Rimateria, ecco perché “l’opzione zero” non è percorribile

Il problema che viene posto è prevalentemente di natura odorigena, che può e deve essere affrontato. Ma ridurre i problemi di Piombino alla sola gestione di Rimateria è pericoloso e riduttivo

[7 Novembre 2019]

Nel bel mezzo di un dibattito surreale sul futuro di Rimateria, vogliamo partire proprio dal parere tecnico finale della Regione Toscana. C’è scritto a chiare lettere: l’opzione zero non è percorribile, ovvero impedire il prosieguo delle attività di Rimateria significa esporre il nostro territorio a danni ambientali ben più reali di quelli sino a oggi evocati. Lo dicono i tecnici con nettezza e anche con una certa preoccupazione. A cascata, “l’opzione zero” genererebbe effetti altrettanto negativi in termini di efficacia del processo di risanamento del territorio, di perdita di posti di lavoro, anche di imprevedibili e devastanti effetti sulle finanze pubbliche.

Il problema che viene posto dalla popolazione è prevalentemente quello di natura odorigena ed è di quello che sostanzialmente si parla nel parere tecnico della Regione e di tutti gli enti chiamati a esprimersi. Ed è il cattivo odore che ha determinato le prescrizioni regionali a Rimateria. La cosa interessante è che non si trova traccia di altri significativi elementi di rischio per la salute pubblica, che invece avevano animato gli atroci spettri evocati con disinvoltura nei mesi scorsi.

Questo problema può e deve essere affrontato in modo positivo, ma la soluzione non può essere la chiusura dell’unico impianto autorizzato.

Provando ad allargare l’orizzonte dell’analisi ci chiediamo se, con questa soluzione, sia stato valutato tra i rischi anche quello di far nascere una discarica a totale e autonoma gestione da parte di Jindal, poiché questa soluzione è prevista negli accordi firmati dalla precedente e dalla nuova amministrazione.
I problemi di Piombino sono noti e certificati da molte relazioni redatte da uffici competenti e ridurre il problema alla sola gestione di Rimateria è pericoloso e riduttivo.

A dimostrazione di questo è il fatto che nessuno, a partire dall’Amministrazione locale, sta chiedendo a Jindal di iniziare a rispettare gli impegni assunti nell’accordo di programma.

Questo territorio è inquinato da un mosaico grande 900 ettari fatto di discariche abusive, più altre zone censite con rifiuti pericolosi e altri moltissimi materiali e rifiuti da dover rimuovere. Da questo mosaico ogni giorno si levano polveri, sfortunatamente inodori e pertanto non interessanti, che si spandono sul territorio circostante. Ecco, noi vorremmo iniziare a parlare di questo e di molto altro che ancora non ha trovato cittadinanza nel dibattito locale, tutto centrato sul tema Rimateria, che ogni giorno di più ha l’odore di un luogo dove si stanno scatenando interessi meramente elettorali. Una vergogna.

Quindi vogliamo provare a dare avvio a una svolta, per lo meno nel dibattito pubblico, riportando temi lasciati colpevolmente nel dimenticatoio come ad esempio quello dei numerosi impianti industriali dismessi zeppi di amianto e con stabilità molto precaria. E anche in questo caso l’Amministrazione non riesce ad avere alcuna iniziativa e neanche a riprendere un lavoro già avviato sul campo due anni fa. Forse troppo impegnata a curare la propria immagine sui social ma senza produrre alcun risultato concreto.

Come associazione auspichiamo che per il bene della città si comincino ad affrontare questi problemi senza terrorismo psicologico, a partire dalla conoscenza del passato per affrontare il futuro con l’elaborazione di un progetto serio che coinvolga tutti i cittadini senza schieramenti ideologici.

di Associazione a Sinistra – Piombino