riscaldamento dovrà impiegare almeno il 65% di energia rinnovabile, ponendo di fatto in un ruolo minoritario l’impiego dei combustibili fossili tra soli otto mesi. Le caldaie già installate potranno continuare ad essere usate e riparate in caso di guasti, a meno che non debbano essere sostituite.

In tal caso, le alternative disponibili sono teleriscaldamento, pompe di calore, riscaldamenti elettrici, ibridi (elettrici in combinazione con caldaie a gas o gasolio), solare termico e – in alcuni casi – caldaie a idrogeno. In ogni caso, entro il 2045 tutti gli impianti di riscaldamento presenti nel Paese dovranno essere alimentati in modo climaticamente neutro, tramite fonti rinnovabili.

Si tratta di una rivoluzione epocale: ad oggi quasi la metà delle 41 milioni di famiglie tedesche usa il gas per riscaldarsi e un altro quarto impiega gasolio, mentre il 14% attinge a reti di teleriscaldamento e meno del 3% impiega pompe di calore.

Si stima che la transizione energetica del comparto costerà oltre 9 mld di euro all’anno fino al 2028 (e 5 mld di euro annui successivamente, a causa dell’attesa riduzione dei costi per rinnovabili e pompe di calore).

Per supportare tali investimenti da parte dei cittadini, il Governo stanzierà incentivi che coprano almeno il 30% dei costi, prevedendo vantaggi ulteriori per le fasce sociali più svantaggiate e per coloro che adotteranno le nuove tecnologie prima ancora di quanto richiesto dalla legge. In confronto, l’Italia col suo ecobonus al 65% (per non parlare del 110% passato in declino col Governo Meloni) ha aperto la strada e resta un’avanguardia.