Rinnovabili ancora in calo in Italia, a gennaio coperto solo il 28,2% della domanda elettrica

Terna: a gennaio «la produzione da fonti energetiche rinnovabili è in riduzione (-9,7%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente»

[20 Febbraio 2023]

I nuovi dati comunicati oggi da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, mostrano che nell’ultimo mese l’Italia ha consumato complessivamente 26,2 miliardi di kWh di elettricità: si tratta di un dato in flessione del 4,6% rispetto a gennaio del 2022, ma a calare ancora di più è la produzione di energia da rinnovabili.

Più nel dettaglio, nel mese di gennaio 2023 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’81,9% con produzione nazionale e per la quota restante (18,1%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.

Anche la produzione nazionale netta è risultata pari a 21,6 miliardi di kWh, in diminuzione del 13,7% rispetto a gennaio 2022. In questo contesto le fonti rinnovabili hanno offerto una produzione di energia elettrica  in riduzione del -9,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, limitandosi così a coprire poco più di un quarto (28,2%) della domanda elettrica nazionale.

In particolare, la produzione delle fonti rinnovabili è stata così suddivisa nel mese di gennaio: 30,9% eolico, 28,2% idrico, 19,8% biomasse, 14,9% fotovoltaico e 6,2% geotermico. Per tutte le fonti rinnovabili si registrano performance di produzione in peggioramento rispetto al gennaio 2022 – fotovoltaico -13,9%, eolico -10,5%, idrico -10,9% e geotermico -4,4% –, anche se a calare di più è la generazione termica (-14,9%).

Tutto questo mentre l’installazione di nuovi impianti rinnovabili continua a proseguire col contagocce: per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 indicati dall’iniziativa RePowerEu dovrebbero entrare in esercizio almeno 10 GW di nuova capacità annua, mentre nel 2022 ci siamo fermati a soli 3 GW.

Iniziano invece a crescere i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, con l’indice Imcei elaborato da Terna che segna sì una flessione dell’8,5% rispetto a gennaio del 2022, ma una crescita del 3,5% rispetto a dicembre 2022 (dati destagionalizzati e corretti dall’effetto calendario): è il primo aumento registrato dopo due mesi consecutivi di flessione.

In particolare, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, hanno registrato un aumento i consumi dei settori degli alimentari, della chimica, dei mezzi di trasporto, delle ceramiche e delle vetrarie; valori negativi, invece, per i comparti della siderurgia, della meccanica, della cartaria, dei metalli non ferrosi e del cemento, calce e gesso.